Cosa fare e cosa vedere a Yerevan, la capitale dell’Armenia

Pubblicato il 12 Gennaio 2022

Scritto da Eleonora

Questo post su cosa vedere a Yerevan arriva tardi, ma più carico di frutti, e dopo molti ritorni in Armenia. Se la prima volta, nel 2015, il Caucaso è stato per me il viaggio dei viaggi, è stato poi ritornandoci moltissime volte che ho maturato un amore profondo e inscalfibile. Per le persone, per l’adrenalina delle avventure, per il cibo, per l’incoscienza – ed è vero, è così. È stato talmente forte che non ho avuto poi molto coraggio di scriverne: ha preso forma solo una vita dopo, nel mio libro. Ma oggi vi racconto cosa fare e cosa vedere a Yerevan, la capitale dell’Armenia.

Informazione importante

Non è assolutamente coperta dai media italiani e lo è poco dai media internazionali, ma la situazione nella regione del Nagorno Karabakh, abitata oggi da armeni ma situata de iure dentro il territorio dell’Azerbaigian, è davvero critica: l’Azerbaigian da oltre 9 mesi, dopo una sanguinaria guerra da esso stesso scatenata nel 2020, sta bloccando l’unico corridoio da cui i 120.000 civili del Nagorno Karabakh ricevono cibo, medicine, aiuti umanitari. Un assedio (per ora) senza bombe che sta portando le persone a morire di fame, nel 2023, in attesa che lo stato autoritario dell’Azerbaigian sganci nuove bombe. Per cortesia, informatevi sulla situazione prima di partire, perché impatta anche l’Armenia, le persone che incontrerete che dovranno andare al fronte o che hanno parenti in Nagorno Karabakh.

Fonti che consiglio in italiano: Daniele Bellocchio su InsideOver, Giorgio Comai su OBC, Meridiano13, Mariano Giustino su HuffPost, Internazionale, Il Manifesto

Nota: salva da leggere dopo anche il post con l’itinerario in Armenia e il post su cosa vedere nelle diverse regioni dell’Armenia.

Come altre capitali dello spazio postsovietico, Yerevan (anche scritta Erevan, più corretto, o in italiano Jerevan) non è una città che si apprezza facilmente a primo acchito, ma è una città che va sviscerata e scoperta pietra dopo pietra, nella sua bellezza austera e solenne. Come altre capitali – in realtà diversissime – Yerevan è una città elegante e dura ma aggraziata, minimalista e melodiosa, a misura d’uomo, autentica, assetata di vita, di arte e di cultura. Ed è per questo che le voglio così tanto bene. È una sinfonia di pietra.

cosa vedere a yerevan
Con Sevak in cima a Cascade, 2015

Mettiamo in chiaro un paio, però, prima di iniziare con la nostra scintillante lista di cose da vedere a Yerevan:

  1. Per apprezzare Yerevan, e in generale l’Armenia, bisogna conoscere un po’ di storia del Caucaso e dell’ex URSS. Il Caucaso è una regione abitata da popoli indigeni con culture millenarie di una ricchezza e di una bellezza struggenti: passare senza provare a capirle neanche un pochino è proprio un peccato. Consiglio almeno Breve storia del Caucaso di Aldo Ferrari. È un brevissimo e concentratissimo testo universitario molto accessibile.
  2. Sapere qualche parola in russo o in armeno è anche una chiave fondamentale per creare connessioni con le persone che da sole varranno il viaggio. Dire anche solo un barev dzez (pronunciato “barevzés”), salve, e un mersi (più facile di shnorakalutyun!) apre infinite porte. In alternativa, praticamente la totalità di chi vive in Armenia parla un ottimo russo: zdravstvuyte, spasibo e do svidaniya funzioneranno comunque, anche se è preferibile sempre parlare in lingua locale.
  3. Vi servirà un amico locale. Senza una guida in carne e ossa yerevanese, una bàbushka raccattata al mercato o anche il primo cane randagio* di passaggio vi sarà difficile a primo impatto capire dove siete e dare uno spessore ai monumenti, ai palazzi, alle strade. Contattate qualcuno su CouchSurfing o siti analoghi (dopo le tristi vicissitudini, CouchSurfing è un po’ declinato, ma ci sono altri siti). O, in alternativa, unitevi a un free walking tour della città, che è già qualcosa.

