Cosa vedere a Lisbona: guida essenziale alla città

Pubblicato il 18 Settembre 2018

Scritto da Eleonora

Ele senti, visto che tu ci hai vissuto e ho prenotato un weekend con una mia amica a fine mese, non è che mi daresti qualche consiglio su cosa vedere a Lisbona?

E rieccoci. Tanto odiata, a tratti amata, poi odiata ancora: a Lisbona non sono più tornata, ma non mi ha ancora abbandonata. L’ho rivista a Venezia, nei bagliori riflessi sulle finestre, nelle cornici chiare delle porte. Oggi c’è che mi prendo una pausa dalle mie giornate matte e disperatissime, vado nell’orto a caccia di fagiolini e poi scrivo. Non scrivo di Lisbona da due anni, non ci torno da quasi tre, ormai, ma voi non smettete di chiedermi consigli da local per provare ad avvicinare la bella menina. Non faccio mistero che non ho amato davvero quella città, per una serie di motivi soprattutto personali, ma anche legati al fatto che a Lisbona non sono andata in vacanza, ma ci ho vissuto sei mesi per studiare. A chi mi dice ommioddio ma Lisbona è la città più bella del mondo, mi ci trasferirei domani cioè oh <3 ormai rispondo sinteticamente, quasi un po’ annoiata da quella stessa ripetutissima frase: 1. non sei milanese. 2. non hai mai preso un autobus urbano che non sia quello per l’aeroporto. 3. non ci hai vissuto. Fine della discussione, bella giornata oggi, vero?

Questo non significa che Lisbona non sia bella o che non sia da visitare. Tutt’altro: andateci, fatevi un bel viaggio on the road per il Portogallo, fermatevi in città minimo tre, quattro giorni e giratevela per bene, ma fatelo con i consigli giusti e consapevoli che assieme a voi intrepidi esploratori ci saranno frotte di americani altrettanto intrepidi esploratori, e che non vi troverete nella terra della sacra xenìa mediterranea.

Oggi provo a scrivere di Lisbona una volta per tutte. Una guida essenziale, non definitiva, non assoluta, non tutto quello che c’è da sapere, no: la mia personalissima e arbitraria e scorbutica visione su cosa vedere a Lisbona, cosa no, dove dormire, dove mangiare etc dopo 6 mesi di esplorazioni urbane. Per contestazioni, insulti e reclami, prego scrivere a: sisiciacia@painderoute.it.

Vi lascio anche tre vecchi post sull’Erasmus a Lisbona, sulle mie cose preferite di Lisbona e su quelle del Portogallo.

Lisbona: cose da sapere prima di partire

I portoghesi (o almeno i lisboeti) sono atlantici, non mediterranei. Sono molto più simili agli inglesi che non agli spagnoli. Non aspettatevi la delizia sugosa del cibo mediterraneo, perché non la troverete. La cucina portoghese, anzi, è abbastanza monotona: bacalhau, bacalhau e ancora bacalhau, zuppe, cremine all’uovo, dolcetti zuccherosi e zuppe di nuovo. La paella non è portoghese: se volete andare sul sicuro prendete una zuppa, pesce o un piatto a base di baccalà, ma non sperate che vi facciano una pasta buona, perché purtroppo c’è da mettersi le mani nei capelli. Facile prendersi cantonate belle e buone per quanto riguarda il cibo. Cercate bene i posti dove mangiare su Tripadvisor e non fidatevi dei menù a prezzi stracciati, perché mangerete male.

I lisboeti non sono simpatici. Sono snob, infastiditi dai turisti, campanilisti e non hanno ancora accettato che il Portogallo non è più una potenza coloniale. Purtroppo alcuni sono anche razzisti zoccolo duro e indifferenti a quel che succede nel resto d’Europa: del resto hanno una Super Bock e un miradouro da cui guardare il tramonto tutte le sere, e questo può bastare. Quelli simpatici sono di Porto, di Coimbra o di origine brasiliana o africana 😉 Mai come a Lisbona, viva l’imigração.

