Cosa fare a Gerusalemme durante Shabbat: 10 spunti painderoutiani

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La Cupola della Roccia, nella Spianata delle Moschee, chiusa durante Shabbat

Gerusalemme durante Shabbat: per alcuni un’irripetibile occasione di analisi antropologica, per altri una seccatura immane che si accompagna ad ansie da horror vacui e grossi disagi. Le 24h più intriganti, uniche e allo stesso tempo megasbatti da vivere in Israele – e soprattutto nella religiosissima Gerusalemme.

Ma facciamo un passo indietro: Shabbat è il sabato, il giorno sacro per l’ebraismo, che inizia venerdì al tramonto e finisce sabato al tramonto. Giorno in cui gli ebrei osservanti pregano e festeggiano ma non cucinano, non usano motori né elettricità, non lavorano e non fanno tutta un’altra serie di cose assurde su cui potremmo scrivere un romanzo distopico. Se a Tel Aviv questa festività settimanale passa quasi inosservata, a Gerusalemme anche i muri chiudono i battenti per rispettare i doveri e i divieti della giornata. Che vi piaccia o meno, da turisti dovrete fare i conti col fatto che nella Gerusalemme ebraica è praticamente tutto chiuso.

Info importanti su Gerusalemme di Shabbat

  • la metropolitana leggera smette di funzionare per 24h, così come gli autobus
  • la maggior parte dei negozi e ristoranti è chiusa, dal venerdì sera al sabato al tramonto – riapre di solito il sabato dopo le 20, o comunque un’ora e mezza dopo il tramonto
  • qualsiasi altra attività commerciale non necessaria alla sopravvivenza è chiusa: autonoleggi, uffici del turismo, musei, siti da visitare inclusa la Spianata delle Moschee (Cupola della Roccia etc), servizi clienti etc.
  • i taxi funzionano a regime ridotto e potreste dover aspettare anche qualche ora prima che uno si liberi per venirvi a prendere

In sostanza, solo due cose vi salveranno dal grande disagio dello Shabbat a Gerusalemme: un’organizzazione painderoutianamente impeccabile di cosa fare e quando, e i vostri piedi.

Se i secondi ce li avete, e ce li avete belli carichi, allora possiamo lavorare sulla prima – su cui, dopo aver passato diversi Shabbat a Gerusalemme, ho qualche cosina da dire.

Andiamo?

Cosa fare a Gerusalemme durante Shabbat

1. Andare a vedere la città dall’alto: dal Monte degli Ulivi, o meglio dal Monte Scopus

Che tra l’altro sono tra le più emozionanti cose da fare a Gerusalemme, specialmente il venerdì sera al tramonto – il cielo arrossisce a poco a poco, le luci della città si accendono come in un presepe, i mantelli degli ebrei frusciano nei vicoli in un’atmosfera silenziosa ma concitata; e infine, appena cala il buio, le voci tremanti dei muezzin si sollevano sopra ogni cosa, avvolgendo l’aria che è pacifica e tesa insieme, dorata dai riflessi della Cupola della Roccia. Vedere Gerusalemme dall’alto è un must. Oltre che un’emozione unica, la vista sulla città permette di capire meglio la geografia fisica (i colli, i monti, il deserto e il Mar Morto non lontano) e soprattutto quella religiosa, che caratterizza la città. Le belle mura ottomane che si adagiano sulle colline, la Città di David, i campanili delle chiese, le cupole delle sinagoghe e la Spianata delle Moschee: si abbraccia tutto con lo sguardo, si fa ordine nella mente e nel cuore. È un momento importante e irrinunciabile da cui iniziare per visitare Gerusalemme con un po’ più di consapevolezza.

