Gamarjoba, Sakartvelo! გამარჯობა საქართველო!
Ciao!
Eccomi con una nuova proposta di tour georgiano per la primavera 2023. I nostri tour, che facciamo dal 2019, sono sempre diversi e unici, pensati appositamente per la stagione, il tempo e i cambiamenti geopolitici della regione. Possiamo fieramente dire che nessun altro ti porta dove ti portiamo noi. Che è sempre molto, molto fuori dai tracciati – letteralmente. Puoi fidarti: di me, dell’esperienza impareggiabile di Soviet Tours, di cosa dice chi ha già viaggiato con noi e dei nostri collaboratori locali che sono tanto zuccherini quanto punk. Andiamo?
Questo tour è dedicato alle atmosfere persiane e alla miscela di culture della Georgia orientale, protette da alcune delle regioni montuose più inaccessibili del Caucaso. Che è stato a lungo un coacervo di valli impervie e distese desertiche dove è facile perdersi per sempre, custodito per millenni popoli autoctoni, famosi per essere invincibili guerrieri. Come i popoli vainakh, a cui appartengono i ceceni e i kist di Georgia. La valle di Pankisi è uno scrigno variopinto delle tradizioni più mistiche e potenti di questa cultura, e noi la esploreremo in punta di piedi.
Sconquassata dall’arrivo di migliaia di profughi nei primi anni 2000, quando Vladimir Putin riprese a bombardare senza sosta i civili in Cecenia, e poi dalla piaga del radicalismo islamico, negli ultimi dieci anni la valle è lentamente rinata grazie alla forza delle sue donne. Incontrarle e ascoltare la loro storia è semplicemente una delle cose più sconvolgenti e intense che si possa fare nella vita. È per questo, e per essere così testardamente fiera e fuori dagli schemi, che la valle di Pankisi è un luogo che parla così forte e così da vicino.
Il nostro tour inizierà dalla cosmopolita Tbilisi, città romantica e decadente, che in primavera inverdisce di viti sui pergolati e fiori sui balconi in legno, ma ha anche la grandeur della capitale culturale della Transcaucasia sovietica. Esploreremo i suoi androni affrescati e palazzi scrostati, immensi complessi modernisti e architetture geniali, mosaici e memoriali. Proseguiremo sulla strada dove Russia e Medio Oriente si incontrano, lungo il confine con l’Ossezia del Sud, valicando il passo di Jvari (2395m). Molto più di una strada mozzafiato che valica il Caucaso, ma il luogo dove si mescolano un amaro monumento di amicizia Georgia – Russia, il simbolo fortissimo della chiesetta di Tsminda Sameba di Gergeti, la sagoma del monte Kazbek, che veglia sul confine dai suoi 5.033m e le centinaia di camion dall’Iran, dalla Turchia, dalla Bielorussia e dall’Asia Centrale. Torneremo a Tbilisi, e da lì andremo in esplorazione del misterioso Kakheti, un’enorme regione che comprende impervi picchi innevati e aridi deserti di arenaria, dove i pastori del Tusheti vanno a svernare d’inverno con le loro greggi, e asceti cristiani venuti dalla Siria cercavano isolamento in grotte naturali dagli affreschi mozzafiato. Con un 4×4 andremo letteralmente fuori dai tracciati lungo il confine con l’Azerbaigian, dove le ultime tracce di civiltà cristiana si affacciano sugli strascichi di Impero persiano. Il Kakheti è una regione estremamente varia, che spazia dai vigneti a perdita d’occhio ai piedi del Grande Caucaso ad aerei militari sovietici abbandonati, fortezze possenti, cattedrali georgiane, iscrizioni in persiano e aramaico, paesini molokani, cosacchi, azeri, armeni.
Dopo una notte nelle regioni orientali, ci dedicheremo all’esplorazione della valle di Pankisi: i suoi rituali ipnotici e conturbanti, la sua cucina deliziosa, i suoi cavalli fierissimi. Infine, torneremo verso Tbilisi attraverso gli splendidi boschi di bassa montagna con una deviazione nel tranquillo Tianeti, dove le famiglie georgiane di origine tush vivono ancora la vita rurale tradizionale e le statue di Stalin non sono ancora (tutte) cadute. Le deviazioni per fabbriche sovietiche piene di mosaici, campi estivi per bambini abbandonati e piccoli monasteri nel bosco non ce le toglierà nessuno.
La Georgia è la meta ideale per chi ama il cibo genuino, regionale e stagionale, non standardizzato. È un posto dove si mangia quel che c’è, quello che l’orto dà. Assaggeremo decine di piatti e vini sempre diversi, con una scelta ricchissima, gustosissima e naturalmente vegetariana, ma anche vegana. Nella cucina georgiana abbondano i carboidrati (ça va sans dire), le verdure, i legumi e il formaggio.