Torno nei Balcani da più di sette anni e ogni volta mi prende la solita nostalgija-pugno nello stomaco: ah, i Balcani. Sono luoghi di cui è bello non capire nulla, inebriarsi, ubriacarsi e poi sospirarci su, perché ci mancano da morire. Troppo spesso appiattiti dietro stereotipi, sono in realtà luoghi ricchissimi di storia e di cose da fare. Ma cosa vedere nei Balcani? Dopo parecchi lunghi viaggi e migliaia e migliaia di chilometri di strade battute, però, un po’ ci abbiamo voluto provare. Qui c’è, per noi, il meglio dei Balcani, il peggio e il sacrificabile.
Nota importante: segue una lungo (ma esaustivo) post che ha aiutato migliaia di viaggiatori gratuitamente da quando è stata pubblicato. Ho creato un pdf impaginato e stampabile dei 3 post più letti sui Balcani, che ti guideranno passo passo nell’organizzazione fai da te di un viaggio nei Balcani: come organizzare un viaggio nei Balcani, cosa vedere nei Balcani e info e consigli per un viaggio nei Balcani on the road. Puoi decidere di scaricare il “Balcani trio” a fronte di una piccola donazione, per sostenere questo blog che, come vedi, non ospita banner pubblicitari e non li ospiterà mai. Il post rimarrà sempre disponibile online, ma scaricare il pdf è un modo per dirmi ‘grazie’ e dare valore al tempo speso in questo blog. Per ora te lo dico io: grazie!
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La ragione è, come sempre, che sono difficili. Non sono posti che si capiscono, e ogni volta torni a casa con più dubbi di prima, con meno certezze. Che davvero non sai dire ed è quasi snervante: troppa bellezza dentro, il mutismo fuori.
Il grande segreto dei Balcani è che sono custodi di un patrimonio europeo ibrido, unico, di estrema bellezza, dove il turismo è arrivato, sì, ma ancora in maniera discontinua. C’è molto da esplorare, da scoprire, da provare in prima persona lasciandosi sorprendere. Andate e fidatevi, vi guideranno come sanno fare con tutti i viaggiatori curiosi: con sarcasmo, simpatia, giovialità e resilienza.
La mappa con i nostri vari itinerari di viaggio e le tappe, grossomodo.
Perché dopo così tanti viaggi su e giù per l’area, tornando e ritornando in mete molto e poco battute, eravamo un po’ stufi di leggere sciocchezze e classifiche che decantano i fantomatici must see senza un minimo di contestualizzazione. In generale, i Balcani sono un’area da visitare in punta di piedi, con le orecchie ben tese e pieni di rispetto, perché non sappiamo mai cosa hanno vissuto le persone con cui ci relazioniamo lì, e persino la splendida città di Dubrovnik, set di Game of Thrones e meta di milioni di visitatori da quando è uscita la serie, è stata bombardata nel 1991.
Questa, quindi, è la nostra lista, divisa in tre parti.
Nb: in questo articolo, consideriamo Balcani gli stati vicini culturalmente* dove passa la catena montuosa dei Balcani – Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro, Albania, Kosovo, Macedonia e Bulgaria. No Slovenia, Romania e Grecia, né tantomeno Ungheria! Alcuni dei nostri itinerari includevano alcuni dei Paesi esclusi, ma non verranno inclusi in questa lista. Per disappunto e/o polemiche scrivete a mispiacemaècosì@painderoute.it, i nostri esperti risponderanno il prima possibile.
E allora andiamo!
Non vi dico di allacciare le cinture, perché nei Balcani spesso nessuno le allaccia, porta male. Buona lettura!
Sarajevo: una risposta spontanea alla domanda “cosa vedere nei Balcani”?
Sarajevo è così tanto che non si può. Il solo nome è bello: sa ra je vo. Città del pianto e della gioia. L’aria di Sarajevo è diversa. La gente di Sarajevo è diversa. Guardateli negli occhi, ma guardateli bene, a fondo. E andateci con rispetto, dedicandole tutto il tempo che vi chiederà.
