Di tutti i Balcani, l’Albania è sempre stato il Paese più difficile da inquadrare. Una cultura a sé stante, una lingua affascinante e completamente diversa da tutte quelle circostanti ma ricca di prestiti dal turco, dall’italiano, dallo slavo e dal greco, e persino una storia recente molto diversa da quella della Jugoslavia, del blocco orientale o da quella greca, segnata da un isolamento paranoico e asfissiante. Finalmente, dopo sei anni dalla prima visita, sono riuscita a tornare, seguendo un itinerario in Albania del centro e del sud lungo 5 giorni – poco tempo per un paese che offre così tanto, ma sufficiente per avere un assaggio della sua straordinaria bellezza e varietà.
Se nel 2016 avevo visitato e attraversato il centro-nord, questa volta ho preferito esplorare i paesaggi più brulli e desolati del sud, ma anche la famosa riviera che d’estate si popola di turisti. Avremmo potuto affittare un’auto per avere più libertà, ma alla fine abbiamo preferito spostarci con i mezzi pubblici, un po’ impigrite, un po’ scoraggiate dalla benzina a prezzi folli anche nei Balcani.
In tutta onestà, è meglio girare l’Albania in macchina che non con i mezzi pubblici: molta più libertà e possibilità di andare più fuori dai sentieri battuti. Se per caso volete affittare un’auto, DiscoverCars è un buon sito dove trovare quella più conveniente.
Se invece vi interessa venire a vedere com’è il paese d’inverno, quando le spiagge sono deserte e dalle montagne, nelle giornate più limpide, si intravede la Puglia, venite con noi in Albania questo capodanno. Qui tutte le informazioni sui viaggi di gruppo con Pain de Route.
Qui trovate invece un giro ad anello dell’Albania in 5 giorni e qualche considerazione pratica su come spostarsi e su cosa vedere.
Buona lettura!
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Itinerario di 5 giorni in Albania con i mezzi pubblici
Giorno 1. Da Tirana a Berat


Un po’ per fuggire dal caldo asfissiante, un po’ per immergerci subito nell’Albania rurale, dall’aeroporto di Tirana siamo scese al Terminal nord, da cui partono i bus per Berat – forse la più famosa città storica albanese, patrimonio UNESCO, arrivandoci in tempo per godere della luce dorata del tramonto.
Anche se ha l’aria di un paesino di campagna, a Berat c’è parecchio da fare e se volete godervela con più calma potreste pensare di stare anche due o più notti. Con un po’ di scrematura, invece, si visita in una sera e una mattina. Non sono una fan di luci e illuminarie, ma vedere quella parete di centinaia di finestre illuminate riflettersi nell’acqua placida del fiume mentre intorno cala la notte è pura magia. Prendete un alloggio nella parte bassa della città (o altrimenti preparatevi a una sfacchinata devastante) e visitate la kalaja, la fortezza in cima alla montagna, al tramonto – romanticissimo – o al mattino prestissimo, per averla solo per voi e non sciogliervi sotto il sole. Sia il piccolo museo di Onofri, con un’iconostasi intagliata in legno pazzesca, sia i resti delle moschee e la chiesa di Kisha Shën Triadha meritano una visita. Se usate maps.me trovate anche belle scorciatoie per salire e scendere da punti diversi e scoprire chiesette nascoste e punti panoramici più defilati. Nella parte bassa della città, la moschea Mbret (Xhamia e Sulltanit) e la tekke Halveti non sono assolutamente da perdere – il custode poi è adorabile. Gorica, oltre il fiume, è dissestata come nel 2016 ma piena di vicoli fioriti e proprio genuina. Mi raccomando, salutate sempre le signore che stanno sugli usci a chiacchierare: in albanese basta dire mirdita!
Dal centro di Berat alla stazione e viceversa (3km a nord della città) c’è un autobus urbano che con soli 30 lek vi risparmia una bella maratona sotto il sole sull’asfalto rovente. Le fermate sono abbastanza a caso lungo il vialone principale.