*cane randagio è un termine painderoutiano coniato a Osh, una città nel Sud del Kirghizistan, che indica quei branchi sfaccendati di ragazzetti postpuberali che ti seguono senza motivo, ti si siedono a fianco fissandoti o ti scattano foto sghignazzando in idioletto locale, provando ad approcciarti con vocativi poetici dello spessore di “gherl, uer iu from” o “devushka, ty ispanskaya?”. Questo genere di individui popolano indiscriminatamente gli spazi pubblici post-sovietici, e digievolvono poi nell’emblematica e tragica figura del tassista armeno.

Meno suadente di Tbilisi a primo impatto e completamente diversa, Yerevan è indimenticabile se imparerete a conoscerla. È una città giovanissima, piacevole, rilassata, che trasuda cultura da ogni pietra. Geometrica, regolare ma racchiusa da un bell’anello di giardini, tutta in tufo rosa. E poi le aiuole piene di fiori, i grandi monumenti simbolo della città, che spalancano scenari mozzafiato. Il centro è piccolo e accogliente, ed è una base eccellente per esplorare i dintorni e il resto dell’Armenia.

Dedicatele minimo due giorni pieni: le cose da fare e cose da vedere a Yerevan non mancano.

Info importanti prima di iniziare

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Cosa vedere a Yerevan, Armenia

1. Salire in cima alla Cascade

La Cascade è senza dubbio l’opera architettonica più bella, vivibile ed esplicativa tra le cose da vedere a Yerevan. Mi ha seriamente impressionata. Enorme gradinata in pietra rosea, che scivola verso un ampio giardino puntellato di statue di Botero, orientata verso la distesa informe dell’agglomerato urbano, anch’esso rossiccio, affastellato, ma dominato dal profilo maestoso dell’Ararat, pochi chilometri oltre il confine turco. Se avrete fortuna, il doppio cono (Sis e Masis) della montagna sacra per gli armeni vi si paleserà davanti in una bellezza assoluta, indimenticabile, primordiale. La Cascade è di fatto un museo d’arte contemporanea a cielo aperto. Ad ogni piano si può uscire sul terrazzino, decorato da bassorilievi che richiamano la tradizione armena, fontane, sculture. Anche solo le lunghe scale mobili, piene di installazioni d’arte, vi faranno trepidare nell’ascesa. E una volta arrivati in cima… avrete tutta la città ai vostri piedi.

Concepita dalla mente geniale dell’architetto Tamanyan, autore del piano urbanistico di Yerevan, con cui ha ridisegnato e creato da zero la capitale della Repubblica socialista sovietica d’Armenia, la collina su cui sorge oggi la Cascade è stata ultimata (ma non del tutto) solo nei primi anni Duemila, grazie ai finanziamenti del mecenate americano di origine armena Cafesjian.

E dopo questo colosso architettonico, non ditemi più che non sapete cosa vedere a Yerevan. Vedere i panorami dall’alto serve a capire davvero la geografia di un luogo, a farla propria. Il centro di Yerevan è piccolo, ma orientarsi non è così semplice.

2. La madre Armenia e il parco della Vittoria

In cima alla Cascade, proseguite nell’area del cantiere abbandonato e prendete le pericolanti scalette in metallo che conducono dentro il monumento al cinquantesimo anniversario della SSR armena, da cui si ha senza dubbio la vista migliore sulla città e sull’Ararat. Il monumento è emblematico e richiama simboli armeni precristiani: la foglia d’oro in cima simboleggia un albero della vita urartiano, che compare anche nei bassorilievi di Persepoli, in Iran…

3. Passeggiare per il centro storico, concepito a misura d’uomo da Aleksandr Tamanian, architetto geniale

La statua di Aleksander Tamanyan (“il DJ”) con alle spalle Cascade, Yerevan

Dal monumento attraversate la strada ed entrate nel parco della Vittoria, che tra lunapark démodé e steli commemorative ai caduti dell’Afghanistan sovietico conduce alla splendida madre Armenia, che veglia sulla città, come le sue simili in altre città dell’ex URSS, da Kiev a Tbilisi, a Gyumri e non solo. Eretta su piedistallo del grande architetto Rafael Israelyan, autore anche del memoriale di Sardarapat così come del Café Aragil nel parco, la madre Armenia sostituisce una statua di Stalin e lo fa con il volto di una ragazza che lo scultore aveva incontrato casualmente in latteria, chiedendole di posare per la statua.