Il turismo aumenta ma solo d’estate. Da Sarajevo non si passa per caso, non è ‘sulla strada’: Sarajevo non ha strade veloci, treni, bus voli low cost, vi chiede amore e pazienza. Dateglieli tutti, fino in fondo. Non ne rimarrete delusi.
La migliore guida su Sarajevo (un capolavoro che dovete assolutamente leggere prima di andare in città):
Sarajevo, di A. Scavuzzo e S. Marone (Amazon)
oppure su Libraccio
o su Mondadori Store
L’acqua dell’immenso lago di Ohrid è così leggera e calma che sembra di nuotare nell’aria. Non troppo fredda, trasparente, circondata da montagne maestose e aguzze, sorvegliata dalle decine di chiese del medioevo bizantino (X-XIV secolo) in mattoni rossi, che si infuocano al tramonto. Entrate a scoprirne gli affreschi mozzafiato, le icone d’oro dai volti severi e solenni. Scendete dalle mura possenti della fortezza fino ai mosaici delle ville romane. Scivolate tra le case bianche al tramonto, custodite da grandi fichi, e arrivate ai salici in riva al lago (e bevetevi una gelida birra Skopsko).
Battaglia dura tra Ohrid e Sarajevo per la pole position su cosa vedere nei Balcani. Lo dico sottovoce. (È uno dei posti più speciali)
La Dalmazia è sempre più presa d’assalto d’agosto, ma la sua bellezza rimane intatta e unica. Consiglio le Kornati (incoronate) e le isole circostanti, ma in realtà tutte le isole più difficilmente raggiungibili. No a Hvar, veramente troppo gettonata. Tanto tutte le isole sono belle, ma più sono secondarie, più sono belle.
Acqua azzurrissima puntellata di ninfee, fiordi solcati da fiumi verdi nella parte montenegrina, distese circondate da montagne coi colori della macchina mediterranea nella parte al confine con l’Albania, isolotti verdi, nuvole specchiate sulla calma piatta del lago e una splendida strada che corre in alto sulle montagne e che vi regalerà viste mozzafiato…
Accedetevi da Virpazar.
Su Berat Prince non era d’accordo. Non l’ha trovata speciale. Secondo me la fortezza in cima, abitata dalle solite casette imbiancate e un po’ abbandonata, e il paese lungo il fiume, dove spuntano chiese e moschee, fichi neri e bignonie in fiore tra i muretti a secco, è abbastanza grande e ricco da meritare un posto nella Balkans walk of fame. La cisterna è mal tenuta ma suggestiva (e sale il brividino ad ogni battito d’ali di pipistrello e ad ogni squittio di topo). Girate anche Gorica, oltre il fiume, meno turistica, e andate alla fortezza al tramonto per una vista migliore!
Nota bene. Dell’Albania e dei rifiuti ci sarebbe da scrivere un trattato, ma la situazione è indecente e allo sbando totale: l’intero paese è una discarica e purtroppo lo è anche la Città Alta di Berat e il letto del fiume della città (aggiornato 2016, spero nel frattempo che le cose siano migliorate). Speriamo che la situazione migliori.
Piccola cittadina veneziana situata a metà tra Zara e Spalato, Sibenico non è certo la prima meta che viene in mente quando ci si chiede cosa vedere nei Balcani. È spesso ignorata nonostante custodisca decine di piccoli gioielli architettonici, come la splendida cattedrale, e sia decisamente meno affollata di altre città croate costiere. Per noi è stata una sorpresa incredibile, l’abbiamo trovata una città molto autentica, spontanea, curata e attenta anche alla modernizzazione. Approvata!
Più rocciose e montuose rispetto a quelle dalmate, più aspre e brulle, ma su cui ugualmente si coltiva l’ulivo. Abbiamo amato in particolare Krk, raggiungibile via terra da un ponte, che è famosa tra i tedeschi, ma conserva parecchie zone completamente disabitate nel sud.
Anche Cres, enorme, è bellissima, così come Rab e Mali Losinj, ma non fermatevi solo alle isole principali, anche gli isolotti più aridi hanno storie incredibili da raccontare.