Da Tirana a Berat con i mezzi pubblici:
- Bus aeroporto – piazza Skanderberg a Tirana, ferma anche vicino al Terminal nord, ma vi lascia di fronte al centro commerciale Casa Italia. 400 lek, parte a ogni ora esatta
- Bus Terminal nord – Berat. Ce ne sono diversi ogni giorno e impiegano un paio d’ore. 500 lek
Giorno 2. Da Berat ad Argirocastro

Da Berat ad Argirocastro la situazione mezzi pubblici inizia a complicarsi. Nessuno sa bene quanti ne passano, e dalle informazioni che abbiamo carpito in era post-covid ne sono rimasti solo due, e a capienza limitatissima. Il primo parte alle 8, il secondo alle 14. Andate in stazione con almeno un’ora di anticipo, perché c’è da sgomitare per i posti a sedere e rischiate letteralmente di rimanere a piedi. Il nostro viaggio è stata un’odissea senza precedenti in dieci anni di viaggi coi mezzi pubblici dell’Est – ho fatto quasi tre ore di viaggio praticamente in piedi, aggrappata ai portabagagli dei soffitti, perché eravamo pigiati, con 37°, in 30 persone in un pulmino da 20, con tanto di bambini che venivano passati in braccio ad altri passeggeri, allattati quando piangevano, gente accovacciata su ogni superficie libera e ovviamente le immancabili assi di legno nel corridoio tra i sedili per ricavare quattro o cinque posti in più. Un’esperienza.
Anche Argirocastro si gira in una sera e una mattina, ma come a Berat potete dedicarci molto più tempo, perché offre moltissimo. Storica e affascinante città di pietra, è complicata da girare perché sorge in una posizione spettacolare, su pendii montuosi, ma spaccati da valli ripidissime. In sostanza, dovunque andrete è un su e giù continuo e sfiancante, specialmente sotto il sole. Il dislivello che si copre girandola in lungo e in largo non è trascurabile. Anche qui, vi consiglio di trovare un alloggio nella parte più bassa e non troppo lontano dalla stazione, specie se state viaggiando in Albania con i mezzi pubblici e non con un’auto. Ho visto turisti disperati affrontare quelle salite sotto il sole con i trolley in mano e ho ringraziato di aver scelto una guesthouse più in basso.
Oltre alla poderosa fortezza, che offre una vista impareggiabile, ad Argirocastro c’è una moschea abbastanza carina (anche se meno bella rispetto a quelle centrali di Berat e Tirana), ma soprattutto ci sono le tradizionali case fortificate in pietra dall’architettura unica e da andare a cacciare. Alcune sono semplici case private, altre sono case museo. Splendida e assolutamente da visitare all’interno è la casa Skanduli, il cui proprietario di nona generazione fa piccole visite guidate anche in italiano. Esperienza dolcissima, la casa è un capolavoro di artigianato del Settecento, tramandata con immenso amore di generazione in generazione.


Se vi piacciono le esplorazioni hardcore, ci sono i resti di una moschea e del suo hammam collegato, oggi integrati ad altre case, alla fine di rruga meceti. La parte restaurata è molto turistica anche se tutto sommato carina. L’obelisco dà una bella vista con relativamente pochi gradini, mentre il tunnel sotto la fortezza vi porta quasi in un altro mondo più rurale. Se proseguite dall’altra parte, si ha la migliore vista sull’intera fortezza. La parte di centro storico che mi è piaciuta di più è Pazari i Vjetër, cioè il Vecchio Bazaar, in parte ancora abitato e in parte in grave stato di abbandono, ma che regala gli scorci più emozionanti e senza tempo sulle case che si diradano alle pendici delle montagne. L’abside della chiesa greca della Trasfigurazione è un gioiellino da andare a scoprire, aprendo un portoncino in fondo ad un vicolo.
Da Berat ad Argirocastro con i mezzi pubblici
- Furgon alle 8.00 e alle 14.00 da Berat, che è un carro bestiame. 3.15h. 1000 lek (sì, è carissimo a fronte di un servizio pessimo)
Giorno 3. Da Argirocastro a Ksamil

Da Argirocastro arrivare a Saranda e da lì a Ksamil è molto semplice. Tra le due città ci sono collegamenti frequenti in furgon, la stazione è praticamente il benzinaio Kastrati lungo la strada principale. Panorami spettacolari lungo il percorso. Se vi va, potete scendere all’altezza del famoso Blue Eye e poi tornare aspettando un altro furgon lungo la strada, ma noi non avevamo tempo. A Saranda non si capisce dov’è esattamente la stazione, perché i bus e furgon fermano lungo la via Flamurit e vie perpendicolari. Da lì vicino, all’altezza del chioschetto all’angolo tra X e Y, però, a ogni mezza passa il bus urban per Ksamil (30 minuti circa), che percorre tutta la penisola lungo una strada spettacolare.
