Se cercate città belle, allora Bishkek non fa per voi. Se invece cercate nuove domande e volete lasciarvi stupire per davvero, allora date una chance alla capitale di un piccolo stato, il Kirghizistan.
Questo post è una piccolissima guida al cosa fare e cosa vedere a Bishkek.
Bishkek era ed è una città figlia di un’utopia, come abbiamo raccontato in questa puntata di Cemento podcast. Città razionale, di lunghissimi viali, microrayony dalle forme geometriche perfette, parchi a forma di stella a cinque punte, una sfilata di università, cinema, teatri, monumenti e statue di Lenin che indicano la via. Tornando dopo sei anni, ad agosto 2023 e a maggio 2024, l’ho trovata più piacevole e anacronistica che mai, tutta aggrappata al suo passato sovietico che non vuole lasciar andar via, tutta presa dalle nuove mode, da una parte e dall’altra – la Russia come modello di modernità, ricchezza e prestigio, l’Islam e i Paesi del Golfo, ma anche la Turchia, come modello di modestia, fede, stile di vita morale.
Ecco, Bishkek è un po’ un turbine di tutte queste cose, con volontà di grandezza e un modo di farlo davvero molto tenero, spontaneo, di un popolo che si vede che ha il modo di pensare della gente di grandi montagne. È una città che si fa voler molto bene, piena di parchi, piena di persone per le strade e di vita. Ma se cercate attrazioni mozzafiato, non è la città per voi.
Guardate invece le persone, perché, al di là delle spettacolari architetture sovietiche di Bishkek, la città è soprattutto questo. Che facce hanno, come si comportano, cosa fanno, che lingua parlano. Cercate le montagne del parco di Ala Archa sopra i tetti dei palazzi. Andate a caccia di storia tra le millemila statue sparse dovunque, rimanete ad ascoltare un concerto folk organizzato nei viali alberati, perdetevi tra le mille sezioni dell’Osh Bazaar. Stupitevi di quante università diverse ci siano tra le poche vie del centro… ma soprattutto fatevi ospitare con CouchSurfing da qualcuno che a Bishkek ci vive, e che vi possa raccontare quanto necessario a farvi innamorare di questa piccola repubblica sperduta e lontana da tutto e tutti.
Se avete bisogno di un post più tecnico-pratico per organizzare un viaggio in Kirghizistan e in altri stati dell’Asia Centrale, c’è questo post.
Leggi anche:
Cosa vedere a Osh, Kirghizistan
Cosa vedere ad Almaty, Kazakistan
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Cosa vedere a Samarcanda, Uzbekistan
Libri da leggere sul Kirghizistan
Se cercate qualche libro da leggere sul Kirghizistan, vi consiglio Ajtmatov, forse il più grande scrittore e intellettuale kirghiso. Ho adorato Il Battello Bianco, ma anche gli altri suoi libri pubblicati in italiano: ne ho recensiti vari nel post sui libri da leggere per un viaggio in Asia Centrale.
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Cosa vedere a Bishkek
La prima volta a Bishkek stata ospitata da due ragazzine neodiciottenni che mi hanno aperto le porte del Kirghizistan del futuro. Con loro ho visto e fatto tanto, perché a Bishkek c’è una vita incredibile, un’energia giovanissima, e nelle mie consuete lunghe passeggiate ho trovato una quantità esorbitante di concertini, eventi organizzati a caso, mercati o semplicemente gente e bambini festosi per le strade, che sono sempre una meraviglia da guardare. E poi, ovviamente, ho parlato a lungo con tantissime persone.
Aisha, la prima, ha ospitato me e Mama Afrika con la sua famiglia. La madre non parlava nemmeno russo, e comunicavamo a sorrisi. Aiganysh, la seconda, viveva con la sorellina diciassettenne. In qualche modo, siamo riuscite a costruire un rapporto profondo. L’abbiamo convinta a partire, da sola, nonostante le fortissime resistenze della famiglia. E indovinate un po’? Due mesi dopo ci ha mandato una foto da Astana, in Kazakistan… Con la scusa dell’Expo 2017 ha preso e ha fatto il suo primo viaggio all’estero.
