Volevo vedere Oslo in inverno, perché dopo aver vissuto in Russia avevo bisogno ancora di tornare al Nord. Sorvolo i commenti sul visitare la Norvegia d’inverno: freddo, poche ore di luce, bufere di neve e in generale difficoltà negli spostamenti. Da piccola mediterranea, però, non avevo pensato che i norvegesi vivono col freddo per gran parte dell’anno. Sono davvero ben attrezzati e la città non perde la sua attrattiva, anzi! Il sottile manto bianco e le luci dell’alba e del tramonto le donano un fascino irresistibile. Con tanta motivazione, amore per il freddo e un buon equipaggiamento ci si regala un viaggetto fantastico.
Tentata dai prezzi stracciati di Ryanair, ho colto al volo le offerte e sono andata a trovare Honey, da agosto in Erasmus a Oslo. È stata un’ottima idea 😉
In un prossimo post più pratico vi racconterò del costo della vita (sì, Oslo è cara, ma non inaffrontabile: e poi mangiare panini al burro e salmone tutti i giorni non è affatto male!), di come vestirsi, degli spostamenti da Oslo Torp a Oslo città e di come organizzare gli itinerari a piedi in città. Per il momento spulciate il sito ufficiale VisitOslo, chiaro e ricco di informazioni utili.
A prestissimo e buona lettura!
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Cosa vedere a Oslo in inverno
Dopo i miei sei mesi a Mosca pensavo che un -3° non mi avrebbe scalfita. Invece a Oslo d’inverno fa freddo eccome, anche senza temperature da capogiro. Nonostante il maltempo, in città c’è veramente tanto da fare e da vedere: architettura, arte, parchi, cultura e il Mare del Nord… E poi per raggiungere boschi e laghi incontaminati basta prendere la metro o un silenziosissimo traghetto!
La città si gira facilmente a piedi o al massimo con una breve corsa di metro, che vi salverà quando starete perdendo le dita di una mano 😀
1. Operahuset
Al primo posto della lista non poteva mancare proprio lei, l’Operahuset di Oslo. Maestosa ed elegante come un iceberg che emerge dal mare, coperta di neve è più splendente che mai. È il primo motivo per cui bisognerebbe visitare Oslo d’inverno. Non dimenticatevi di visitare anche l’interno e di salire sul tetto (è gratis)! Attenzione a neve e ghiaccio, perché è tutto molto scivoloso e anche i gradini sono in pendenza, ma la vista sul fiordo di Oslo è impagabile.
2. Vigelandspark
Interamente progettato e costruito da Gustav Vigeland, questo parco è una visita imperdibile a Oslo anche in inverno. A cominciare dal cancello, praticamente uscito da Narnia, questo parco è un continuo srotolarsi di sorprese. Un ponte puntellato di statue, poi una fontana sostenuta da dei forzuti telamoni e circondata da bambini, uomini e donne intrappolati in alberi nodosi, e ancora un’immensa scalinata che conduce a un obelisco interamente fatto di corpi incastrati rilevati dalla roccia e circondato da altre statue, disposte secondo vari criteri: vecchiaia, infanzia, amore coniugale, dolore e così via. D’inverno le statue staccano ancora di più dal paesaggio: sembra di stare in un film in bianco e nero popolato da uomini di granito o di bronzo e le teste fantastiche dei draghi vichinghi. Da non perdere, se le statue di Vigeland non vi saranno bastate, anche il piccolo Vigelandsmuseet, dove sono esposte tutte le prove, i disegni, gli studi, i modellini e le copie in gesso delle statue originali del parco.
3. Sognvann (Marka di Oslo)
Il Sognvann era il lago che cercavo. E non era nemmeno nella mia lista di cose da vedere a Oslo. Semplicemente Honey, che ha molto da lavorare sul marketing, ci aveva detto che dietro il suo dormitorio c’era «un laghetto carino». Laghetto carino! Il Sognvann è una meraviglia, specialmente quand’è ghiacciato e coperto di neve. È solo uno delle decine di laghi che puntellano la Marka, la zona boscosa sulle colline appena fuori dall’abitato di Oslo e comodamente raggiungibile in metro (Sognvann è il capolinea della metro verde in direzione Nord). Oltre a godervi l’incontaminata taigà norvegese colorata da qualche sparuta casetta rossa e bianca, avrete anche modo di avvistare da molto vicino e addirittura parlare (!) con la creatura più rara di tutte a queste latitudini: i norvegesi. Basterà accarezzare uno dei loro cagnoni in estasi alla vista della neve (piangono di gioia!) per avere una scusa per attaccare bottone e deliziarvi del loro impeccabile inglese ♥
Da Sognvann e in generale nella Marka partono centinaia di diversi sentieri nella natura. Noi siamo tornati al lago ben tre volte, col buio e con la luce, e il secondo giorno abbiamo anche fatto un’escursione al Vettakollen, un colle alto circa 450m da cui si gode di una vista strabiliante su tutto il fiordo e le isole di fronte a Oslo. Lungo il percorso si incontrano altri piccoli laghetti ghiacciati e tanti diversi tipi di vegetazione, dai piccoli muschi della tundra alle bianche betulle. Con passo spedito ci si impiega un’ora abbondante per salire e una mezz’ora a scendere (sono 5km in totale), ma attenzione al sentiero ghiacciato. Se non siete norvegesi o non avete ramponcini per gli scarponi dovrete fare gli stambecchi nel sottobosco come abbiamo fatto noi!