Ksamil in sé è una cittadina turistica di mare che non è niente di che – palazzine bruttine, giardinetti fioriti, spiagge dall’acqua cristallina invase fino all’ultimo centimetro quadrato disponibile di lettini e ombrelloni polinesiani. Le spiagge hanno i poco incoraggianti nomi di Puerto Rico Beach, Bora Bora, Coco, Paradise Beach e via dicendo. Se cercate il mare selvaggio come si trova sulle isole croate e non avete un’auto, sarà più difficile trovare una caletta solo per voi. Proseguendo lungo il sentiero nella macchia dopo The last bay si trova Plazh Natyra, a pagamento ma più economica (600 lek per due lettini e ombrellone, tutto il giorno), e soprattutto senza musica molesta, senza moto d’acqua e senza pedalò o altre diavolerie fastidiose. Secondo me è il miglior compromesso tra accessibilità del mare e raggiungibilità da Ksamil (20 min a piedi circa). Altrimenti, se proseguite ancora c’è la costa libera e selvaggia (e bellissima), ma con rocce abbastanza affilate e accesso al mare più difficoltoso, ma più gratificante. Scarpette da scogli necessarie.
Da Argirocastro a Ksamil con i mezzi pubblici
- Furgon da Argirocastro (benzinaio Kastrati) a Saranda, 2h, 500 lek, abbastanza frequente
- Bus urban da Saranda a Butrinto via Ksamil ogni ora alla mezza, 30 minuti, 150-200 lek. Parte da queste coordinate GPS: https://goo.gl/maps/X8BjsRZZdBQeFLhw6 Fa spesso 10-15 minuti di ritardo
Giorno 4. Da Ksamil a Qeparo (Himare)



Da Ksamil è un peccato non andare a Butrinto, antica città dell’Epiro, poi ellenica e romana, che oggi è un grande sito archeologico in una posizione davvero spettacolare. Secondo me è una buona idea andarci nelle ore centrali della giornata, perché è interamente immersa nel bosco ed è molto fresca. Ci sono rovine di diverse epoche, dal tempio di Asclepio e il teatro alle ville romane, fino a battisteri e basiliche cristiane di epoca medievale e torri e fortificazioni veneziane di età moderna. Bellissimo. Calcolate almeno un paio d’ore per girarlo per bene e godere dei panorami pazzeschi sulla laguna salmastra di Butrinto, famosa per l’incredibile biodiversità. Tutta la zona è ricca di posti da scoprire (calette segrete, altri siti archeologici, monasteri), ma senza auto è difficile fare più di così. Fuori dal sito archeologico potete eventualmente anche farvi portare in barca a vedere la bellissima fortificazione ottomana di Ali Pasha a gurdia del canale di Vivari.
Da Ksamil è facile tornare a Saranda con il bus urban, che parte ogni ora alla mezza dall’ingresso del sito. Da Saranda invece siamo rimaste fregate, perché ci sono solo 3 bus al giorno che vanno a Himare o a Valona (Vlora): uno al mattino prestissimo, uno alle 13 e uno alle 21. Abbiamo deciso di autostoppare lungo quella che è senz’altro la strada più spettacolare di tutto il sud dell’Albania, ed è stata decisamente un’ottima idea: i taxi costavano una follia e se avessimo aspettato il bus delle 21 ci saremmo perse probabilmente i paesaggi più belli di tutto il sud dell’Albania.
Abbiamo scelto di dormire a Qeparo (si legge “Ceparo”) per tre motivi, visitando l’Albania con i mezzi pubblici e non con l’auto:
- Vicinanza del paesino al mare e accesso alla spiaggia veloce e senz’auto (altri posti sono in alto e il mare è lontano). Questo è uno dei pochi punti della costa tra Saranda e Vlora dove il paesino si trova in una piccola pianura vicino al mare
- Paesino piccolo, più tranquillo di Ksamil e Himare
- Vicinanza eventualmente anche a piedi (5km) a Porto Palermo, una ex isola ora penisola in una baia spettacolare e con una bella fortezza ottomana.