Queste due ragazzine, che in Kirghizistan sono invece già donne adulte e indipendenti, mi hanno illuminato le strade della capitale kirghisa. Che è una città ferma nel passato per molti versi, ma che sta risorgendo con le nuovissime generazioni e lo sta facendo alla velocità della luce. Da un lato, in Kirghizistan e soprattutto a Bishkek si respira ancora Unione Sovietica come in pochi altri stati, ma soprattutto oggi si respira Russia (e sono due cose ben diverse): nelle strade la gente parla russo, tutto è scritto in russo e, surprise surprise, il sistema scolastico è stato fino a pochi anni fa interamente in russo. Storia russa, letteratura russa. Come mi ha detto Aisha, «Dostoevskij lo so a memoria, ma la letteratura russa non mi piace. Non so neanche che faccia abbia San Pietroburgo!»
La Russia poi è quella delle rimesse di chi è emigrato a Mosca e fa lavori massacranti, mandando quanti più soldi possibile a casa. Il 27.9% del PIL del Kirghizistan è dato da rimesse dall’estero (2022, World Bank). Non a caso a Bishkek l’Unione Sovietica non voleva proprio cadere, ma è caduta lo stesso.
Cosa vedere a Bishkek: la Chuy Avenue
Quindi, veniamo a noi e a cosa vedere a Bishkek. La prima cosa da dire è che Bishkek si srotola lungo una strada lunghissima e praticamente infinita, la Chuy Avenue. Camminando sempre dritto lungo la Chuy, con decine di baracchini che vendono cibo di strada, incontrerete, una dopo l’altra, praticamente tutte le cose da vedere a Bishkek. Organizzare un itinerario a Bishkek è facile perché basta iniziare, da est o da ovest, e spostarsi progressivamente un po’ in su e un po’ in giù per la città.
Nota bene: le cose da vedere a Bishkek sembrano molto vicine tra loro, ma la città è più grande di quello che sembra. Vi toccherà a un certo punto fare almeno una breve corsa in autobus o marshrutka.
Piazza della Vittoria (Victory square)
Iniziamo questo articolo su cosa vedere a Bishkek con un luogo-simbolo di ogni città sovietica che si rispetti, e soprattutto di una città-utopia: la fiamma eterna e il monumento al den’ Pobedy, il giorno della Vittoria. Ovvero quando, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1945, l’Armata Rossa entra a Berlino. A Bishkek, dove la guerra fisicamente non è mai arrivata, il monumento (1985) è una splendida cornice in granito rosso che abbraccia le montagne del Tien-Shan sempre innevate. E a cosa assomiglia? A una yurta, ovviamente, con il suo tynduk in cima a mo’ di corona funeraria, raffigurato anche sulla bandiera kirghisa.
I nuovi palazzi semiabusivi ora bloccano la vista alle splendide montagne innevate del Tien Shan e, poco distante, svetta un’immensa moschea in stile ottomano finanziata dalla Turchia. Un grande spazio vuoto così profondamente sovietico ma circondato dai primi segni dei tempi che cambiano.
Cosa vedere a Bishkek: il circo
Poco più avanti c’è un altro caposaldo architettonico delle città sovietiche, il circo (1976): ci sono moltissime architetture moderniste a Bishkek, e questa è una delle più iconiche. Oggi teoricamente funziona ancora come circo, ma la struttura in realtà è in stato di semiabbandono.
Aggiornamento primavera 2024: il circo di Bishkek è in ristrutturazione e sta venendo ridipinto di bianco, non è chiaro cosa ne sarà.
Il palazzo dei matrimoni
Risposta sovietica all’organizzazione di riti matrimoniali indipendenti e clandestini, questo colosso mastodontico in marmo e vetro è un edificio ardito che rievoca palesemente una cattedrale laica. Le guglie, le vetrate colorate, l’ingresso trionfale… se non fosse che il motivo centrale della decorazione dietro «l’altare» è lo stemma della SSR kirghisa, con tanto di falce e martello, motivi decorativi nomadi, sole che sorge dietro i picchi innevati del Tien-Shan e fasci di cotone e grano a chiudere il tutto.
È ancora in uso e non è raro assistere (da fuori, con rispetto) a matrimoni civili celebrati al suo interno. Da non perdere tra le cose da vedere a Bishkek, splendide soprattutto le vetrate al primo piano.
Il museo di belle arti Aitiev e il teatro dell’opera e del balletto
Un altro edificio massiccio contrapposto alle linee austere, ai colonnati, alle statue neoclassiche e agli stucchi del teatro dell’Opera e del Balletto, che è invece ancora in stile staliniano. Il museo delle belle arti è un edificio d’avanguardia costruito da un team di architetti kirghisi giovanissimi nel 1974, una vera rottura e un segnale forte anticipatore dei nuovi tempi che correvano. Per tutto il decennio successivo e oltre, la capitale del Kirghizistan si sarebbe interamente rinnovata di nuovi, immensi edifici modernisti.