So che non considerereste la Croazia come una meta per gite in montagna, ma sarebbe un errore. Tra le cose da vedere nei Balcani ci sono anche le maestose montagne bianche a picco sul mare. Il Velebit è forse il tratto più famoso delle Alpi Dinariche croate ed è molto ben attrezzato e segnalato. Si paga un ingresso e ci si addentra in una foresta di rocce carsiche, bianchissime, che dalle cime più alte (noi abbiamo scalato il monte Gromovača, 1676m) spalancano panorami su tutto il Quarnaro e non solo. Uno spettacolo incredibile che vi consigliamo vivamente di valutare.
Merita davvero nonostante il prezzo decisamente poco croato e le orde di turisti. Molto curato e protetto anche se decisamente “antropizzato”: passerelle di legno per spostarsi da un laghetto all’altro, paletti di protezione etc, ma perlomeno è gestito in maniera esemplare e accessibile a tutti. Misure necessarie per preservare la bellezza del luogo vista la popolarità. Occhio al freddo di notte, anche d’estate!
Ci permettiamo però di segnalare che i laghi di Plitvice non sono l’unico luogo del genere nei paraggi: in tutti i Balcani si trovano cascate, laghetti e fiumi dai colori incredibili. Uno, meno frequentato ma non per questo meno stupefacente, è il Parco nazionale di Una, in Bosnia Erzegovina (vedi sotto).
In penombra rispetto a Plitvice, questo parco dell’area del fiume Una è una meraviglia che i vostri occhi stenteranno a credere reale. Cascate strepitose, placide anse dal colore azzurro intenso che sfuma nel verde smeraldo, amache sospese sull’acqua e gentili isolette dove l’unico suono è quello degli uccellini che cantano allo scorrere dell’acqua. L’ingresso è gratuito, l’accesso al fiume è sempre pubblico e l’acqua è purissima, tra castelli diroccati in cima ad alture, covoni e contadini a cavallo l’atmosfera a tratti è da tardo ottocento. Un posto meraviglioso, ancora sconosciuto al turismo di massa. Acqua in bocca, mi raccomando!
Piccolo gioiellino veneziano oltremare perfettamente (e incredibilmente) conservato, a una manciata di minuti di autobus da Spalato. Fa un po’ “bomboniera”, ma è di una bellezza indescrivibile. Occhio all’alta stagione, perché si riempie in fretta, anche se è difficile cancellarne il fascino!
Una delle mie città preferite in assoluto. Separata alla nascita dalla mia città, Milano.
Cattiva e ironica, Beograd! La Città Bianca. Tremendamente bohémien ma seducentemente elegante, spaccata tra ventate di europeismo e nazionalismi mai del tutto sopiti. Geograficamente a metà tra le grandi piane centro europee e le ripide colline della penisola balcanica, Belgrado ha sempre la stessa anima ma non è mai uguale. Esploratela in lungo e in largo a caccia di storia, di tutta la storia… Dall’anima balcanica più sporca e ibrida dei bar della Skadarlija, tra contrabbassi sfasciati e fisarmoniche e risate, al grande incontro di Sava e Danubio, dalle chiatte-bar sotto gli immensi ponti, dagli edifici bombardati dall’Italia nel 1999 alle villette in stile art nouveau, dai “blok” socialisti voluti da Tito a Novi Beograd alla lunga ciclabile che scivola lungo il Danubio fino a Zemun, frontiera con l’Austria-Ungheria fino al 1878. E i grattacieli, le immense chiese, i parchi, i fili della luce che ritagliano il cielo, il ridere dei belgradesi, i loro visi tagliati grossi deformati dai troppi sorsi di rakia.
Belgrado è viva, ma non è una città per tutti. Andateci decisi e affamati ma con umiltà, con rispetto e comprensione per tutte le sue cicatrici. Solo allora vi si rivelerà. Un’altra perla per veri painderoutiani tra queste cose da vedere nei Balcani.
Vi consiglio con tutto il cuore la lunga e incantevole tratta di treno da Belgrado a Podgorica, che passa attraverso laghi, gole e pareti di roccia bianca sovrastata da una vegetazione lussureggiante. Tra le aree più selvagge e suggestive di tutta la penisola. Notevoli anche la strada in Bosnia tra Mostar e Sarajevo e i Balcani tra Bulgaria e Serbia.