Il centro di Erevan va osservato attentamente dalla mappa, perché non è casuale, ma concepito nel 1924 per essere la dodicesima capitale d’Armenia, erede della grandiosità delle undici precedenti, susseguitesi in millenni di storia, da che gli armeni, popolo indigeno degli altopiani, abitano l’Anatolia e la Transcaucasia. Troverete la pianta di Yerevan sui tombini, il volto di Tamanyan sulle dracme armene, e una austera sua statua in tufo proprio davanti alla Cascade, con ai piedi il disegno geniale della città. Colline integrate con una parte pianeggiante, circondata da una cintura di giardini, diversi settori in cui contenere università, ospedali, case di cultura, l’Opera – ovvero la casa del popolo! – e la Piazza della Repubblica, il tutto spaccato dalla Northern Avenue, un viale diagonale pensato per regalare un panorama magnifico sull’Ararat ai cittadini di Erevan. Pensata da Tamanyan per 150.000 persone, oggi la città si è espansa in tutte le direzioni, ospitando circa un milione di abitanti.

4. Cosa vedere a Yerevan: piazza della Repubblica

Fiore all’occhiello dell’architettura sobria e profondamente armena, ricca di richiami all’architettura religiosa nonostante Tamanyan fosse un architetto sovietico – addirittura insignito del titolo di Architetto del Popolo, creato apposta per lui – Piazza della Repubblica a Yerevan è assolutamente da visitare. Osservate con attenzione i dettagli degli edifici governativi intorno a voi. C’è lo stemma sovietico armeno, che conserva ancora falce e martello così come i due coni dell’Ararat, ma ci sono anche uccelli usciti dall’immaginario medievale, fiori e frutti scolpiti nel tufo rosa così vividi che sembrano dipinti come su un manoscritto armeno, capitelli eleganti dai richiami ionici, ma anche persiani…

Di notte, d’estate, le fontane danzanti davanti al Museo nazionale si animano di vita e la città si raduna intorno a loro per osservarne i giochi pirotecnici. D’inverno in mezzo alla piazza installano un immenso albero di Natale. E invece, quando c’era l’URSS, in mezzo alla piazza se ne stava dritto in piedi proprio la statua di Vladimir Lenin.

5. L’Opera, ovvero la Casa del Popolo

Cosa vedere a Yerevan: l’Opera

Considerata da molti il massimo capolavoro (ovviamente incompiuto) di Tamanyan, quella che lui chiamava la Casa del Popolo è stata ultimata solo nel 1963, 27 anni dopo la morte del leggendario architetto. Come altri progetti di quegli anni (come il leggendario Teatro del balletto e dell’opera di Novosibirsk), l’Opera assumeva significati molto diversi da quelli che storicamente noi le attribuiamo in Occidente. Da progetti visionari sulla scia del costruttivismo dei primi anni d’avanguardia bolscevica, che prevedevano palchi e sedili rotanti, tecnologie per giochi pirotecnici e due sale ad anfiteatro (una estiva e una invernale) che si sarebbero potute unire in un’unica, l’opera ha poi, come quella di Novosibirsk, preso la piega più prevedibile del classicismo staliniano. La metà estiva, che prevedeva un porticato, è stata chiusa, e oggi è un ovale, di fronte a piazza Francia (con un Rodin in centro donato proprio dai francesi), assolutamente centrale nella pianta della città. Se possibile, prendete un biglietto per qualche concerto o spettacolo, perché anche gli interni meritano moltissimo.

Tutt’intorno all’Opera, statue di figure leggendarie della musica e dell’arte armena: da Komitas, che ha salvato la musica armena dal genocidio, a Khachatryan, a Babajanyan, a Spendiaryan e così via. Un pantheon unico tra le cose da non perdere a Yerevan.

6. Museo del Genocidio di Yerevan (Tsitsernakapert)

Cosa vedere in Armenia

Quando mi chiedo perché sia necessario, ancora oggi, ricordare e tramandare la memoria delle stragi dell’uomo, mi viene in mente una storia che mi raccontò una mia amica tornata da un anno di scuola in Turchia. Un giorno, al liceo di Istanbul, la prof annunciò che avrebbero visto un documentario in classe. Il titolo recitava: «Il Genocidio degli armeni: la grande bugia». Anche se finalmente, dopo oltre cent’anni, nel 2021 gli Stati Uniti hanno riconosciuto il genocidio armeno come tale e molti paesi seguiranno a ruota, la Turchia di Erdogan continua a negare i massacri su base etnica che hanno eliminato oltre un milione e mezzo di persone lasciandole morire in estenuanti marce nel deserto.