Anche nelle periferie dell’Impero, anno dopo anno, l’architettura prendeva le distanze dal classicismo staliniano. Vedere i due edifici insieme, a colpo d’occhio, è abbastanza impressionante.
Cosa vedere a Bishkek: i parchi e le aree verdi
Il parco dei Panfiloviti a Bishkek è un parco a forma di stella a cinque punte pieno di statue massicce a memoria degli eroi detti panfiloviti dell’Unione Sovietica, una divisione centroasiatica che difese strenuamente Mosca nel 1941, tra realtà e leggenda. Sembra che Marx ed Engels abbiano sostituito una vecchia statua di Stalin, abbattuta con l’onda del disgelo innescata da Khrushchev dopo la morte di Iosif Vissarionovich.
Nell’Oak Park, subito dietro il Museo di Storia e vicinissimo al Panfilov, ci sono altre decine e decine di statue. È una costante dei parchi e dei viali del centro di Bishkek: ce ne sono molte anche vicino all’Università dietro la Filarmonica. Oltre a queste c’è anche un monumento enorme fatto da due lastre di cemento alte 28 metri con statue alla base, kirghise e russe, a simboleggiare l’incorruttibile amicizia dei due popoli, eretto per il centesimo anniversario dell’annessione del Kirghizistan all’impero russo. Un monumento che oggi è diventato controverso e che ha più i caratteri dell’interdipendenza obbligata che non della spontanea amicizia (vedi foto di dettaglio nel paragrafo sopra).
Cosa vedere a Bishkek: il museo Frunze
Spettacolare edificio modernista con bassorilievo sulla facciata dedicato a Mikhail Frunze, bolscevico di spicco nato proprio a Bishkek da padre rumeno e madre russa. Muore nel 1925 durante un intervento chirurgico volutamente fatale probabilmente orchestrato da Stalin: verrà sepolto nella necropoli del Cremlino, a Mosca, e la città di Bishkek rinominata in suo onore (si chiamerà Frunze fino al 1991).
Il museo espone vari oggetti appartenuti a Frunze, inclusa la sua casa natale in argilla, costruita dal padre. Le case-museo di importanti bolscevichi sono un topos tutto sovietico che si ritrova anche altrove: un analogo un po’ inquietante di quanto fatto al museo di Stalin a Gori, costruito a fianco alla sua casa natale, ma anche la casa museo di Stepan Shaumian, detto il Lenin del Caucaso, a Stepanavan in Armenia.
Il Cinema Ala-Too e gli altri cinema storici di Bishkek
Lungo la Chuy, l’Ala-Too non è l’unico cinema storico che incontrerete: ci sono anche il Rossiya e, più avanti verso l’Osh bazaar, l’Oktyabr’. L’Ala-Too però è il più antico cinema del Kirghizistan, costruito nei primi anni ’60 e decorato da bassorilievi che celebrano il nuovo byt sovietico tra le montagne kirghise: decorazioni nomadi, stella rossa, un cosmonauta che conquista lo spazio, agricoltura, lavoro e istruzione, il tutto sotto l’egida dell’amicizia tra i popoli, scolpita nei nomi di Kirgiziya e Rossiya.
Piazza Ala-Too, Manas, Lenin e il Museo di Storia
Se mai nella vita avete visto una foto di Bishkek, sicuramente era della piazza Ala-Too. Grande e ordinato spiazzo sconfinato. In mezzo alla piazza, il Museo di Storia: uno cubo bianco e massiccio, vegliato dalla statua di Manas, il leggendario eroe del poema epico condiviso dalle popolazioni turchiche dell’Asia Centrale. Dietro il Museo di Storia, non perdetevi la statua diLenin, con la mano tesa a indicare il rosso avvenire. Se ha senso parlare di must anche quaggiù, è un must tra le cose da vedere a Bishkek.
Sì, Bishkek è una città sovietica. Nell’era post sovietica i cambiamenti in questa piccola repubblica sono stati molti. Nel 1999 al posto del possente Manas c’era una trashissima statua della Libertà con una corona in mano, e prima ancora, dai tempi dell’URSS, ovviamente quella di Lenin, come in ogni buona città dell’Unione che si rispetti. Nel 2003 la statua di Lenin è stata spostata, per compromesso storico, dietro al museo, con una mano che indica i nuovi palazzi governativi anziché le splendide montagne del Tien-Shan. Di questa e altre vicende legate alle statue di Lenin abbiamo parlato in un nuovo podcast, Kult.