Il portoghese è una lingua neolatina, sì, e da scritta è abbastanza comprensibile per un italiano; ma il set di vocali nasali lo fa suonare quasi come il francese, e il nutrito club di consonanti che si leggono sh (come s, ç, x, ch, z etc.) lo fa sembrare una strana lingua slava incomprensibile. E il portoghese di Lisbona di fatto suona molto, molto incomprensibile, almeno i primi tempi. Basta pensare che Baixa-Chiado si legge Baisha-Shiadu, e suona come un sobborgo di Tokyo, vero? Da linguista frustrata vi chiedo, con tutto il cuore, di sforzarvi un minimo di non leggerlo pensando massì, tanto è uguale allo spagnolo. Perché non lo è. E bastano davvero cinque minuti di parlata portoghese di Lisbona (no, non del Brasile e nemmeno di Porto, sono abbastanza diverse) per rendersene conto. Bàirro non è uguale a barrio, e per giunta si legge con la doppia r aspirata. Belém si legge quasi B(e)léin. Insomma: già questi non sono proprio una simpatia, se poi gli dite barrìo alto diventano aggressivi. Sforzatevi.

Muoversi a Lisbona non è facile: la città è tutta un su e giù continuo di vie storte e tortuose, la metro copre una parte non troppo utile ai fini turistici e gli autobus, ai tempi d’oro, si facevano aspettare fino a 48 minuti. In sostanza, scarpe comode e giratevela a piedi. Vi stancherete, ma così è. Le tratte dei mezzi pubblici più utili ve le segnalo più in basso (e no, non c’è il tram 28).

Fate la tessera verde Viva Viagem e caricateci su i soldi: fare i biglietti a bordo è assurdamente caro e non esistono altre opzioni per risparmiare sui trasporti. Il giornaliero a 6€ è inutile a meno che non vogliate passare tutto il giorno a bordo del tram 28.

Cosa vedere a Lisbona in 2 giorni

Le cose più belle da vedere a Lisbona sono i vecchi quartieri: panni stesi, viuzze strette, meravigliosi azulejos (si legge: asuléjush, con la j francese come bonjour) sempre diversi che rivestono antichi palazzi, immense bouganville, nespoli o fichi che crescono indisturbati in cima a una ripida scalinata silenziosa. Più vi spingerete fuori dal centro, più la città si rivelerà in tutta la sua disarmante bellezza. Come a Venezia: un’aria unica, una luce unica e indescrivibile, fatta di molte luci diverse sommate assieme, impossibili da scomporre. Questo è il segreto di Lisbona. Cieli alti e blu, vento che sa di mare, riflessi abbaglianti, colori che danno pace.

I quartieri più famosi sono il Bairro Alto, specialmente per la movida notturna, e l’Alfama, il più antico, di planimetria araba, dove la magia accade. Sono entrambi turisticissimi di giorno. Il mio consiglio? Andateci di notte, specialmente in Alfama, e cacciatevi nei vicoli più stretti, tortuosi e bui. Ci saranno solo gatti a farvi compagnia tra le case bianche illuminate dalla luna, ma capirete l’anima di Lisbona. Al Bairro Alto andate invece nei baretti più piccoli e chiedete alla proprietaria di cantarvi il Fado mentre sorseggiate una Super Bock o una ginginha. No, non è uno spettacolo per cui si paga, è un qualcosa di così naturale e spontaneo che vorrete piangere e basta di bellezza. Un indirizzo ve lo do io: Travessa da Água da Flor 11, credo il martedì sera.

Durante il giorno, invece, avrete molti altri quartieri da esplorare per bene. La Mouraria è sudicia, malfamata di sera, ma di giorno è un incanto. È la parte non turistica dell’Alfama. Anche Graça lo è, coloratissima, abbarbicata sul colle che scivola a Est dell’Alfama, piena di sorprese.

Dall’altro lato invece avete Lapa e Madragoa: quartieri sottili, silenziosissimi, pieni di giardini (il mio preferito è il Jardim da Estrela, dove ficus enormi, fiori tropicali e laghetti vi lasceranno senza parole) e palazzi nobiliari che si aprono all’improvviso in fondo a un vicolo. Dove abita la comunità capoverdiana di Lisbona. Poi c’è l’Alcântara, vecchio borgo di marinai dove non si vede il cielo ma il rosso fuoco del Ponte 25 Aprile, che ci passa proprio sopra. Da non perdere perché è vero, autentico: ma sono di parte, perché era dove vivevo io.

