Il tour operator
Il programma qui di seguito riportato corrisponde a un viaggio prodotto, organizzato e gestito in ogni suo aspetto da Soviet Tours di Gianluca Pardelli Einzelunternehmen (Glogauer Straße 32 – D-10999 – Berlin – GERMANIA – tax ID 14/466/02688 – VAT Nr. | USt-IdNr. DE326964370). I dettagli del viaggio sono riportati su questo sito in nome e per conto di Soviet Tours, referente per le adesioni e il pagamento dei servizi di seguito riportati.
Tungjatjeta, Shqipëri!
Oltre il mare, così vicina che in certi giorni limpidi pare di poterla toccare. Quest’inverno esploriamo un margine vicino ma estremamente selvaggio dello scrigno dei Balcani, che ha linee sfumate e storie intricate, da cui si torna con più domande e meno risposte. Perché è così che bisogna viaggiare.
L’Albania è una terra che, a chi viene dall’Italia, parla a una frequenza diversa, più profonda e vibrante. Commuove un po’ la familiarità di certi volti anziani, il sapore intenso delle verdure nel burek, le conserve vendute a bordo strada. E la pietra abbagliante del sud nostro, ma che trasuda storia ottomana – un altro universo, separato solo da un braccio di mare. L’espresso nei bar, le parole italiane che affiorano in una lingua melodiosa e incomprensibile, le storie delle persone – venute in Italia, tornate, poi andate ancora, poi tornate di nuovo. Stringe lo stomaco l’architettura fascista di Tirana, traccia degli orrori che l’Italia ha commesso in Albania e che non ci ricordiamo più. Sconvolge l’ossessione di un dittatore paranoico, che ha disseminato centinaia di migliaia di bunker, monumenti, lapidari in ogni chilometro quadrato del Paese, arrivato alle soglie del Ventunesimo secolo in una situazione disperata. E che Hoxha ha progressivamente isolato, deteriorando i rapporti prima con la Jugoslavia e poi con il Patto di Varsavia. Unica per storia, lingua e cultura, l’Albania è una terra genuina, che accoglie a braccia aperte. Noi lo faremo sulle atmosfere malinconiche del mare d’inverno, inseguendo i raggi di sole del sud.
Tirana è la porta del Paese – una città poliedrica, che mescola con una naturalezza impressionante razionalismo fascista, modernismo socialista, eclettismo ottomano e sperimentazioni post-moderniste. Familiare e disorientante insieme, caotica e rilassata, è un po’ italiana un po’ esotica, inafferrabile, che travalica anche i Balcani. A Tirana ci perderemo tra mercati improvvisati e la sovrabbondanza di monumenti socialisti, moschee, cattedrali ortodosse cariche d’oro, chiese cattoliche e persino templi bektashi – ma anche nella dinamica scena notturna del Blloku, l’ex quartiere della nomenklatura comunista oggi così cool.
Da Tirana la strada del sud corre via Elbasan, abitata da una storica e vivacissima comunità rom, fino ad arrivare a Berat, dove la possente fortezza domina un fiume selvaggio, tetti in cotto, vicoli acciottolati e case ottomane dalle centinaia di finestre. A completare il quadro alcune delle più belle moschee dell’Albania, chiese ortodosse dalle icone mistiche e dalla penombra bizantina, e ovviamente tesori architettonici del periodo socialista.
Lasciata Berat, i paesaggi del sud albanese si fanno aperti e selvaggi, con montagne sempre più brulle e incontaminate. Argirocastro è una foresta di pietra a guardia di una valle magnifica. Le sue case-torri settecentesche sono i gioielli delle potenti, raffinate famiglie locali. Anche tra le sue beole di pietra grigia l’esplorazione sarà intensissima, tra tunnel, ripide salite, resti di hammam ottomani, viti che arrampicano su chiesette greche e fortificazioni militari.
Dai paesaggi senza tempo dell’entroterra vireremo verso la costa, dormendo a Saranda, dove la speculazione edilizia contemporanea si sposa con antiche rovine e le acque più azzurre della riviera. A un passo dal confine greco e dall’isola di Corfù visiteremo il sito archeologico di Butrinto, la sua laguna meravigliosa e i suoi molti strati. Per Valona si riparte lungo la spettacolare riviera albanese, punteggiata di calette dall’acqua cristallina, schiere di fiori d’agave, fortezze ottomane e ovviamente decine di bunker. Dal passo di Llogara, ai piedi del monte Cika, nelle giornate più terse si intravede la Puglia, che in linea d’aria dista meno di 90km! Mosaici partigiani, strutture militari e splendide foreste di pini neri ci accompagneranno fino al porto di Valona, che sorge sul delta del fiume Vjosa, uno dei più selvaggi d’Europa e uno dei pochi a cui non sono stati costruiti argini.
Il capodanno chiama ed è il momento di ritornare verso nord. Con una tappa a Durazzo e una nella piccola cittadina di Pezë, rientreremo a Tirana in tempo per i festeggiamenti più sfrenati di tutta l’Albania. L’ultimo giorno lo passeremo con tutta calma a nord di Tirana – un pranzo luculliano al Mrizi i Zanave Agroturizëm di Lezhë (incluso) e di ritorno una sosta a Kruja, con la sua fortezza affacciata su uno dei panorami più indimenticabili del Paese.
Sarà un viaggio come sempre intenso, focalizzato sull’ascolto e la comprensione di una cultura unica e molto diversa da quelle circostanti, frutto di infinite contaminazioni, ma salda nella sua identità.
Anche questo viaggio è organizzato da Soviet Tours, tour operator con sede a Berlino fondato da Gianluca Pardelli, fotoreporter e grandissimo esperto di mondi sovietici e non solo.