Il Monte degli Ulivi si trova a Gerusalemme Est e lo si raggiunge in una ventina di minuti a piedi uscendo dalla bellissima porta dei Leoni, nel quartiere arabo della città vecchia, a fianco della famosa chiesa francese di Sant’Anna. Dovrete per forza di cose passare di fianco alla Chiesa dell’Assunzione, al giardino del Getsemani e alla chiesa ortodossa di Maria Maddalena, che però per quell’ora saranno probabilmente già chiuse. La visione dall’alto e dal fianco dell’infinità antica e sobria delle tombe sarà però un’emozione difficile da descrivere. Visto da lontano, il Monte degli Ulivi (con tutta la carica storica e religiosa che porta con sé) è tutto un grande cimitero, una rappresentazione perfetta della terrenità dell’uomo, visibile da un po’ dovunque in città; da vicino è semplicemente una sopraffazione di storia e di storie – sarete pur sempre in mezzo al cimitero ancora in uso più antico del mondo! Al tramonto, dal viewpoint affacciato sulla Spianata delle Moschee, a volte si trovano ebrei praticanti che improvvisano balli e canti, o semplici cittadini che si ritrovano a pregare vicino alle tombe dei profeti. Spettacolo emozionante a cui vi auguro di assistere.

Il Monte Scopus invece è più alto del Monte degli Ulivi e offre una vista decisamente più ampia sia sulla città vecchia (vista più laterale) sia sul Deserto di Giuda e sul Mar Morto, dall’altro lato. Ancora, al tramonto ha tutto un altro effetto. Per giunta se ci andrete di sabato tutto il complesso della vicina Università Ebraica sarà chiuso e vi godrete un panorama pazzesco in completa solitudine. Consiglio di salirci imboccando i sentieri della valle di Zurim, un parco curatissimo (nella parte superiore) da cui scatterete le foto migliori sulla città: in primavera si ricopre di fiori. Una volta in cima, spingetevi più in là ancora un po’, fino ad affacciarvi sul Deserto di Giuda. Quando il cielo è pulito, si vede persino il Mar Morto. Non pensavate che fosse così vicino, vero?

2. Gironzolare a Gerusalemme Est o nella parte cristiana della città vecchia

Se la parte ebraica di Gerusalemme durante Shabbat sembra un po’ una città fantasma dove ci si sente tutt’altro che benvenuti, i quartieri arabi e cristiani rimangono invece vivi e vegeti. Forse il venerdì alcune attività musulmane possono essere chiuse, ma già dai primi minuti in Israele ci si rende conto che gli arabi hanno orari e giorni lavorativi decisamente più estesi rispetto agli ebrei: in sostanza, con gli arabi si va sempre sul sicuro che ci sarà qualcosa di aperto, sia in Israele sia in Palestina. Sia il venerdì sera sia il sabato durante la giornata troverete una città vecchia brulicante di vita, negozi, bar e chiese aperte per una visita. Anche se Shabbat dal punto di vista di un visitatore è più una scocciatura che non un plus, visitate comunque la città vecchia di Gerusalemme durante Shabbat, e in particolare il venerdì sera. La quiete, le strade vuote, le pietre millenarie lucidate dai passi di milioni e milioni di persone. Le ombre nere che camminano rapide nei vicoli, tutte con una sola destinazione: il Muro Occidentale, conosciuto anche come Muro del Pianto – anche se meno appropriato.

3. Visitare l’Israel Museum

Il deserto di Giuda visto dal Monte Scopus

Inaspettatamente l’Israel Museum, una tappa obbligata per gli appassionati di arte, storia e archeologia, rimane aperto il sabato dalle 10 alle 17. Il venerdì invece, come quasi tutti i musei e siti israeliani, chiude in anticipo, alle 14. Secondo me una delle migliori cose da fare a Gerusalemme per scacciare l’horror vacui dello Shabbat. Il museo è davvero talmente grosso, ricco e ben organizzato che potreste passarci tranquillamente l’intera giornata, anche perché include un bel giardino pieno di sculture, una enorme ricostruzione di Gerusalemme al tempo del Secondo Tempio e l’incredibile padiglione con i famosi rotoli del Mar Morto. Da linguista sono rimasta ipnotizzata dalla sezione dedicata all’evoluzione degli alfabeti dell’area, collegati tra loro e agli elementi della natura; e anche dalla sezione dedicata alla vita ebraica, con oggetti e persino interi edifici con provenienza da tutta Europa e Vicino Oriente – ci sono intere sinagoghe smontate e rimontate dentro il museo, alcune con legni dipinti meravigliosi.