L’altra cosa bella da vedere a Lisbona sono i miradouros. E ancora no, non si legge miradùros, che suona male e basta, ma miradòrush. Tradurlo con viewpoint è un affronto, non fatelo. Dei balconi naturali e gratuiti affacciati sulla bellezza eterna della città. Quello di Santa Luzia è il più famoso e instagrammabile, è vero, ma durante il giorno è troppo affollato. Camminate piuttosto fino a Nossa Senhora do Monte, il più alto e maestoso, dove sarete spesso soli a godere della vista sull’intera città. Dico davvero, una vista strabiliante sul ponte, sul Tejo, sull’Oceano, su tutto il bello che potete desiderare. Se sarete invece stanchi, fermatevi prima al miradouro di Sophia de Mello Breyner Andresen, ai piedi di una chiesa e protetto da grandi pini marittimi. Per invece guardare il tramonto sul fiume, che diventa veramente d’oro, prendetevi una birra da qualche chiosco di bengalesi e attraversate il Bairro Alto fino al miradouro de Santa Catarina. Non sarete soli, ma sarete con la compagnia giusta: quella dei ragazzi del posto che, birra alla mano, saranno lì per lo stesso motivo.

Poi c’è Belém, che tutti vogliono sempre assolutamente ommioddio visitare. Un sobborgo occidentale, tranquillissimo la domenica mattina, tutto bianco, pieno di luce. Bello come molti altri sobborghi di Lisbona che vi ho raccontato sopra. È la porta dell’Oceano ma si chiama come Betlemme. Un salto vale la pena farcelo per visitare il bellissimo Mosteiro dos Jeronimos e il suo chiostro, e poi per passeggiare lì intorno. Belli i giardini e anche l’orto botanico, mentre il padrão dos descobrimentos e la torre di Belém valgono solo da fuori. E sapevate che il museo di arte contemporanea Berardo è gratuito per tutti, sempre? Fateci un salto, merita. E non mancate di prendere i pasteis de Nata dalla pasticceria di Belém, perché sono diversi da quelli che si trovano in città e unici. Sì, vale la pena fare anche un po’ di coda (ma non troppa).

Quanto ai musei, ce ne sono alcuni veramente notevoli: su tutti consiglio la Fondazione Calouste Gulbenkian, un armeno portoghese che collezionava roba antica megawow. Leggete il post sui musei a Lisbona. Se andrete alla Fondazione, anche solo architettonicamente bellissima, fate due passi intorno a Saldanha e Campo Pequeno, eleganti zone residenziali.

Se vi piace il genere e avete un po’ di soldi da spendere, l’Oceanario è davvero grosso e impressionante, merita assolutamente; già che ci siete fate anche un giro nella zona nuova del Parque das Nações, da cui parte l’immenso ponte Vasco da Gama. Carino anche il Convento do Carmo, una San Galgano in versione lisbonese, cr0llato con il terremoto e lasciato scoperchiato; immancabile anche la Praça do Comércio, col suo giallo tipico, e che poi entra direttamente in acqua con i gradini. Ecco, se volevate una checklist di cose da vedere a Lisbona ora qualche spunto ce l’avete.

La LX Factory è un covo di hipster incredibilmente caro e sopravvalutato: niente di nuovo se siete già stati a Londra, Berlino, Bruxelles o anche solo nei posti giusti a Milano, ma entrare è gratis e c’è una bella libreria. Se passate da Alcântara magari fateci un salto. Sul blog Paola ha scritto di Lisbona underground, se vi interessa.

Cosa non vedere a Lisbona

Sarò sintetica, promesso. L’Elevador de Santa Justa è una fregatura: perché stare in coda e pagare quando si può godere della visun miradouro?