Il vero bello della piazza Ala-Too, però, è che è una piazza della gente e per la gente. Dei ragazzini che vanno in skateboard ai piedi di Manas, alle donne che si fanno fotografare sulle scale. Dei poliziotti che passeggiano prendendosi un gelato prima di fare da sostituti al cambio della guardia. Delle mamme coi passeggini. Delle grandissime manifestazioni religiose e politiche, tra cui la più importante, nel 2005, ha allontanato il primo presidente kirghiso contestandone l’elezione. Oggi è fieramente il paese delle tre rivoluzioni in quindici anni: nel 2005, 2010 e 2020.
Se di cosa vedere a Bishkek doveste scegliere una sola cosa, forse per emblematicità vi direi la piazza Ala-Too.
Il Parlamento
Il parlamento è una specie di piedistallo al contrario calato da degli alieni di passaggio sopra i cieli di Bishkek. Fa meditare sul passato sovietico del Kirghizistan, difficile da abbandonare, specialmente quando il futuro è incerto. Prima era circondato da alte cancellate, poi le hanno buttate giù nel 2020 con la terza rivoluzione.
Se ancora non vi è chiaro di che pasta sono fatte le persone in Kirghizistan, ecco a voi un altro esempio luminoso.
Piazza della Filarmonica
Inondata di tulipani coloratissimi, fontane e circondata da qualche edificio residenziale e una bella guglia staliniana. Al centro, la sede della Filarmonica di Bishkek, che ricorda la tastiera di un pianoforte, e un’altra statua di Manas. Dal retro dell’edificio, verso l’Università Jusup Balasagyn, vedrete i primi profili di montagne innevate dalla città.
Il mosaico dell’università
Nascosto tra i blocchi delle università nazionale di Bishkek c’è questo immenso mosaico (1978) dai tratti onirici, fatto di tessere rettangolari e opera-capolavoro di Satar Aitiev, uno dei più grandi artisti kirghisi. È di gran lunga uno dei più particolari e impressionanti mosaici sovietici di Bishkek. Si chiama «Il sentiero dell’illuminazione» e raffigura la trasfigurazione di persone in abiti tradizionali in persone moderne e istruite, dopo aver attraversato una barriera dai tratti antropomorfi, che forse simboleggia la conoscenza.
Le espressioni delle persone e la voluta ambiguità dell’opera lasciano però spazio all’immaginazione per altre interpretazioni, meno fedeli alla linea. Nella periferia dell’Impero era tollerato e succedeva realmente, come dimostrano anche le esperienze artistiche sovietiche di altre repubbliche periferiche come Georgia e Armenia. Le decorazioni a mosaico continuano anche sui lati dell’edificio.
Coordinate per individuarlo:
42.879714957240616, 74.58330873687235
Osh Bazaar
E infine il cuore pulsante e popolare di Bishkek: l’immenso mercato chiamato Osh Bazaar. Concentratevi sul bel caos silenzioso dell’Asia Centrale, sugli enormi pani lucidi e decorati con cura, sulle verdure vere, sporche, storte, che non sanno di plastica.
Concentratevi sulle persone, chiacchierate con loro (sapere un po’ di russo è d’obbligo in Kirghizistan, altrimenti non chiacchiererete poi molto). Si può contrattare un po’, ma con garbo – i prezzi non sono gonfiati apposta per i turisti. La gente davvero non ha intenzione di imbrogliarti, spennarti, derubarti.
Non perdetevi anche l’artigianato kirghiso e specialmente i cappellini in feltro: io li amo tantissimo, se non abitassi a Milano li indosserei tutti i giorni (#seciao), e ne ho comprati un bel po’ da regalare. Attenti però perché alcuni cappelli hanno un significato culturale o religioso forte: in giro la gente li indossa davvero. Quindi comprateli ma magari non indossateli per strada: potrebbe non essere rispettoso.
Un altro appunto: l’Osh Bazaar è immenso e costruito da quattro isolati principali divisi da strade trafficatissime con semafori che nessuno rispetta e ingorghi deliranti, con asini, cavalli e quante più bestie si può nel mezzo.
Visitate anche le altre aree, all’Osh Bazaar si compra di tutto: dalla carta igienica al nasvai, un tabacco tagliato a volte con limone, altre con altre sostanze che si manda in circolo nel sangue mettendolo sotto la lingua. È considerato di fatto al pari di una droga ed è una piaga sociale in Asia Centrale. Se vedrete gente coi denti marci e che sputa in continuazione, beh, è il nasvai. L’area dell’Osh Bazaar che lo vende era davvero surreale, ora la moda sta un po’ passando. Non fate foto.