Il costo del biglietto (54 NIS adulti, 39 NIS studenti) è davvero regalato per la vastità del museo e dei servizi inclusi (audioguide gratuite anche in italiano, guardaroba gratuito, un curatissimo giardino in cui rilassarsi etc.). Solo il caffè del museo rimane chiuso. Pure il loro sito web è spaziale!

4. Visitare il Rockefeller Museum

Oltre che aperto il sabato mattina dalle 10 alle 14 (il venerdì è chiuso), il Museo Archeologico Rockefeller è pure a ingresso gratuito. Raccoglie fotografie e reperti archeologici ritrovati soprattutto durante il Mandato Britannico, tra cui una statuetta vecchia di 9.000 anni ritrovata a Gerico (Cisgiordania). Si trova a Gerusalemme Est, non lontano dalla Porta di Damasco. Worth a visit, magari combinandolo con l’Israel Museum, per una combo assoluta di archeologia della Terra Santa.

5. Visitare la Chiesa romanica di Sant’Anna

Il parco archeologico a fianco della chiesa di Sant’Anna

Una bella chiesa romanica del XII secolo che ricorda le abbazie cistercensi provenzali. Costruita sulle rovine di una basilica bizantina a sua volta sulle piscine di Bethesda, citate nei Vangeli, oggi il complesso è amministrato dai francesi e include la chiesa, un piccolo giardino e gli scavi archeologici della basilica e delle piscine, più una grotta sotterranea dove i crociati credevano fosse nata Maria. Una tranquillissima oasi di pace nel trambusto della città vecchia di Gerusalemme da cui non vorrete più venir via.

Nota painderoutiana: subito a destra dopo l’ingresso ci sono dei bei bagni puliti gratuiti!

6. Andare a vedere l’inizio dello Shabbat il venerdì sera al Muro Occidentale

Esperienza conturbante che non deve mancare. Le scene che vedrete saranno completamente incomprensibili, ma non per ciò poco affascinanti: anzi. Durante lo Shabbat non è possibile fare foto al Muro Occidentale o alle persone lì intorno. Alcuni verranno persino a dirvi – chi in maniera garbata, chi a male parole: gli israeliani sono così, cinquanta e cinquanta – di non usare elettricità o qualsiasi tecnologicoso in loro presenza, in segno di rispetto.

Dimenticatevi la macchina fotografica e immergetevi completamente nel bagno di folla (maschile da un lato, femminile dall’altro – ahimé non si può vedere l’altro settore! Ma a nostro vantaggio, almeno una stramaledetta volta, posso dire che il settore femminile mi è sembrato meno pittoresco ma molto più autentico e solidale rispetto a quello maschile, molto tetro e meno inclusivo) che piange, prega, sorride baciando il muro, infila bigliettini di preghiere tra le grosse pietre del Secondo Tempio, oscilla ripetutamente sillabando versetti dei testi biblici, canta, balla in cerchio, salta di gioia. L’arrivo dello Shabbat davanti al Muro è un’esperienza spirituale di una portata indescrivibile che sono certa vi scuoterà da dentro con grande forza, a prescindere dal credo o non credo di ciascuno di voi.

Ricordo che rimasi particolarmente sconvolta e colpita dai canti di alcune ragazze giovanissime – eppure molte di loro già sposate: si vedeva dalla parrucca, che le ebree ortodosse indossano per tutta la vita sul cranio rasato una volta sposate. In cerchio, ballando e saltando mano nella mano, cantavano in coro con una gioia contagiosa, gli occhi pieni di una fede fortissima verso un qualcosa per me di lontano e incomprensibile. Raramente in vita mia ho visto dei volti così pieni e felici.