Per la seducente storia del Palazzo di Diocleziano: di sinagoghe nascoste, di leoni alati e campanili veneziani, mausolei ottagonali per l’Imperatore, colonnati e case tardomedievali ricostruite con le stesse pietre romane. Il turismo aumenta, ma non scoraggiatevi. Il mio primo amore nei Balcani. Una perla da non perdere. E già che ci siete fate un salto anche nel vicino parco di Krka oppure puntate il dito a caso sulla mappa e prendete il traghetto per un’isola.
Aggiornamento 2020: Spalato ha perso molte posizioni per via del turismo tedesco e inglese che trasforma la città vecchia in una discoteca a cielo aperto, con scene pietose annesse. Il fascino rimane, ma che squallore i negozi di souvenir cinesi: speravamo che Spalato venisse risparmiata dal triste destino che ha subito Dubrovnik per via di Game of Thrones, ma non è stato così.
Città sospesa e sognante, nata come Philippoupolis, tappa obbligata di chi era sulla via per Istanbul. Tutta la storia e le cicatrici della Bulgaria passano certo di qui. Esploratela dalle sue fondamenta romane fino alle sue alture fortificate dagli ottomani.
Počitelj è il più famoso in Erzegovina, ma vi basterà farvi ispirare dai cartelli lungo la strada per scovarne di molti altri altrettanto suggestivi. Bellissimi anche i paesini della Bosnia centrale, lungo la strada che collega Sarajevo a Bihać: fate una sosta a Travnik e alla sua possente fortezza, a Jajce, paesino che nasce intorno a una meravigliosa cascata, oppure Bosanska Krupa e la stessa Bihać, che sorgono sul fiume Una (vedi sopra). Girovagate, perdetevi, percorrete strade secondarie e le sorprese non mancheranno.
Salva il post su Cosa vedere in Bosnia per tutti i dettagli su questo giro.
Anche se ricostruito e riaffrescato nel XIX secolo, il Monastero del Rila e le montagne circostanti rimangono comunque una tappa obbligata in Bulgaria. Natura intatta, strade maestose e un centro spirituale che ha diffuso (e difeso) l’ortodossia nei lunghi secoli di occupazione turca. Un po’ difficile da raggiungere, ma ne vale la pena. Andateci coi mezzi pubblici e non coi tour privati. L’unico autobus parte alle 10.20 dalla stazione Ovcha Kupel, raggiungibile in tram dal centro di Sofia!
Ore 5.17 del mattino, 26 luglio 1963. La giornata socialista era iniziata da 17 minuti e i lavoratori della capitale della Macedonia si riversavano nelle strade ancora un po’ addormentati, approfittando della breve tregua dal caldo estivo per recarsi a lavoro. All’improvviso un sisma abbatte l’85% degli edifici della città. Mille morti. Un’ora prima (e in un’altra stagione) i morti sarebbero stati molti, molti di più. Con oltre 200.000 sfollati, il paese cade nel panico.
Skopje è quindi una città ricostruita. Tutto in Macedonia è “ricostruito”. Dalla storia nazionale alla bandiera. Dal nazionalismo fittizio di un popolo metà slavo e metà albanese che si crede erede di Filippo II e Alessandro Magno; dai musei archeologici in stile classico greco costruiti nel 2011 al nome, FYROM, Former Yugoslavian Republic of Macedonia, assegnatole per distinguerla dalla Macedonia “vera” e “storica”, quella che sta in Grecia. Finalmente, oggi la FYROM ha un nome riconosciuto internazionalmente, e si chiama Macedonia Del Nord. La disputa con la Grecia è chiusa. Nessuno ci sperava, ma evviva!