Gli armeni, un popolo intrinsecamente gioioso e vitale, hanno celebrato nel 2015, anno del centenario, più la vita rimasta e rifiorita dopo il genocidio che la morte e il dolore della strage in sé, che continua ad accompagnare la storia del Paese e di ogni armeno della diaspora tutti i giorni. Il museo, architettonicamente molto efficace ed evocativo, sorge su una collina non lontana dal centro. L’esposizione è molto toccante, completa e informativa, anche se a un osservatore esterno alla vicenda può sembrare che la rappresentazione del turco sia un po’ demonizzata in senso quasi grottesco.

Quello che noi esterni non potremo mai capire è la sofferenza di sentirsi ignorati, isolati e abbandonati dopo l’esser sopravvissuti a uno sterminio. Il tutto da oltre un secolo. Non a caso, lo slogan del centenario nel 2015 è stato proprio #IRememberAndDemand, sotto il dolcissimo simbolo del fiore viola. Il genocidio degli armeni, iniziato a fine Ottocento e conclusosi veramente solo nel 1918, è stato il primo a macchiare di sangue il Novecento – e anche parecchi anni prima della Shoah.

Sono purtroppo ancora molti i Paesi, per equilibri internazionali e relazioni con la Turchia, che ancora non lo riconoscono. Marce della morte sugli altopiani anatolici, la cacciata dei rimanenti, la fuga clandestina degli altri. Proprio oggi sono tornata alla chiesa armena di Milano, nascosta in una viuzza secondaria e circondata da piccoli melograni, e ho rivissuto tutto questo nelle parole e negli sguardi di chi è un discendente dei superstiti.

Per gli armeni non c’è stato un processo di Norimberga o un Eichmann a Gerusalemme: la ferita è ancora aperta, la storia bussa ancora alla porta, e le guerre contemporanee con l’Azerbaigian continuano a mietere vittime – negli anni ’90, nel 2016, nel 2020, di nuovo nel 2022 e persino ora nel 2023 i civili armeni stanno morendo di fame nel Nagorno Karabakh a causa del blocco stradale azero.

Andate a quel museo, ora sapete cosa vedere a Yerevan.

7. Cosa vedere a Yerevan: il Kond

Quartiere defilato e completamente ignorato dai turisti, non lo troverete negli articoli su cosa vedere a Yerevan, eppure è una delle parti più importanti della città. È quasi tutto ciò che rimane della Yerevan storica, che era più che altro un paesino polveroso abitato da una popolazione molto variegata, tra cui bosha, persiani e molti tatari del Caucaso, cioè quelli che chiameremmo oggi azeri. Quando nel 1924 Tamanyan ha messo mano alla pianta della città, è nata Yerevan per come la conosciamo oggi. Kond è l’unica testimonianza di quella sonnacchiosa cittadina di provincia dai bazaar puzzolenti, piena di mercanti coi cammelli, moschee persiane, imam in caffettano che descrivevano i viaggiatori che la visitavano a inizio Novecento.

Ha mantenuto la planimetria originaria ed è scampato a tutti i tentativi di ricostruzione. I suoi abitanti, i kondetsi, hanno un’identità fiera e coriacea, erede di quella storia multietnica che ancora riaffiora dai suoi muri – archi persiani, resti di bagni turchi integrati nelle case, splendidi balconi in legno sopravvissuti alla distruzione, e l’onnipresente tufo nero e rosa, che scorre nelle vene degli armeni…

Al Kond, nella moschea di fine Seicento oggi diroccata, vennero ospitate 16 famiglie scappate al genocidio. Dal 2019, vari artisti di Yerevan hanno creato un progetto di galleria d’arte itinerante, rivestendo alcuni muri di Kond con splendidi murales ispirati alla tradizione armena.

Andate con massimo rispetto e curiosità, chiedete, svicolate, salutate, sorridete, siete ospiti e Kond non è un’attrazione turistica.

Se ci passate al tramonto, fermatevi a The Kond House per una birra. È uno dei bar più pazzi di Yerevan, ricavato dentro un appartamento a più piani, con una splendida terrazza in cima, e che il weekend si tramuta in una discoteca eclettica.