Nonostante il divieto per l’uso di elettricità, di nascosto decisi di registrare quei canti perché per me erano qualcosa di troppo bello per essere lasciato scivolare via nella memoria. Li allego qui sotto: ascoltateli, per piacere, continuando a leggere l’articolo. Le immagini non servono, perché sono sicura che capirete la portata dello Shabbat dall’energia che questi canti sprigionano.

7. Salire sulle mura di Gerusalemme o visitare la Cittadella di David

Queste due attrattive classiche della Città Vecchia rimangono inspiegabilmente aperte anche durante Shabbat. Approfittatene e organizzate bene la vostra visita. La passeggiata lungo le mura si imbocca appena entrati dalla Porta di Giaffa, a sinistra, da una scalettina ripida e assolutamente non vistosa. Secondo me è davvero una bella esperienza che vi farà godere delle belle mura merlate dell’epoca di Solimano il Magnifico e dei tetti della città, visti da un’altezza insolita. Biglietto abbastanza economico. La Cittadella di David (da non confondere con la Città di David) invece è una bella fortezza crociata che ospita mostre ed esposizioni temporanee.

8. Provare a entrare al Santo Sepolcro

Davanti al Santo Sepolcro essenzialmente dovrete rispondere a una, grossa, importante domanda: “è la mia fede cristiana abbastanza vigorosa e ostinata da affrontare le n ore di violentissima coda a fianco di invasatissimi pellegrini per provare a scendere sotto terra a vedere quello che Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, 300 anni dopo la morte di Cristo reputò che fosse il Golgota dopo aver qui rinvenuto tre croci di legno, miracolosamente conservatesi per i suddetti 300 anni?”. Certa che la risposta vostra nel 99.9% dei casi sarà un sonoro “*§%&£|?°”, proseguiamo oltre.

Il Santo Sepolcro è per alcuni una visione commovente e spiritualmente toccante, al pari della visione del Muro Occidentale. Per altri è la perfetta rappresentazione del fanatismo religioso, declinato in tutte le possibili confessioni del cristianesimo. Qualunque effetto vi farà, è comunque un luogo molto forte e che merita una visita, ma attenzione: livellate le vostre aspettative. Il Santo Sepolcro non è San Pietro: immaginatevi tutte le diverse correnti del cristianesimo che nei secoli aggiungevano piccole cappelle, espandevano il santuario, si contendevano persino il numero di candele da gestire intorno al sepolcro di Cristo. Da fuori è quasi nascosto, tutt’altro che appariscente, la facciata è quella sobria di una qualsiasi chiesa medievale in pietra. Da dentro è dispersivo, fatto di una miriade di sotto cappelle su più livelli, inclusa una struttura circolare tutt’altro che imponente.

Il bello del Santo Sepolcro è vedere il fervore invasato dei pellegrini e l’alternarsi quasi spettacolare, a tutte le ore, di processioni e riti di tutte le confessioni. L’ultima volta ho assistito alla cerimonia solenne (a tratti direi sciamanica) guidata dal metropolita armeno, incappucciato di nero quasi come un mangiamorte, che incedeva sul suono ritmico di bastoni d’oro sbattuti sul sagrato. Piccola nota: se ci tenete a visitare il Santo Sepolcro come si deve, allora mettetelo in cima alla lista di cosa fare a Gerusalemme durante Shabbat, perché essendoci meno turisti in città avrete decisamente più chances di riuscire a entrare.

Non perdetevi la cappella greco ortodossa, interamente rivestita di bellissimi mosaici, e che essendo rialzata di un piano vi darà una visione privilegiata sulla lastra su cui si reputa sia stato deposto il corpo di Cristo, appena dentro l’ingresso. Vedrete le comitive di nonnine calabresi sgomitare nella folla per chinarsi a sfregare sciarpe, unguenti, foto dei nipoti e collanine contro la mistica pietra, per riportare a casa un po’ di santità.

