Dal 2024 tutti i nostri viaggi saranno organizzati e gestiti come Kukushka Tours: la pagina qui di seguito è solo una copia di quella originale, presente sul nuovo sito di Kukushka.
BAREV, HAYASTAN! / ԲԱՐԵՒ, ՀԱՅԱՍՏԱՆ!
L’Armenia chiede di essere ascoltata. La sua voce è una melodia nitida e vibrante, che riecheggia tra le rocce e si spande per gli altopiani. Questo tour in Armenia la esplora in primavera, quando i suoi paesaggi sconfinati iniziano a rinverdire e sbocciare dopo le nevi dell’inverno.
Il Caucaso corre velocissimo e cambia di giorno in giorno. E da quando la guerra è tornata in queste terre, la rabbia delle persone tuona ancora più forte. Dopo la pulizia etnica compiuta dall’Azerbaigian in Nagorno Karabakh, oltre centomila profughi si sono riversati in Armenia, un paese che non raggiunge i 2.7 milioni di abitanti.
Sarà necessario viaggiare in punta di piedi e con il massimo rispetto, per ascoltare quello che il resto del mondo non ha voluto vedere né sentire. Mai più che in questi mesi è necessario viaggiare in Armenia.
CHE ATMOSFERA HA UN NOSTRO TOUR IN ARMENIA
Il tour in Armenia offerto da Kukushka è dedicato alla storia recente, alle minoranze etniche e al patrimonio sovietico di questo paese sfortunato ma straordinario. È un giro ad anello che esplora zone note e meno note del nord, del centro e delle prime regioni del sud dell’Armenia.
Erevan è una città che freme di vita, di cultura e creatività, che risponde alla violenza con l’arte e la musica. Gyumri, a trentatré anni da un terremoto devastante, è una città che risorge ogni giorno dalle macerie grazie alla tenacia dei suoi abitanti. La ferrovia che le unisce sfiora misteriosi templi yazidi, centrali nucleari, gole strette che lambiscono la Turchia.
Nel canyon del Debed ciclopici relitti della lavorazione del rame sputano ancora fumo dalle ciminiere, mentre, a strapiombo sulla gola, i monasteri patrimonio UNESCO di Haghpat e Sanahin sembrano non invecchiare mai. Sulla via per il lago Sevan faremo una sosta nella città sovietica di Vanadzor, che gli abitanti chiamano ancora, con un po’ di nostalgia, Kirovakan. Ci fermeremo nei villaggi molokani, dove il saluto per strada, tra oche, galline e bambini in bicicletta, da oltre duecento anni è zdravstvujte, in russo. A Sevan, un monastero secolare dialoga con una iconica casa degli scrittori sovietica slanciata verso le distese blu profondo del più grande lago alpino d’Armenia.
Da Sevan prenderemo la via degli altopiani del sud via Noratus, il più grande campo esistente di khachkar, le pietre-croci simbolo della cultura armena. Da lì, la strada si inerpica attraverso i coni smussati di antichissimi vulcani spenti. Il caravanserraglio di Selim è un luogo eterno, che profuma di via della seta, spalancato sui rilievi aridi del sud. In Vayots Dzor, una delle regioni più scenograficamente appaganti dell’Armenia, andremo a cercare vecchi cimiteri ebraici, azeri, armeni – da secoli di migrazioni e fughe, ma anche piccole cittadine-resort sovietiche semiabbandonate, nostalgiche dei tempi che furono.
E infine dal sud ci rimetteremo sulla strada per Erevan, prestando una visita allo spettacolare monastero di Noravank, circondato da rocce tendenti al rosso, e da altri capolavori dell’architettura medievale armena.
IN BREVE
Sarà un viaggio emotivamente intenso, focalizzato sull’ascolto e la comprensione di una cultura indigena millenaria che ha assimilato moltissimo dai popoli circostanti, ma ha ben chiara la sua storia e la sua identità.
Partecipanti: minimo 7, massimo 14