Le due signore olandesi ma che lavoravano in Kosovo ci hanno dato uno strappo fino a Porto Palermo e da lì abbiamo esplorato l’ex isoletta al tramonto, circumnavigando la fortezza ottomana di Ali Pasha. L’accesso al mare è difficile e gli scogli sono appuntiti, ma non è impossibile. Se siete amanti dei tuffi spericolatissimi, c’è una bella scogliera da cui buttarsi nel mare blu pulitissimo. Tutt’intorno, distese di agavi in fiore e gli onnipresenti bunker disseminati in tutto il paese da Hoxha.
Da Butrinto a Qeparo con i mezzi pubblici
- Bus urban da Butrinto a Saranda via Ksamil ogni ora (parte alle .30 nel parcheggio del sito, 45 min), 200 lek
- Tre pullman al giorno per Himare/Vlora, uno al mattino, uno alle 13 e uno alle 21
Giorno 5. Da Qeparo a Tirana


L’ultimo giorno di itinerario in Albania è stato un po’ una fregatura con i mezzi pubblici: da Saranda a Tirana ci sono due o tre pullman al giorno, uno che parte alle 6 di mattina, uno alle 13 e uno alla sera. Il viaggio per Tirana è spettacolare ma letteralmente infinito: basta dare un occhio alla mappa con altimetria per rendersi conto che ci sono valichi notevoli come lo spettacolare passo di Llogara (1043m a picco sul mare) e non esiste un’autostrada dritta, ma bisogna per forza seguire la litoranea via Vlora, Durazzo e solo allora girare per Tirana. In totale, da Qeparo ci si mettono circa 5 ore, da Saranda 6. Avendo il volo di rientro alle 19.30, non abbiamo avuto scelta che prendere quello delle 6 del mattino, che passava da Qeparo alle 7.
Niente mattinata nella bella spiaggia di Qeparo, e un giro veloce a Tirana nel pomeriggio. I due siti che ci tenevo di più a visitare, la Piramida e il poderoso mosaico sulla facciata del Museo Nazionale, erano in ristrutturazione. La città però mi è sembrata davvero piena di vita, interessante e vivibile. Inquietantissime le somiglianze con Roma con gli edifici di epoca fascista e i vialoni alberati a pini marittimi, come il bulevardi Dëshmorët e Kombit che dall’immensa piazza Skanderberg porta dritto verso il Politecnico di Tirana, in un edificio ovviamente razionalista, costruito nel 1940 da Gherardo Combi. Sempre di Combi è anche il bell’edificio razionalista del Kryeministria, cioè l’Ufficio del primo ministro, ma con un bassorilievo che sembra invece dell’epoca Hoxha. Da lì abbiamo girato un po’ il quartiere Blloku, un tempo destinato alle residenze della nomenklatura. Tirana mi ha fatto una bella impressione – città giovane e in fermento, assolutamente da vivere e esplorare.
Da Qeparo all’aeroporto di Tirana con i mezzi pubblici
- Tre pullman al giorno dalla Riviera a Tirana, uno all’alba (6 da Saranda), a mezzogiorno (12 da Saranda) e alla sera (21 da Saranda). Impiega 6h, viaggio infinito. 1400 lek.
- Un bus all’ora dalla piazza Skanderberg (qui la posizione esatta) all’aeroporto, a ogni ora esatta. Impiega 30/40 minuti. 400 lek.
Bene! È tutto.
Spero che questo itinerario in Albania con i mezzi pubblici vi torni utile. C’è ovviamente molto più di così da vedere, ma in cinque giorni in Albania senza un’auto era oggettivamente difficile mettere più carne al fuoco di così.
A presto!
Eleonora
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1 commento
Alessandro
buongiorno volevo sapere da Tirana a saranda ci sono dei bus o navette che portano a Saranda? volevamo fare una vacanza quest’estate.. ho trovato alcuni orari ma non ho capito se si possono comprare i biglietti in anticipo o in loco.. e se non si possono prendere prima se si arriva li e non ci sono posti liberi?? in più una volta a Saranda sarà possibile spostarsi con i mezzi pubblici? grazie mille