8. Cosa vedere a Yerevan: la moschea blu

Unica moschea funzionante sopravvissuta in città, è stata restaurata negli anni ’90 grazie alla collaborazione con la Repubblica islamica dell’Iran. Fondata dai turchi e ricostruita dai persiani, è un’oasi di pace e tranquillità, con giardini curati, splendide maioliche azzurre e artefatti provenienti dalla Persia esposti nelle nicchie delle madrase. Per farsi un’idea di quanto siano cambiate queste terre nei secoli, e di quanto innaturale sia la divisone etnica post-sovietica della Transcaucasia attuale.

9. L’architettura sovietica di Yerevan

Per chi è alla caccia di relitti sovietici, architetture emblematiche, bassorilievi e mosaici nascosti, Yerevan è una miniera a cielo aperto. Anche solo nel centro storico, la caccia è già molto redditizia. Escludendo i capolavori di Tamanyan già citati, la madre Armenia e il monumento al 50esimo anniversario della SSR armena, non dovreste perdervi la fermata della metro di Yeritasardakan, definita dai gruppi che ho portato in Armenia “il maccherone” (!), il museo di Aram Khachatryan, le Poste armene, il Matenadaran, lo stadio, la ex stazione della funicolare abbandonata, il monumento a Stepan Shaumyan, i bassorilievi del VDNKh di Yerevan, la casa degli scacchisti, e le architetture postmoderniste di Arabkir e del distretto delle università.

Ancora molte persone non considerano l’architettura sovietica come un qualcosa di interessante tra le cose da vedere a Yerevan, ma è una mancanza grave: nei quasi settant’anni di Unione Sovietica ogni repubblica ha prodotto capolavori che intrecciano le correnti architettoniche dell’epoca, dal costruttivismo al post-modernismo, con elementi della tradizione locale. Bellissimo.

Nei nostri viaggi di gruppo in Armenia visitiamo specificamente architetture e relitti sovietici sparsi per tutta l’ex URSS. Trovi tutte le informazioni nella pagina dedicata.

Ottimo archivio (ma pur sempre limitato) architettonico si trova qui.

10. Cosa vedere a Yerevan: la metropolitana

Cosa vedere a Yerevan: la metropolitana

Come in tutte le grandi città sovietiche, la metropolitana è sempre un piccolo capolavoro architettonico e un modo per fare del people watching che regala soddisfazioni. E no, non l’ho inserita nella lista solo perché non sapevo più cosa vedere a Yerevan!

È vero, di certo non compete con quelle – splendide – di Mosca e San Pietroburgo, o di Kyiv e Kharkiv, ma è sempre bello vedere la costanza di certi caratteri ingegneristici sovietici. Semplice ma ornata, anch’essa rivestita da splendide lastre di pietra, a tratti con colori e luci quasi spaziali: un giro sulla metro di Yerevan bisogna farselo, perché è un tuffo nel passato e una lezione di storia armena. Specialmente se non avete mai visitato una metropolitana sovietica prima (vecchia, ma dalla pulizia impeccabile)!

La stazione di Piazza della Repubblica (da dentro, ma soprattutto da fuori) è un capolavoro, così come quella di Sasuntsi Davit, dagli spettacolari bassorilievi in tufo arancione, e quella di Barekamatyun.

Dopo la guerra dei quattro giorni del 2016, non è più possibile per motivi di sicurezza fare le foto agli interni della stazione. Tutte le foto che ho sono del 2015.

11. La stazione dei treni

In classicissimo stile staliniano ma costruita ovviamente in tufo, la stazione dei treni e il piccolo museo annesso è un gioiellino che vi consiglio di non perdere, e una delle cose più particolari da vedere a Yerevan. E anzi, già che ci siete, potreste pensare di andare in treno fino a Gyumri o addirittura a Tbilisi. La statua davanti alla stazione, dedicata all’eroe epico David di Sasun, nasconde uno scherzo: la coda del cavallo richiama dei pantaloni alla turca, e vista la posizione in cui sono collocati non era certo un omaggio…

Tutto il quartiere intorno a Sasuntsi Davit è molto piacevole e tranquillo, pieno di viuzze secondarie dove arrampicano le viti e riaffiorano canalini interrati.