Ma quindi cosa c’è di interessante? Strano a dirsi, un sacco di cose. Parte migliore della città è certo il Bit Pazar, cioè il vecchio Bazaar ottomano, dove gironzolare un po’ a tutte le ore a caccia di pasti economici, dolcetti turchi, fresche birre Skopsko e viuzze tortuose da fotografare. Oltre alle belle moschee, alla fortezza e ai monumenti ricoperti di bombe di vernice (a seguito delle proteste contro il governo corrotto della primavera 2016), a Skopje andate a caccia di statue: ce ne sono veramente tantissime, tipo una ogni dieci metri di raggio (non esagero) e sono incredibilmente belle. In ultima posizione tra le cose da vedere nei Balcani, ma non perché meno bella o importante.
Hai già letto il post organizzativo per un viaggio nei Balcani? Se cerchi info pratiche, è il post che fa per te.
Lasciatevi ispirare e percorrete le strade di montagna oppure a mezza costa: in bici, a piedi o con la vostra auto. Ad ogni svolta, ad ogni crinale vi si srotoleranno davanti viste mozzafiato sull’incantevole arcipelago croato, sull’Istria, o magari sull’Italia se la giornata è tersa. Studiate bene la mappa e buttatevi senza preoccupazioni, le strade sono in ottime condizioni. Un esempio? Per andare da Spalato a Mostar fate la litoranea e poi salite lungo la strada a mezzacosta: è una strada panoramica bellissima di cui non vi pentirete. Meglio se al tramonto, quando il cielo è infuocato e le isole sembrano quasi quelle di un lontano arcipelago esotico.
Difficile da raggiungere, difficile pernottare, costi elevati e cattivo rapporto qualità prezzo nelle cose. Solo per chi ha spirito atletico: la vista da cartolina bisogna conquistarsela. Kotor però rimane sempre Kotor, così come tutta la costa montenegrina: mozzafiato. Decisamente al primo posto delle cose da vedere nei Balcani sacrificabili.
Piccola e invasa da turisti, non offre molto più del ponte e del centro UNESCO ricostruiti. Rimane comunque una tappa molto importante, anche se sacrificabile rispetto ad altre città bosniache, specie in alta stagione. Fa specie che la città sia ancora largamente devastata ma una casa su due abbia fuori il cartello “guesthouse”. In generale però è davvero molto carina, anche se il centro è stato tutto ricostruito dopo la guerra e oggi sa un po’ di finto. Il fiume (Neretva) ha un colore incredibile!
Da fare: camminare lungo la linea del fronte bosniaco-croato, costellato di edifici crivellati e sventrati, andare a cercare il Ginnasio di Mostar che ricorda la biblioteca di Sarajevo, oppure provare a spingersi fino al monumento ai partigiani di Mostar caduti durante la Seconda Guerra Mondiale, oggi in stato di abbandono.
Città vivace con molto da scoprire ma con architettura prevalentemente comunista salvo qualche bella sorpresa bizantina. Buona base per escursioni al Rila e davvero molto economica; negli anni si è molto rinnovata ed è diventata più poliedrica e interessante. Non un must imperdibile, ma buona meta se si è di passaggio o per gli appassionati di brutalismo.
Chi la chiama la perla del Kosovo non ha visto i cani randagi, le chiese distrutte dai pogrom anti-serbi del 2004 e ora pattugliate dalla polizia e circondate di filo spinato, le decine di edifici storici ricostruiti in cemento e il perenne cantiere che domina in città. Molte moschee interessanti, le chiese o non si possono visitare o sono ricostruzioni. La meta migliore in Kosovo ma non da andarci apposta, vista anche la problematicità delle frontiere e la questione dei timbri sul passaporto per poi rientrare in Serbia. Purtroppo il Kosovo è un grande pasticcio in balia di nazionalismi, strascichi della guerra e ancora troppi problemi. Anche se è sempre improbabile che capiti qualcosa di spiacevole a un viaggiatore attento, non mi sentirei di definirlo un posto al 100% sicuro: due giorni dopo che siamo venuti noi è esplosa una bomba in una banca. Di certo non un must-see tra le cose da vedere nei Balcani, ma interessante per chi si occupa di diritto internazionale e geopolitica.