Se invece siete meno sportivi, una vista ugualmente fenomenale si ha dalla cima del Museo dello Sci, un’enorme struttura sportiva proprio di fianco al Vettakollen.
4. Aker Brygge e il lungomare
La nuovissima passeggiata sul lungomare di Oslo è imperdibile anche d’inverno, specialmente se siete amanti dell’architettura contemporanea: si può partire dall’Opera, si aggira la fortezza di Akershus e si arriva fino ad Aker Brygge. Il nuovo molo termina con l’edificio avveniristico costruito da Renzo Piano e che ospita l’Astrup Fearnley Museet, di cui il nostro Honey è un fiero sostenitore e appassionato. Mostre d’arte contemporanea di altissimo livello. Ma per opinioni più precise chiedete a Honey, che è lo specialista in materia (nonché norvegese d’adozione) di Pain de Route.
5. I musei di Bygdøy
Su questa boscosa penisola sono concentrati alcuni dei musei più particolari e interessanti di Oslo, che da questo punto di vista è una città dalla ricchezza impressionante. In pieno stile scandinavo minimalista, i musei di Oslo sono colorati, interattivi, piacevoli e interessanti. Noi abbiamo visitato tutti i musei di Bygdøy in una giornata sola, quella in cui c’era il vento dalle Svalbard e una bufera di neve in corso. E che goduria essere al calduccio insieme alle immense navi vichinghe…
Visitare i musei è un’ottima idea per un viaggio ad Oslo in inverno. L’unico neo è che molti, in questa stagione, seguono un orario ridottissimo (il Folksmuseet fa 11-15!) o addirittura rimangono aperti solo il weekend. I più famosi hanno invece orari ‘normali’ (chiusura alle 17/18), quindi si possono visitare anche con il buio.
Il Frammuseet è il museo costruito intorno (letteralmente) alla leggendaria nave Fram, un bestione immenso e indistruttibile interamente in legno progettato alla fine dell’800 per andare alla deriva nella calotta artica e fungere da base per le spedizioni verso il polo nord geografico. Uno splendido video racconta delle condizioni estreme e del coraggio degli esploratori norvegesi dell’epoca, che riuscirono in imprese a dir poco straordinarie, tra cui la rotta per il Passaggio a Nord Ovest, cioè il giro intorno all’Artico passando tra le isole canadesi. La Fram è una nave leggendaria, che ha navigato più a nord e più a sud del globo terrestre di qualsiasi altra. Il protagonista di molte delle imprese della Fram è Roald Amundsen, un esploratore d’avanguardia morto poi cercando di soccorrere altri esploratori nell’Artico. Nel museo, dove si può entrare dentro i vari ambienti della Fram, è dedicato anche ampio spazio alle popolazioni inuit della Groenlandia e del Canada, grazie alle cui conoscenze di sopravvivenza artica queste missioni sono giunte a buon fine.
Il Folksmuseet è invece un grande parco che rievoca i villaggi tradizionali norvegesi e le città dell’epoca moderna. Molti degli ambienti interni d’inverno sono chiusi, per cui sarebbe meglio visitarlo d’estate. D’inverno senza dubbio ci si rende conto veramente di quanto quelle piccole casette di legno isolino dall’esterno e riescano a mantenere il calore. Stupenda la Stavkirke, una chiesa a pali portanti costruita interamente in legno e tipica proprio della Norvegia. Portali intagliati, draghi a mo’ di gargoyle, affreschi nell’abside e il profumo aromaticissimo del legno di pino, mentre fuori fiocca la neve. Può bastare?
Il Museo delle Navi Vichinghe invece espone, in un’edificio piccolo ma efficace, due immense navi vichinghe trovate sepolte sotto terra. Era infatti usanza tra i vichinghi seppellire i morti insieme a doni vari all’interno delle navi. Un video molto evocativo proiettato sulle volte vi trascinerà senza difficoltà all’anno mille, tra incredibili avventure via mare, battaglie e bufere. Splendidi anche gli intagli e gli oggetti trovati dentro le navi. Il museo, fra l’altro, afferma a chiare lettere che i vichinghi siano stati i “primi europei ad arrivare in America” 😉
Il Kon-Tiki Museet è invece un museo costruito interamente intorno a un sogno diventato leggenda: l’impresa che il norvegese idrofobo Thor Heyerdahl progettò e portò a buon fine nel 1947, navigando su una zattera in legno di balsa e cordami dal Perù alla Polinesia. La sua avventura era volta a provare che la colonizzazione della Polinesia fosse avvenuta in senso contrario alla teoria scientifica tradizionale, cioè dall’America. Benché la teoria sia tutt’ora non comprovata, Heyerdahl dimostrò con questa e successive avventure le immense potenzialità marittime che possedevano gli antichi. Uno dei musei per viaggiatori intrepidi che abbia mai visto, specialmente se volete farvi venire un po’ di strizza sentendo i racconti degli incontri con lo squalo balena, o di quando un membro dell’equipaggio cadde in mare per sbaglio…
Il Maritimt Museet è invece molto grande ma meno visitato: anche se io l’ho trovato a tratti un po’ tecnico, a Sherpa è piaciuto da impazzire (ma lui è un lupo di mare), e dà comunque uno scorcio completo sulla vita, la storia e gli aspetti pratici della navigazione in Norvegia. È pur sempre un museo scandinavo, poi: è bello per forza!