12. La cattedrale e il cinema Rossiya

L’area intorno a Zoravar Andranik è dove sorge la nuova spaventosissima cattedrale di Yerevan, di costruzione moderna, interamente in pietra. Anche solo da lontano merita una visita, se non altro come reinterpretazione dell’architettura tradizionale armena. Proprio di fronte, oggi un centro commerciale, c’è l’immenso ex cinema Rossiya, che richiama nelle forme il monte Ararat, ma che sembra più un’astronave aliena atterrata per sbaglio in Armenia, dalle forme ardite tipiche del post-modernismo sovietico degli anni ’80. Tutt’intorno, tra i condomini sovietici mnogoetazhki più veraci e fotogenici del centro storico. Fateci due passi nei dintorni.

Se sugli stili architettonici sovietici non vai forte, ti consiglio di recuperare la puntata del podcast Cemento 01.02 Viaggi Brutali.

13. Cosa vedere a Yerevan: musei, musei e ancora musei

La vista sull’Ararat dal parco della Vittoria

L’offerta museale della città è sorprendente. Il mio preferito è la casa museo del pittore Martiros Saryan, che meglio di chiunque altro interpreta l’animo armeno, trasponendolo nei paesaggi, nelle nature morte, nei ritratti. La stessa casa è estremamente significativa, perché era dove si incontrava gran parte della intellighenzia armena sovietica.

Da non perdere anche il museo Parajanov, dedicato al leggendario e visionario regista caucasico Sergei Parajanov, autore, tra gli altri, de Il colore dei melograni. Alla sua iconografia si è ispirata persino Lady Gaga.

C’è anche il Museo Nazionale, il museo del pittore Ervand Kochar (bizzarro, assurdo), decine di case museo di scrittori, poeti, musicisti, pittori, il bellissimo museo della città di Yerevan e ovviamente il leggendario Matenadaran, protagonista de La restauratrice di libri, un bel libro sull’Armenia contemporanea che ho parzialmente curato per SEM (2021). Al Matenadaran sono custoditi i più preziosi manoscritti armeni (e non solo) al mondo, miniati con un talento commovente. Solo poche sale sono visitabili, la maggior parte dei manoscritti sono custoditi in un bunker interrato nella collina del parco della Vittoria. Per me una visita obbligata, tanto più che l’edificio stesso è meraviglioso.

Un’altra splendida collezione di manoscritti armeni si trova a Venezia, sull’isola di San Lazzaro degli Armeni, che vi consiglio con tutto il cuore di visitare.

14. Cosa vedere a Yerevan: il Vernissage

Se siete a caccia di libri sovietici, qualche souvenir e soprattutto splendidi tappeti armeni, antichi e moderni, il Vernissage è il posto dove venire durante il weekend. I prezzi sono alti e dovrete contrattare senza vergogna, ma il bottino è garantito. Buoni acquisti!

15. La vita notturna a Yerevan

Le più pericolose gang di Yerevan

No, non vi parlerò della vibrante cultura del caffè, perché tanto in Armenia si mangia e si beve bene sempre. La risposta più autentica al cosa vedere a Yerevan è proprio questa: la vita notturna, diversa da quella di qualsiasi altra città d’Europa e dintorni. A cominciare dal sottobosco di locali, localini e discotechine tutto da scoprire, di una vitalità incredibile. Dopotutto Yerevan è una grossa capitale e di fatto unica vera grande città di un Paese isolato come l’Armenia, che vive in perenne tensione politica e con due confini su quattro chiusi. La gente ha più voglia di vivere e divertirsi di tutti noi messi insieme, per esorcizzare la paura ancestrale di scomparire dalle carte geografiche che il Paese vive costantemente dal 2016 a oggi. E così le sere d’estate sono delle fiumane di gente che passeggia, alle fontane danzanti ti devi accalcare, sulla Cascade c’è la fila per fare le foto con l’Ararat sullo sfondo: e no, sono perlopiù turisti locali!

Gli armeni sono giovanissimi e festosi. Penserete che il vino rosso locale è delizioso finché non avrete provato quello di melograno…! Trovatevi amici armeni e fatevi portare in qualche cortile segreto a bere vino sotto i pergolati o in qualche discoteca un po’ demodé. Nel 2015 eravamo finiti in una specie di libreria/mostra espositiva super carina, con balconi di legno intagliato sempre più rari a Yerevan. Si chiama Mirzoyan Library (grazie Sevak!). Prendetevi un bicchiere di vino armeno mentre sfogliate libri fotografici, oppure andate a pattugliare il sottobosco urbano di localini underground, discoteche gay, baracchini coloratissimi ricavati da sottoscala esplorando in lungo e in largo l’anello dei giardini del centro.