Una vera perla bianca, sempre in prima posizione nei “cosa vedere nei Balcani” – ma affollata all’inverosimile e ormai davvero costosa, ai limiti dell’invivibile. Difficile alloggiare in centro e lontana dal resto della Croazia: per raggiungerla bisogna attraversare un corridoio di Bosnia lungo il mare che implica quattro frontiere, sempre che non costruiscano il famoso ponte per aggirare la Bosnia. Di positivo si ha che la si visita in poche ore perché è molto piccola. Splendida, però, in bassa e bassissima stagione. Ci sarà un motivo se a Dubrovnik hanno girato Game of Thrones, no? Non pernottateci d’estate, oppure (meglio!) veniteci in primavera e tardo autunno a godervela con lentezza e senza turisti, perché è probabilmente la città più bella della Croazia, se non forse di tutti i Balcani.
Carina, tutta bianca, ma non sensazionale, non c’è niente di speciale. Bello l’organo marino. Meglio una Spalato o una Dubrovnik.
Il monastero derviscio (tekke) a pochi km da Mostar sorge in una posizione spettacolare ai piedi di una scogliera di nuda roccia e di un fiume color smeraldo. Posizione semplicemente perfetta per un eremo solitario dove meditare sul senso della vita.
Peccato che la solitudine del luogo e la sua spiritualità siano spazzate via da un’infinita lista di negozietti che vendono le solite cinesate, parcheggiatori che esigono la propria tassa e scolaresche turche in gita. L’interno è molto ben conservato ma decisamente caro per il poco che c’è da vedere. Se avete già visto una casa ottomana all’interno lasciate perdere, anche se da fuori il monastero di Blagaj merita comunque una deviazione.
Che mi ha sempre evocato una rana strozzata da qualcuno che la tirava, cioè dal Tiratore di Rane, cui la città è intitolata (?). Non una città malefica, ma l’Albania offre certo di meglio.
Ps. Eventi recenti ci stanno spingendo a rivalutare la capitale albanese, che negli ultimi anni è cresciuta moltissimo. Ci torneremo, promesso!
L’ultima lista è ironica, genuinamente cattiva e totalmente arbitraria. Lo so che vi si spezzerà il cuore perché Podgorica è la città per voi più bella e incredibile ed emozionante del mondo, ma qui su Pain de Route abbiamo fatto delle scelte. E Podgorica ci è sembrata la città più inutile del mondo. Un ultimo appunto rivolto ai lettori intelligenti in particolare: l’articolo è stato scritto a quattro mani da Grampasso e da Prince of Persia, con il contributo di altri painderoutiani onorari (Honey in particolare per l’Albania).
Tutte le destinazioni di questo post sono state visitate in diversi viaggi tra il 2013 e il 2019: è normale che posti in fermento come i Balcani cambino radicalmente da un anno all’altro. Quindi non escludiamo che Podgorica, visitata nel 2016 per l’ultima volta, quest’anno sia diventata una piccola gemma nei Balcani: ce lo direte voi. Scusateci se non abbiamo ancora il dono dell’ubiquità né dell’onniscienza (su questo punto ci stiamo lavorando). Di sicuro torneremo anche nelle città che ci sono piaciute di meno e, spero, ci ricrederemo.
Ma non su Podgorica.
Avete presente quando non c’è assolutamente niente da vedere? O, se anche c’è qualcosa, è assolutamente privo di valore e interesse? No? Sicuri? Venite a Podgorica. #visitpodgorica
Tra cani randagi, palazzoni ispirati all’urbanistica di Busto Arsizio e tassisti rissosi, le guide Lonely Planet consigliano di provare la vibrante cucina multietnica della capitale del Kosovo. Visto che noi a differenza loro siamo indipendenti e lavoriamo gratis, prendiamoci il lusso di dire la verità: anche no. Davvero, anche no.
Umidità pluviale da muffa ai polmoni, mare inquinato, grattacieli costruiti sulla spiaggia e qualche sasso romano risparmiato al cemento. E un vecchietto in bicicletta che ha cercato di conquistarmi con un disinvolto “are you children?”. Devo continuare?
