Cosa vedere a Osh, Kirghizistan

Pubblicato il 18 Dicembre 2023

Scritto da Eleonora

Osh mi ha colpita, l’estate scorsa, più di quanto non avesse fatto nei primi viaggi in Asia Centrale del 2017 e 2018. L’ho trovata una città giovanissima, dinamica, molto più pulita e organizzata. Sempre inquinatissima, decisamente più religiosa e conservatrice, ma anche piacevole, tranquilla quando scende la sera.

Osh ha un’urbanistica semplice ma efficace, con qualche bel mosaico e una montagna imponente che fa da polo d’attrazione energetica tra la sconfinata distesa di tetti in eternit che è la città. È una città piccola ma vibrante, con un che di molto tenero.

Su painderoute.it mancava un post su cosa vedere a Osh, seconda città del Kirghizistan e vera capitale del sud kirghiso conservatore – dove il russo si dilegua e l’Europa si allontana, abbracciata dalle polveri e dalle calure roventi che sanno, finalmente, solo di Asia Centrale e di echi delle vie della seta. Ecco qui, quindi, una piccola lista che spero vi torni utile.

Buona lettura!

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Cosa vedere a Osh, Kirghizistan

1. Sulaiman-Too, la montagna sacra di Osh

La Sulaiman-Too, la montagna sacra di Osh, è un luogo straordinario e stratificato a cui dovreste cercare di dedicare più tempo possibile: offre davvero tanto da esplorare e sono certa vi stupirà.

A cominciare dai panorami spettacolari sulla città e sulla fertile valle di Fergana circostante – se venite al tramonto, ci saranno a farvi compagnia ragazzi e ragazze di Osh che aspettano le luci accendersi sulla città e sulla sua distesa disordinata di casette basse, vegliate dalla bandiera. Piccoli templi, santuari, tombe antiche e moderne, grotte dove andare in pellegrinaggio a chiedere la guarigione di un parente, un figlio, la longevità.

Ma alla Sulaiman-Too è quello che gira intorno alla montagna sacra a essere importante, più che non la montagna sacra in sé. Verde brillante in primavera, gialla e arsa d’estate, coperta di neve in inverno, possente ed elegante come il dorso di un grande animale che riposa tra le case.

L’UNESCO ha dichiarato questo insieme millenario di petroglifi antichissimi, insediamenti dell’Età del Bronzo, culti, rituali, luoghi votivi e viavai di pellegrini venuti da lontano, lungo le molte vie della seta, un patrimonio dell’umanità.

Tra le cose da vedere a Osh, la Sulaiman-Too è sicuramente il posto che richiede più tempo: potete pensare di dedicarle un pomeriggio intero: è più grande di quello che sembra e se vi piace scarpinare un po’ su e giù per sentierini non vi deluderà.

2. Cosa vedere a Osh: il Museo della montagna

Un luogo che merita una menzione a parte nella Sulaiman-Too è il museo della grotta, ufficialmente noto come Museo storico e archeologico nazionale Sulaiman, o museo regionale di Osh.

Quando i sovietici alla fine degli anni ’40 convertirono convertirono questa grotta in un tempio della cultura e della storia, lo fecero con un intento tanto rivoluzionario quanto dissacrante. Nel 1978, poi, dettero a Osh il suo luogo-simbolo inconfondibile: con una chiusura-apertura che gioca con le trasparenze del vetro, installarono un grosso padiglione di vetro e metallo. Un naturale prolungamento a mo’ di astronave sempre visibile da lontano e sotto cui troneggia la scritta cirillica muzey. C’è chi lo trova disturbante, ma per me è un capolavoro e un altro capitolo della storia millenaria di questa montagna.

La collezione è ricca ma, come spesso succede, i musei rimasti in tutto e per tutto all’epoca sovietica non abbondano di spiegazioni accattivanti in lingue comprensibili agli occidentali, a meno che non parliate russo. Prendere una guida costa poco, la rende felice e vi dà qualche approfondimento migliore sulla storia incredibile della montagna sacra, della sua storia di pellegrinaggi preislamici e delle civiltà che l’hanno abitata e venerata.

3. La statua di Lenin più alta dell’Asia Centrale

In Kirghizistan dyadya Lenin non manca mai e persino a Bishkek è stato solo spostato, ma mai rimosso. Per i kirghisi Lenin incarna la nostalgia per tempi migliori e per quel senso di grandezza sfumato in pochi mesi con la dissoluzione dell’URSS negli anni ’90, in cui il piccolo Kirghizistan si è ritrovato ad essere una repubblica montuosa senza risorse, senza più sussidi, in balia di lotte per il potere postsovietiche.

A Osh si trova la statua più alta dell’intera Asia Centrale: vale la pena passare a fare un saluto al padre della Rivoluzione d’Ottobre a longitudini e coordinate quantomeno bizzarre. Soprattutto quando nei paesi circostanti, come il Tagikistan, le sue statue sorelle sono state abbattute al grido di Allahu Akbar.

Di Lenin che cadono e altre storie incredibili abbiamo raccontato nel podcast Kult.

4. Mosaici sovietici

Come un po’ dovunque in Kirghizistan, l’arte sovietica è onnipresente: basta solo allenare gli occhi per vederla. Fermate dell’autobus a forma di copricapo tradizionale kalpak, vecchie insegne dei kolkhoz, memoriali della Grande Guerra Patriottica, tombe dove svettano mezzalune islamiche e falci e martello – sì, una a fianco all’altra… e ovviamente centinaia di mosaici a decorare tanto i centri delle città quanto le periferie: arte dal popolo per il popolo, gratuita, sempre visibile, spesso lontana anche da temi di propaganda politica e semplicemente vicina alla vita quotidiana della gente.