Vi consiglio di fare almeno un free walking tour di Erevan proposto da Civitatis, vi lascio il link affiliato qui.

Libri sull’Armenia da leggere prima di partire

La restauratrice di libri, di Katerina Poladjan
Un romanzo estremamente accessibile che racconta, attraverso la storia di una giovane restauratrice tedesca ma di origini armene, la vita contemporanea dell’Armenia e i suoi traumi. Ambientato in gran parte nel leggendario museo e archivio dei manoscritti Matenadaran, si affiancano le vicende personali di Helene e la ricerca delle sue radici, la guerra con l’Azerbaigian e la lontana storia di un manoscritto scampato al genocidio in Anatolia a inizio Novecento. Una lettura introduttiva perfetta. Su Amazon, Libraccio, Feltrinelli.

Ararat, di Frank Westerman
Semplicemente un capolavoro, un libro illuminante sui significati più ancestrali e gli assurdi tentativi di conquista della montagna più famosa d’Armenia che non si trova in Armenia. Lo trovate su AmazonFeltrinelli e Mondadori Store

La masseria delle allodole, di Antonia Arslan
La terribile storia della famiglia Arslanian in fuga dalle stragi e dalle marce della morte del genocidio armeno. Lo trovate su AmazonLibraccioFeltrinelli Mondadori Store.

Guida cartacea del Caucaso
Ultima nota importante: non sperate di girare in Armenia o in Caucaso in generale senza una buona guida cartacea. Non amo le Lonely Planet, ma è tutto ciò che al momento passa il convento. È particolarmente fatta bene e aggiornata. Non brilla per originalità, ma c’è tutto l’essenziale e specialmente la sezione trasporti per tutte le località è fatta molto bene (ma tarata sull’alta stagione). La trovate su AmazonLibraccioFeltrinelli e Mondadori Store.

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7 commenti

  • Buongiorno Eleonora. Il ponte del 25 aprile andrò in Armenia per 4 giorni. So che è molto poco a livello di tempo ma non potevo fare altrimenti. L’Armenia è un paese che mi ha da sempre affascinato e finalmente a 25 anni riesco a coronare questo piccolo sogno; sul paese ho gia molte informazioni, e per questo l’idea era di vedere il più possibile prendendo una macchina in affitto. Un giorno volevo arrivare fino a shaki e carahunge e poi tornare indietro vedendo Areni Noravank e Khor Virap (partiremmo molto presto). il secondo vedere i 2 monasteri vicino a dilijan, fare un salto al sevanavank e FORSE vedere pure Hovannavank facendo una deviazione(mi sembra che da li col cielo terso ci sia un panorama assurdo). gli altri due giorni li vorrei dedicare a yerevan con una mezza giornata a Garni e Gehegard. In base alla tua esperienza, è fattibile? Lo stato delle strade armene com’è? Dalla stretta view non mi sembravano così orrende.
    Grazie mille per una tua risposta! E complimenti per il blog, lo leggo sempre prima di fare un viaggio!

  • Troppo scomodo per me prendere l’aereo per Yerevan, stavo pensando di andare a Tibilisi, e da li prendere il pulman, ho visto anche c’è il volo diretto da Kiev, ma dovrei stare 3 giorni a Yerevan, mi sembrano troppi, oppure, che te sappia, si può visitare qualche paese vicino che merita?

    • A

      Ma certo, c’è un sacco da fare nei dintorni di Yerevan. Geghard, Garni, Khor Virap, Etchmiadzin… Tieni conto però che Tbilisi Yerevan sono 5h in marshrutka, ne vale la pena?

  • Francesca Paolin

    Ciao Eleonora, grazie per queste interessanti indicazioni su Yerevan. A luglio passerò 3 settimana li, viaggio di lavoro, ma con i fine settimana liberi 🙂 Sai per caso di mercati o zone dove vedere e/o acquistare artigianato locale? Soprattutto moda e gioielli.
    Grazie

    • Andrea Giudice

      Ciao Francesca scusa se ti chiedo alcune info. A giugno dovrei andare per 6 mesi a Yerevan per lavoro con moglie e figlia di 2 anni. Posso contattarti per chiederti delle info in base alla tua esperienza?

    • A

      Ciao Francesca!
      Così su due piedi ti direi il Vernissage in centro, ma non è il posto più economico. Di sicuro c’è qualche immenso mercatone delle pulci fuori città dove trovi tutto, ma il Vernissage è un buon inizio 🙂

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