Non bastano quattro casette pittate in stile impero a risollevare la capitale col nome più brutto del mondo (ci rendiamo conto? Za-greb). Prezzi poco balcanici e una chiesa trash immensa (di recente in parte distrutta dal terremoto). Peccato per i murales vicino alla ferrovia ché sono bellissimi, ma per noi Zagabria è un no. So che ho infranto mille cuori con quest’ultima affermazione, ma questa classifica era volutamente arbitraria, non argomentata e piena di pregiudizi. Nel frattempo, il nostro team di painderoutiani altamente specializzati sta lavorando per dare una seconda chance a questa città: vi aggiorneremo.
Bene, spero che questo articolo vi sia piaciuto. Se uno dei vostri luoghi del cuore dei Balcani è finito nella seconda o terza categoria beh, mi spiace. De gustibus. Sulla seconda lista, specifico che non dibattiamo sulla bellezza o meno di certe città (come Kotor o Dubrovnik), ma sul fatto che la loro fruibilità e godibilità sia diventata quasi impossibile: meglio godersi una Sibenico da soli che una Dubrovnik in mezzo a tremila passeggeri di una crociera.
Altre foto nei Balcani sul mio Instagram, vi aspetto lì!
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Letture consigliate da Pain de Route (con tutto il cuore, seriamente):
Sarajevo, di A. Scavuzzo e S. Maraone (Amazon)
su Libraccio: http://tidd.ly/728b9fb7
Yugoland. Cartoline da un paese che non c’è più, di A. Ragona e G. Gamberini (Amazon)
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Letture consigliate dalla community:
Maschere per un massacro, di Paolo Rumiz (Amazon)
su Libraccio a questo link: http://tidd.ly/4fa4bcda
Hotel Tito, di Ivana Bodrožić (Amazon)
Un abbraccio,
Ele e Dario
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20 Comments
Beh, se questo post non fa venir voglia di visitare i Balcani, non so cosa dovrebbe!
Io sono completamente a digiuno della zona, quindi salvo tra i preferiti nella cartelletta “Viaggi” 🙂
Benissimo 🙂 sei un cuore proprio adatto ai Balcani!
Un abbraccio e a presto!
Ele
Grande!! Io conosco solo la macedonia e ben poco oltre a ohrid dove ho vissuto un mese nel 20p7, e ..ci ho lasciato il cuore. Ho voglia di ritornarci. Grazie
Grazie a te! La Macedonia e Ohrid sono davvero posti magici 🙂
Un abbraccio
Ele
Sarajevo è unica,ci sono andato 2 volte e spero di tornarci il prima possibile….mi intriga molto Belgrado e te ne parli molto bene…Prizren,Pristina,,Sofia e Plovdiv le ho già visitate….ero tentato da Podgorica,visto il volo della Wizzair….ma anche te dici che non ne vale la pena….
Podgorica è proprio un peccato, ma è una città nata con la Jugoslavia e costruita dove prima c’era solo un villaggio di pastori: non c’è proprio nulla da vedere, anche con le migliori intenzioni! E’ però un’ottima base per raggiungere il bellissimo lago Skadar (ti giuro col sangue che ne vale la pena), il treno costa solo 1€ (Vjrpazar)! Quindi valuta per esplorare i dintorni, ma la città in sé non offre niente.
Sarajevo… ogni volta non trovo parole per descriverla! Spero di tornarci presto, perché ogni volta è una scoperta e un’emozione indescrivibile.
Bravo che ti sei balcanizzato 🙂
Buona serata!
Ele
Podgorica non può essere più brutta di Salonicco….appena torni a Sarajevo ti consiglio una giornata a Srebrenica,ne ho viste di miserie,ma quel posto è veramente assurdo….
Assolutamente si: a Srebrenica non c’è nulla, a parte il memoriale dell’Olocausto, ma ho quasi reputato un dovere morale andarci. E le discussioni avute con i gestori dell’ostello… un giorno te ne parlerò. Mi ha fatto capire il nocciolo della guerra, e di come in tanti casi si cerchi di nascondere la testa sotto la sabbia. Non lo dimenticherò mai.
Caspita, a me Srebrenica manca ancora, ma ho letto così tanto… sono davvero curiosa di sentire le tue storie, Arianna! Di sicuro ci andrò un giorno 🙂
Sarajevo ti entra nel cuore. Da quando ci sono stata è un pensiero costante.