6. Nasjonalgalleriet
Se non potete resistere al selfie con l’Urlo (io ce l’ho fatta e non ho ceduto), un salto alla Nasjonalgalleriet è obbligatorio. Breve mostra di arte norvegese con qualche bella tela anche internazionale, suddivise per movimenti artistici. La sala centrale del museo è interamente dedicata a Munch e il museo chiude alle 18. Già che siete in Norvegia…
9. Fiordo di Oslo (visto dal traghetto)
Pensavo, stupidamente, che non vedendo i fiordi dell’Ovest mi sarei persa un gran pezzo di Norvegia. Il fiordo di Oslo è davvero stupendo e per giunta molto grande e puntellato di splendide isole. Vi consiglio di osservarlo dall’alto (dal Vettakollen, o dallo Ski Museum) o, ancora meglio, a bordo di un traghetto. Le navi novegesi sono vere e proprie navicelle spaziali, veloci e silenziose. D’inverno molte rotte sono chiuse, mentre altre corrono tutto l’anno, come quella per Nesoddtangen (quella che abbiamo preso noi).
Non dimenticatevi di fotografare la piccola chiesa-ristorante costruita su un minuscolo scoglio!
8. Il palazzo del Comune di Oslo (Oslo rådhus)
Mi è piaciuto tantissimo, sarà che ho gli occhi temprati dal realismo sovietico? Realizzato nel 1950 e già da allora parecchio criticato, questo grosso e austero palazzo a due torri sprizza arte e norvegesità da tutti i pori. A me ricorda quasi una cattedrale laica, dedicata al lavoro e alla cultura norvegese, dal medioevo fino ai giorni nostri. Bassorilievi in legno intagliato, orologi dorati, sculture e poi gli immensi affreschi dell’interno, che lascia davvero a bocca aperta. Anche questa è una bella cosa da vedere a Oslo in inverno. D’estate si tengono visite guidate gratuite in inglese alle 10, 12 e 14.
9. Il centro di Oslo
Il centro storico di Oslo non è famoso quanto quello di altre città nordiche, ma sotto Natale è piacevole e tutto illuminato a festa. Dal Palazzo Reale una discesa bianca porta fino al Teatro e all’Università, circondati dai mercatini di Natale. Altri punti d’interesse nelle vicinanze sono la Nasjonalgalleriet, dove sono custodite molte tra le tele più famose di Munch (e non solo!), il Parlamento, il Duomo (dove antico e moderno convivono alla grande), la Stazione Centrale dei treni (ultrawow e circondata da edifici avvenieristici) e la fabbrica di cioccolato Freia (bono, eh, ma grassissimo!).
Particolarità veramente carina di Oslo città, e non solo nel centro, è la quantità di statue e sculture ad ogni angolo di strada. A me mettono una serenità…!
10. Il quartiere multietnico di Grønland
Da ultimo segnalo anche Grønland, quartiere famoso per quando Oslo era la capitale europea dell’eroina. Se potrà ancora capitarvi di assistere a qualche scena notturna da poliziesco, oggi Grønland è diventato un vivace quartiere multietnico dove osservare l’altro lato dei ricchi paesi scandinavi e fare la spesa low cost dagli egiziani. Emblematica la zuffa di persone (soprattutto norvegesi!) in coda davanti agli stand per comprare la frutta e la verdura importate dagli immigrati asiatici a prezzi stracciati.
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Ele
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8 commenti
Michela
Visiteremo Oslo dal 6 al 9 dicembre, i tuoi consigli ci saranno utili!
Eleonora
Fate buon viaggio!
A presto,
Eleonora
Anonimo
grazie! ottime idee e spunti; comprerò il tuo libro: scrivi molto bene!
Eleonora
grazie 🙂
Greta Salvadeo
Informazioni molto utili, ti ringrazio!
Eleonora
Grazie a te!
Margherita
Grazie per quello che scrivi, dai sempre un punto di vista interessante e non scontato!
Senza contare che adesso una voglia incredibile di tornare in Scandinavia! ????
Eleonora Pain de Route
Grazie mille, Margherita 🙂