C’è un immenso mosaico in centro a Osh molto poetico, dedicato al tema delle arti, sul fianco del teatro uzbeco di arte drammatica; ci sono due pannelli onirici nello stile di Gapar Aitiev, se avete visto i suoi mosaici a Bishkek sulla facciata dell’università, sull’edificio dell’Istituto Economico Agrario che affaccia proprio sul Lenin. Entrando a Osh da nord, c’è un altro grosso e splendido mosaico lungo la strada principale a queste coordinate: 40.53429, 72.804554. Si intitola Tessuto ed è dedicato al lavoro in fabbrica.

C’è un altro immenso sgraffito intitolato “Gloria al Lavoro” proprio all’incrocio di Gaypar Aitiev e Kurmanjan-Datka, impossibile da mancare anche se passeggiate casualmente in centro a Osh, perché si trova su uno degli incroci più trafficati di tutta la città.

Il mosaico più famoso di Osh invece è il Misha olimpico, l’orsetto mascotte delle olimpiadi di Mosca 1980, nascosto tra khrushchevki sgarrupate a cinque piani a nord del mercato (40.541860002496676, 72.80160987936178). Poco più a nord c’è un altro mosaico dedicato alla compagnia aerea sovietica Aeroflot.

5. Cosa vedere a Osh: il bazaar

Cosa vedere a Osh: il bazaar

Come in tutta l’ex URSS, i bazaar sono i posti migliori dove assorbire l’atmosfera di un luogo e fare un po’ di sano people watching – le persone sono sempre la parte più interessante di ogni viaggio e la valle di Fergana rappresenta il massimo crocevia di popoli e culture dell’intera regione. Il mio bazaar preferito di tutta l’Asia Centrale rimane quello di Tashkent, ma tra le cose da vedere a Osh sicuramente non dovreste perdervi il suo bazaar.

Negli ultimi decenni la valle di Fergana, Osh inclusa, ha visto una progressiva radicalizzazione dei movimenti islamici locali. Chi ha visitato la città negli anni ’90 o in epoca sovietica oggi non la riconoscerebbe. Io stessa sono rimasta colpita dalle nuove mode che si sono diffuse a distanza di soli sei anni, tra il 2017, quando ho visitato Osh per la prima volta, e il 2023: nel bazaar di Osh oggi si vedono barbe lunghe e zuccotti nello stile del Golfo che nel 2017 erano kalpak kirghisi, tante donne con il niqab, la copertura quasi integrale del viso femminile che lascia scoperta solo una striscia per gli occhi, che anni fa erano fazzoletti colorati legati dietro la nuca o lunghe e lisce code nere.

Il bazaar di Osh è immenso, ingloba ponti coperti sul fiume Ak-Buura e potreste passarci tranquillamente una giornata intera perdendovi tra le varie sezioni. Nel 2017 ci avevo comprato scarpe (che conservo ancora!) fatte in Cina e chiamate Excalibur, dopo che i guidatori di un camion carico di carote su cui viaggiavo mi avevavano perso le mie. È una bella storia, se vi va di leggerla – in questo post, o nel mio libro.

6. I parchi di Osh

Cosa vedere a Osh: propaggini del mercato sul ponte sul fiume Ak-Buura, vicino al parco Alisher Navoi, Osh, 2017

Osh è una città rovente d’estate, ma la planimetria sovietica non ha mancato di regalare alla città due bei parchi pieni di monumenti significativi per la città e per l’intera regione. Se non sapete più cosa vedere a Osh, rilassarsi in un parco è una buona idea.

Nel parco Toktogul ci sono vari monumenti interessanti: l’immancabile alla Seconda Guerra Mondiale (qui ancora chiamata Grande Guerra Patriottica), ai liquidatori di Chernobyl, ma anche alle vittime sovietiche della guerra in Afghanistan – abbastanza inusuali da trovare così in vista nelle altre repubbliche sovietiche, in Asia Centrale sono invece onnipresente per la partecipazione massiccia dei soldati centroasiatici alla campagna afghana. È un tema ancora molto sentito ed esistono tutt’ora club dei veterani e associazioni.

C’è anche un monumento molto toccante dedicato alle stragi del 2010, quando la violenza nazionalista ha portato a perdite gravissime tra la comunità uzbeca e kirghisa della città. È stato inaugurato nel 2020, a dieci anni dagli scontri.

Nel parco Alisher Navoi, figura chiave che incarna il multilinguismo e multiculturalismo del Centro Asia (erroneamente indicato come “poeta nazionale uzbeco”, è in realtà molto, molto più di così), c’è una strana yurta a tre piani che si può visitare, e uno scassatissimo lunapark sovietico tanto pericolante quanto esteticamente appagante. Nel 2017 bastava sedersi a una panchina per fare amicizia letteralmente con tutto il parco.

7. Le mahalla uzbeche

I quartieri uzbechi di Osh, chiamati mahalla, riservano belle sorprese per chi ama le esplorazioni urbane senza una meta precisa. Bei cornicioni in legno intagliato, porte e finestre smaltate con cura, vecchi portali di moschee in mattoni, artigiani al lavoro nelle loro botteghe. Lungo ulitsa Lenina, o nel quartiere di Cheryomushki, c’è tanto da esplorare. Cheryomushki è tra l’altro il quartiere da cui sono partiti gli scontri violentissimi del 2010, che hanno portato a circa 400 vittime e a migliaia di feriti, case e negozi completamente distrutti. Gli anni passati da questa tragedia non sono ancora abbastanza ed è fondamentale visitare questi quartieri con il massimo rispetto: non sono (e spero non diventino mai) un’attrazione turistica, ma luoghi dove vivono persone che hanno vissuto violenza etnica cieca.

Per oggi è tutto e spero che questo post su cosa vedere a Osh vi torni utile.

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