Cosa vedere a Bishkek: il Dordoy Bazaar
Il mercato più grande di Bishkek non è però l’Osh Bazaar. Quasi fuori città, prendendo una marshrutka dalla stazione degli autobus, si trova uno dei mercati più grandi dell’intera Asia Centrale. Più da ingrosso che da turisti, in realtà, ma con una strana peculiarità: è interamente fatto di conteiner. Cioè, le bancarelle sono ricavate dentro conteiner impilati su più piani e coperti da dei tetti di lamiera. Lo scenario di solo conteiner è davvero surreale, ma il mercato è così grosso e dispersivo che è difficile goderselo per bene.
Dal Dordoy Bazaar partono i furgoni merci che portano ad Osh, la seconda città del Kirghizistan, valicando le montagne di notte. Se non avete ancora letto la nostra avventura della notte passata sopra le carote, beh… ve la consiglio 🙂
Storia di una notte su un furgone merci in Kirghizistan e di come mi persero una scarpa
Il viale degli eroi e il monumento alla giovane guardia
Questa traversa di Chuy non lontana dall’Osh Bazaar ha una serie di statue commemorative degli eroi della Seconda Guerra Mondiale, che in molte repubbliche dell’ex-URSS si chiama ancora Grande Guerra Patriottica. Qui a Bishkek la guerra non è mai arrivata fisicamente, ma i soldati kirghisi e dell’Asia Centrale ci sono morti lo stesso, a migliaia di chilometri da casa – quindi i monumenti ci sono comunque, quasi identici a quelli sparsi in tutti gli altri territori dell’Unione, ma sempre con qualche tocco locale.
Insolito vedere, a fianco dei volti di soldati chiaramente slavi, anche volti asiatici. «Siamo andati in battaglia per il comunismo!», recitano, in kirghiso e russo, le lastre all’ingresso del parco.
L’analogo monumento nella città di Almaty è tra i più impressionanti e possenti dell’intera ex URSS.
Un posto surreale: l’English Zone
Aisha, la prima ragazza che mi ha ospitata a Bishkek con CouchSurfing, mi ha portato nella scuola di inglese dove insegna. Già: ha 18 anni, non ha mai lasciato il Kirghizistan nella sua vita, ma insegna inglese a ragazzi della sua età o più piccoli. Se passerete da Bishkek e sarete interessati a vedere la mania filoanglofona dei super-teenagers kirghisi, contattate l’English Zone e chiedete di passare a vedere com’è.
Ho conosciuto tantissimi ragazzi e, garantito, moriranno dalla voglia di parlare con un qualsiasi straniero, ovviamente in inglese. Perché se per sbaglio ti scappa una parola in russo, in kirghiso o in qualsiasi altra lingua, devi pagare una multa 😉
Per oggi è tutto: ci si vede su Instagram, Telegram e sulla newsletter, dove annuncio i nuovi viaggi in partenza.
Eleonora
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5 commenti
Yuri
Ti leggo oggi da Bishkek, sono arrivata ieri con il mio ragazzo, siamo molto interessati ai trekking che ci sono qui nei paraggi e ovviamente vedremo la città. Ho scoperto per caso il tuo blog e mi piace moltissimo come scrivi, davvero complimenti… spero di leggerti ancora 😉 buon viaggio viaggiatrice!
Eleonora
Grazie di cuore Yuri! Buonissimi trekking!
Eleonora
Giovanni
Bravissima io non ci sono mai stato ho conosciuto gente che viveva lì ma non mi sono mai fidato di andarci e d’ora che ho letto il tuo viaggio mi hai incuriosito grazie mille
Isabella
Non lo so, non so esattamente spiegarti cosa c’è nei tuoi racconti… Ma c’è qualcosa di speciale, ogni volta. Hai un blog di viaggi, ti interessi di turismo e quindi dai indicazioni su cosa vedere, dove andare, come arrivarci ecc… Ma racconti storie. Questo sito è un cuore pulsante di emozioni che escono da questo schermo e mi arrivano dritte dritte alla pancia. E ai peli, per la pelle d’oca che spesso mi provocano. Non so se vedrò mai questa città, ma so per certo che di qualunque parte del mondo tu scriva, io prenderei un volo all’istante per andarci. È un dono questo. Brava, ancora una volta.
Eleonora
Isabella, mi commuovi davvero. Grazie, grazie di cuore perché le tue parole sono meravigliose.
A presto ♥
Ele