9. Andare a rilassarsi a Sacher Park o visitare quartieri meno centrali della Gerusalemme ebraica

Ma cosa fanno gli ebrei non praticanti durante questo faticosissimo Shabbat a Gerusalemme? Molti vanno a rilassarsi al parco: Sacher Park è uno dei più popolari. Visitate però anche quartieri meno battuti dagli itinerari turistici, come il bellissimo Ein Kerem, dalle architetture eclettiche, o la zona intorno al monte Herzl. Farlo durante Shabbat significa essere probabilmente i soli per le strade, sensazione surreale. Unico problema: i trasporti. Se avrete affittato una bici l’unico problema saranno le salite impietose. Altrimenti i taxi (avvicinabili, ma non economici) scarseggiano ma comunque circolano lo stesso. Scaricatevi Gettaxi.

10. Visitare la Cisgiordania con i pullman palestinesi

Anche se non l’avevate programmato, credo proprio che dovreste entrare in Palestina e vedere con i vostri occhi in che condizioni migliaia di persone sono costrette a vivere da uno stato fondato sull’apartheid. Non è né pericoloso né strano: avete un passaporto privilegiato che vi permette di farlo, e dovreste farlo. Approfittare del fatto che a Shabbat a Gerusalemme è tutto chiuso è un’ottima idea: la Palestina è sempre aperta.

Tutti i trasporti palestinesi funzionano alla grande durante Shabbat. A Gerusalemme partono dal parcheggio di fronte alla Porta di Damasco. La gita più semplice, ma non per questo meno importante o toccante, è senza dubbio una visita a Betlemme con immancabile tappa al museo dentro il Walled Off Hotel di Banksy, costruito proprio di fianco al lunghissimo muro di cemento alto 8m e coronato da 2m di filo spinato che sta piano piano circondando anche tutta la Cisgiordania. A Betlemme c’è molto di più da fare e da vedere, ma secondo me una visita anche breve è veramente obbligatoria se volete avere anche solo una minima idea di come sia la vita oltre il muro e di che aria si respiri in Palestina. Non sarà abbastanza per capire niente sulla questione israelo-palestinese, ma forse vi farà quantificare un po’ meglio la complessità e delicatezza della situazione. Per Betlemme il pullman giusto è il numero 21, che vi lascia alla stazione di Bab El-Zakak, intersezione tra Hebron Rd e Derech Beit Jala.

Altre gite fattibili in giornata sono a Gerico, dove c’è molto da vedere specialmente in ambito archeologico (sarebbe meglio dormirci una notte), Ramallah, Nablus e Hebron, dove però consiglio fortemente una visita con guida. La situazione a Hebron è veramente estrema e andare con aspettative turistiche è quanto di più sbagliato si possa fare. Visitatela in punta di piedi, con qualcuno che vi racconti a cuore aperto come si vive in una città divisa in settori e spaccata dai checkpoint. Ne ho parlato un po’ di più nel post generale sull’itinerario di viaggio in Israele, Palestina e Giordania.

Consiglio Abdallah Maraka come guida a Hebron.

11. Fare un Free Walking Tour a Gerusalemme durante Shabbat

Un buon modo per riempire la mattinata del sabato è fare un tour a piedi gratuito per i luoghi storici più importanti della città. I free walking tour funzionano con le mance: non è obbligatorio darle, ma è un modo carino per sostenere queste iniziative. Alcuni tour sono anche prenotabili online gratuitamente, se volete essere sicuri di avere un posto.

Altrimenti potreste optare per girare la città vecchia in maniera più approfondita con una guida, a prezzi più che ragionevoli.

Per oggi è tutto.
A presto,
Ele

Link consigliati in questo articolo

Free walking tour e tour guidati di Civitatis

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Una risposta

  1. noi siamo stati l’estate scorsa. ho voluto vedere l’inizio dello shabbat il venerdì sera, perché secondo me ne valeva la pena. il giorno dopo siamo andati a fare un’escursione organizzata (non ricordo più se quella nei territori occupati o quella a Masada, ma insomma, una delle due).
    alla spianata siamo stati l’ultimo giorno e ne sono felice perché è un luogo di rara bellezza che porto ancora con me.

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