Per anni la Val Grande è stata per me un mito, o una leggenda da non raccontare troppo ad alta voce, di cui da piccola sfioravo le acque e i boschi densi, verde brillante, o di cui guardavo con ammirazione i poster di mio zio, dove un uomo con un cappellino fucsia un po’ anni ’80 se ne stava fiero, la gamba appoggiata su una roccia, su una vetta circondata da montagne innevate.
Il titolo diceva: «Monte Mottac».
Inconsapevolmente l’avevo vista molte volte, ma mai avvicinata davvero. Finché, anni fa, quel groviglio di valli impervie e fiumi smeraldo mi si è spalancato come un abisso tanto spaventoso quanto eccitante. Il Parco Nazionale della Val Grande è l’area completamente selvaggia più grande delle Alpi e d’Italia. A un paio d’ore da Milano sta il selvaggio vero e grande, che odora di bosco e animali. È la via d’uscita dalla civiltà e dal mondo di costrutti sociali in cui siamo imbevuti, e l’inizio di una dimensione primordiale dove la natura si riprende ciò che le appartiene. Il telefono non ha copertura e la vegetazione divora tutto ciò che l’uomo ha abbandonato – alpeggi, piccoli villaggi, teleferiche, pascoli.
Questo weekend in Val Grande è un’esperienza totalizzante e di avventura vera, che vivremo insieme a una guida ufficiale del parco, Pietro Beretta. Dopo un primo weekend organizzato a giugno 2021, Pain de Route torna con una nuova proposta più selvatica e avventurosa, che prevede una notte in bivacco nelle zone più selvagge del parco.
Da quando ci sono stata, ho ancora voglia di tornare dentro, come dicono lì. Perché della Val Grande c’è un dentro e un fuori, ben distinti, come diverse dimensioni. Sta a noi capire dove vogliamo stare.
Questa escursione è adatta a tutte le persone che sentono di volersi lasciare andare, vogliono scoprire un’area difficile e non hanno paura di fare fatica. Non ci sono limiti d’età ed è eventualmente anche adatta a ragazzini che hanno già buona esperienza di montagna.
In ogni caso, l’itinerario verrà adattato sulla base delle capacità del gruppo.
Servono:
- Adattabilità e flessibilità
- Buona forma fisica
- Voglia di sfidarsi
- Voglia di uscire dalla propria zona di comfort
- Voglia di provare emozioni intensissime
- Aver già fatto qualche esperienza in montagna
- Socialità, curiosità ed entusiasmo
- Profondo rispetto per la natura
Attrezzatura necessaria:
- Scarponi da montagna con ottima suola
- Abbigliamento comodo, meglio se tecnico
- Uno zaino comodo
- Una borraccia o camel bag
- Cappello
- Sacco a pelo o sacco lenzuolo
- Bastoncini per camminare (facoltativi)
itinerario
Questa volta, l’itinerario che seguiremo verrà adattato sulla base delle capacità del gruppo, di modo da vivere tutt3 un’esperienza stimolante e appagante. Nel modulo di iscrizione, troverai qualche domanda in più sulla tua esperienza in montagna. Il modulo non è un test o una selezione, ma solo un modo per rendere i percorsi piacevoli per tutt3.
Sceglieremo in un secondo momento quale dei due trekking seguire: pubblico i due itinerari indicativi solo per informazione. Sono entrambi semplicemente straordinari ma sarà la guida del parco a decidere quale sarà quello più fattibile per noi.
Opzione 1 / Da nord. In La Piana, il cuore selvaggio
Giorno 1 / Val Loana – Scaredi – In La Piana
- Ritrovo ore 9.00 all’agriturismo Val Loana, raggiungibile in auto (2.15h da Milano) via Malesco. Malesco è anche raggiungibile in treno da Domodossola con la ferrovia vigezzina
- Partenza per il bivacco In La Piana via alpe Scaredi, con un dislivello in salita moderato, e molta discesa
- Sosta mozzafiato per pranzo al sacco sull’area del monte Mottac
- Arrivo al bivacco di In La Piana nel tardo pomeriggio, sul limitare della Riserva Integrale del Pedum, la parte più selvaggia e protetta di tutto il parco
- Legna, fuoco, preparazione della cena e della sistemazione per la notte
Lunghezza dell’escursione: 10 km
Dislivello: ↗600 m ↘880 m
Tempo di percorrenza a piedi, escluse le soste: 6 ore
Giorno 2 / Rientro in Val Loana via Alpe di Vald
- Risveglio, colazione al bivacco
- Esplorazione dei torrenti verde smeraldo della Val Grande
- Ripartenza verso la Val Loana su un sentiero diverso, via Alpe di Vald, con più dislivello in salita
- Sosta panoramica per pranzo al sacco
- Rientro alle auto, baci, abbracci e cuori spezzati
Lunghezza dell’escursione: 14 km
Dislivello: ↗1300m ↘1050m
Tempo di percorrenza a piedi, escluse le soste: 6 ore
*Dati indicativi, il sentiero verrà adattato alle capacità dei partecipanti
Opzione 2 / Da sud. Teleferiche, eremiti e ponti di pietra
Giorno 1 / Bracchio – Vercio – Corte Buè – Velina
- Ritrovo a Bracchio, raggiungibile in auto con 1.30h da Milano. La fermata del treno più vicina è Mergozzo, ben collegata con Milano
- Partenza per Vercio, con vista spettacolare sul lago di Mergozzo e sul lago Maggiore
- Valico della bocchetta di Vercio, e discesa fino a Corte Buè e ponte di Velina
- Arrivo al bivacco (Serena, Gruppo Escursionisti Val Grande o Velina Baserga) nel tardo pomeriggio
- A Velina Baserga, il bivacco più lontano, vive l’unico e solitario residente ufficiale del Parco Val Grande
- Legna, fuoco, preparazione della cena e della sistemazione per la notte
Lunghezza dell’escursione: 9,3 km
Dislivello: ↗1050 m ↘500 m
Tempo di percorrenza a piedi, escluse le soste: 6 ore
Giorno 2 / Rientro a Bracchio via Ompio
- Risveglio, colazione al bivacco
- Risalita in direzione Bracchio su un sentiero diverso, via Ompio
- Sosta panoramica per pranzo al sacco
- Rientro alle auto, baci, abbracci e cuori spezzati
Lunghezza dell’escursione: 8,9 km
Dislivello andata: ↗600 m ↘1150 m
Tempo di percorrenza a piedi, escluse le soste: 6 ore
SOLD OUT