Il Tram 28 è un banalissimo tram giallo, come quelli di Milano ma meno efficiente e più piccolo, se proprio vogliamo dirla tutta. I tram a Lisbona sono belli e d’atmosfera, ma se sarete pigiati tra un’orda di giapponesi da un lato e un’orda di americani dall’altro, state certi che non la assaporerete di sicuro. Prendete piuttosto il Tram 15 che vi porta da Cais do Sodré a Belém, è bello uguale. Se proprio non potete sopportare l’onta di essere stati a Lisbona senza aver preso il tram 28, allora prendetelo piuttosto nella direzione opposta, fino al capolinea, che è l’ingresso del meraviglioso Cimitero dei Piaceri, dove la nobiltà lisbonese falciata dalla peste è sepolta. Non so se ha senso parlare di atmosfera da Ancien Régime in Portogallo, ma quella mi è sembrata.

Il Castello di Sao Jorge non è niente di speciale, lasciate perdere. Lasciate perdere anche la Sé, la cattedrale, un po’ kitsch e vuota. Salire in cima all’arco della Praça do Comércio non ha senso, idem il Panteão Nacional, che è una normalissima chiesa come ne avete già viste mille. Il Mercado da Ribeira è un posto dove comprare due verdure al triplo del prezzo di un supermercato e mangiare fighetto: anche no. La zona della Baixa è turistica e un po’ anonima.

Visitare Lisbona: consigli

Specie se avete poco tempo, ottimizzatelo bene con la LisboaCard, che vale per tutti i trasporti e per oltre 30 attrazioni, oppure con un free walking tour: ce ne sono diversi e di solito sono molto divertenti, oltre che una bella occasione per conoscere altri viaggiatori. C’è quello di Belém, dell’Alfama e anche alcuni decisamente più insoliti, come quello della splendida Mouraria.

Dove mangiare a Lisbona

Ora, io per mangiare non sono la persona giusta, ma visto che a Lisbona è facile mangiare male vi darò due dritte semplici. Più il baretto sembra sfigato, meglio è. Se ha scritte in inglese e imperdibili offerte a prezzi stracciati lasciate stare. Per il pranzo consiglio una catena di panetterie che fa buon cibo a prezzi onesti e si chiama A Padaria Portuguesa. Per la cena se volete mangiare pesce (spendendo quello che si spende per il pesce) consiglio un ristorante in Bairro Alto che si chiama Maresqueria, mentre il mio coinquilino tunisino me ne ha consigliato uno tipico portoghese, buono e zero turistico: Restaurante A Floresta da Estefânia, R. Cidade da Horta 37, 1000-169 Lisboa. I pasteis de nata sono buoni un po’ dappertutto, ma badate che non siano stati lasciati lì due giorni: devono essere freschi. Meglio nelle panetterie.

Dove dormire a Lisbona

Anche qui non ho indirizzi da consigliare ma solo zone. Badate che sia ben servita dai mezzi, perché ok bello il b&b in cima all’Alfama, ma poi dovrete scalarvi una collina per tornare a casa ogni giorno. La zona Marques del Pombal è strategica e piena di alberghi di medio livello. Bairro Alto, Chiado, Baixa vanno bene; Martim Moniz e Intendente sono zone in teoria “malfamate”, in pratica solo multiculturali. Gli alloggi lì costano meno ma vanno bene lo stesso, anzi, sono molto centrali. Se invece starete troppo fuori rischierete di perdere tanto tempo per raggiungere il centro ogni volta. Preferite ostelli e alberghi agli Airbnb, se potete, perché stanno rovinando la situazione affitti in città.

Dove andare in spiaggia a Lisbona

Andare in una città dove a gennaio ci possono essere 25 gradi senza andare neanche un giorno in spiaggia è un vero peccato. Le piagge a portata di mano sono essenzialmente tre: Carcavelos, la spiaggia urbana (niente di che), Cascais, facilmente raggiungibile col treno ma molto affollata e rocciosa, e Costa da Caparica, 30km di surfisti niente male e sabbia dorata protetta dalle dune. La zona più selvaggia di Caparica è Fonte da Telha, dove si può fare nudismo. Per raggiungere Costa da Caparica c’è un autobus all’ora che parte da Areeiro ad ogni mezza, costa circa 3€ e ci mette 40 minuti, lasciandovi dritti dritti in spiaggia. Altrimenti prendete un traghettino da Cais do Sodré e scendete a Cacilhas, da cui avrete una visione magnifica sulla città. Da lì partono frequentemente autobus per Costa da Caparica.

Cosa vedere nei dintorni di Lisbona

Dipende da cosa vi piace: ci sono già tante cose da vedere a Lisbona e non è obbligatorio uscire fuori per forza. Sintra, Cabo da Roca e altri classici sono posti affollati e turistici, ma particolari. Cascais non vale la pena, è un paesello qualsiasi sul mare e con la spiaggia. Se avete un’auto andate a vedere Cabo Espichel: sarete da soli e con tutto l’Oceano davanti a voi. Anche il Parque Natural da Arrabida merita. Altri posti sono troppo lontani per fare gite in giornata godendosi il tempo a disposizione: per Coimbra, monasteri vari, Fatima, Nazaré etc è meglio stare almeno una notte fuori.

Bene, questo era cosa vedere a Lisbona. Ho spezzato dei cuori? Vi sono stata utile? Whatever, aspetto sempre volentieri un vostro feedback.

Libri consigliati: Viaggio in Portogallo di Saramago, oppure un Pessoa, che siano poesie o il Libro dell’Inquietudine. O anche Sostiene Pereira di Tabucchi.

Per adesso até, come dicono in Portogallo.
Mi firmerò come mi chiamavano là, Nora, anche se Nora non sono io. Ho smesso di essere Nora da un po’, ma fa bene ogni tanto rimettere le cose a posto.
A presto.
Nora

Link consigliati in questo articolo

Civitatis: LisboaCard, free walking tour di Belém, dell’Alfama e di Mouraria.
Viaggio in Portogallo, di Saramago: su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store
Libro dell’inquietudine, di Pessoa: su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store
Sostiene Pereira, di Tabucchi: su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store

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6 commenti

  • Mi e’ molto di conforto leggere questo post – esattamente tre anni fa, Venezia e’ stata per me quello che per te e’ stata Lisbona. La gente mi guardava come fossi matta quando dicevo che si, era oggettivamente bella, ma non era la mia citta’, ci stavo male, e non vedevo l’ora di tornare a Londra. Non e’ colpa di Venezia… ma settembre 2018 e’ stata la prima volta che ci ho fatto pace.

    • A

      Questo post ha davvero creato scompiglio in persone che invece Lisbona l’hanno adorata, anche vivendoci (ma la maggior parte viaggiandoci), e ha invece trovato tantissima solidarietà da chi ha avuto esperienze simili in altre città (Parigi, Venezia, Lisbona e non solo). Credo semplicemente che la soggettività sia impossibile da generalizzare e gli stati emotivi influenzino troppo le esperienze. Sono “felice” di sapere che mi puoi capire in questo aspetto che ho davvero avuto problemi ad accettare nei primi tempi, specialmente perché quasi nessuno poteva capirmi. Ma credo di aver fatto bene a dare una piccola scossa all’idea che l’Erasmus è per forza “una figata”: non lo è sempre, non siamo tutti uguali, non lo sono le esperienze universitarie in genere.
      Ancora, grazie di cuore, Annika.
      A presto!
      Ele

  • Ma dai volevo scriverlo io… Anche a me il portoghese ha sempre ricordato il rumeno…o perlomeno il contrario avendo sentito ben più rumeno che portoghese. Pensavo di venire preso per pazzo ma sono contento di non essere da solo!????

  • Hai mai notato la curiosa (ma forse neanche troppo) e intensissima assonanza tra il portoghese e il rumeno? A me colpì molto la prima volta che me ne accorsi.
    Un abbraccio ^^

    • A

      A volte mi immagino tipo Cicerone che parla rumeno e boh, il mio cervello va tipo in corto circuito 😀 invece Ovidio venne mandato in esilio sul Ponto (Mar Nero) e un po’ di tempo fa ho effettivamente realizzato che è pieno di rumeni che si chiamano Ovidio, Uvidio o simili… #aiuto

    • A

      Ahahah ma no dai, per niente! A me il portoghese sembrava un sacco il russo all’inizio, ma solo per i continui “shishishi”, nient’altro. Il rumeno mi sembra tipo un dialetto strano del latino classico, pieno di vocali e dittonghi tipo ea, eae, uo, iae e simili, ma non ha tutte quelle fricative (almeno mi sembra, eh!).
      Però intuizione creativa 😀

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