Su Zagabria non sono d’accordo, è una piccola città asburgica, viva e allegra con uno spirito un po’ parigino. Zara l’ho amata per i suoi colori e un ottimo ristorante. Per la parte di Albania, Montenegro e Macedonia, verificherò a breve.
Ciao Anonimo, hai ragione, Sarajevo è davvero un’ossessione per tanti di noi. Zagabria io l’ho vista tanti anni fa e da quello che tanti dicono pare sia cambiata: a me, stanchissima dopo un lungo primo viaggio balcanico, non aveva detto molto, specialmente avendo già visitato tante altre città asburgiche, ma di sicuro ci tornerò di nuovo. Dicono che d’inverno sia magica!
L’Albania ahimé continua a non farci una grande impressione, non per gli abitanti (amichevolissimi), il cibo (delizioso) e le belle città (Berat su tutte), ma per la questione rifiuti che a noi sembra davvero un’emergenza di portata allarmante. PrinceOfPersia, l’altro autore dell’articolo, è appena tornato dal lago di Ohrid albanese e da Valona, ma non ha molto rivisto le sue posizioni. Spero che Saranda e la zona lì intorno sia meglio del resto del paese, pare sia così.
Invece Montenegro e Macedonia sono davvero stati piccoli ma meravigliosi, a me erano piaciuti davvero tantissimo.
Che mi dici invece, com’è stato il tuo viaggio balcanico?
Grazie!
Eleonora
Sono stata in Montenegro quest’anno e mi sento di confermare che Podgorica non è cambiata affatto. Assolutamente niente da vedere. Unica cosa davvero utile una fontana dall’acqua freschissima che ci ha ristorato dai 40°. Come hanno fatto a farla capitale?
Ehehe proprio per questo è una città sorta dal nulla, perfetta per essere scelta come capitale! Ma basta pensare che fino al crollo della Jugoslavia si chiamava Titograd!
Bene per la fontana: la metteremo come #1 tra le cose da visitare 😉
Eleonora
Ciao! Ho visitato Sarajevo e devo dire la verità ero scettico se andare o no ma sono contento d averlo fatto . Non riesco ancora a descrivere esattamente cosa mi ha trasmesso eppure L ho amata da subito la trovo strana a tratti surreale . Quella sensazione d essere circondati dalle montagne gli edifici il quartiere turco..
Complice un offerta andrò a Sofia a gennaio, spero non mi faccia rimpiangere Sarajevo
Ciao Gyokuro, felicissima che Sarajevo ti sia piaciuta. Sofia è in realtà completamente diversa, non era nemmeno Jugoslavia, ma ha un suo perché. La città non mi aveva fatto impazzire ma è comunque una meta interessante e soprattutto in rapidissimo cambiamento, mi ero divertita un sacco in città. Forse gennaio non è il momento migliore per visitarla, ma secondo me ti divertirai.
Buon viaggio!
Ele
Grazie per aver scritto questi essenziali consigli per visitare Sarajevo. Per me a Sarajevo sarà un entusiasmante ritorno dopo ben 27 anni. L’ho vissuta come soldato Nato nell’operazione IFOR, dal gelido gennaio del 1996 a maggio. Una città martoriata ed afflitta da un brutale conflitto, ma nonostante ciò affascinante e splendida , trasudava cultura e dignità. In tutti questi anni ho sempre avuto un fortissimo desiderio di ritornare e rivederla. Quest’anno, tra pochi giorni, realizzerò questo piccolo sogno. Ritornerò nei posti in cui sono stato, dove ho vissuto durante il conflitto, porterò con me le foto dell’epoca. Cercherò nuovamente quei panorami quel clima quelle sensazioni che Sarajevo metaforicamente mi ha tatuato sulla pelle. Sono già emozionato al solo pensiero. Grazie per aver scritto questa breve utile guida, ne faro tesoro …poi mi lascerò trasportare dai ricordi, dai profumi e dagli sguardi della gente.
Ciao! Quest’anno ho agito la fortuna di visitaré Dubrovnik e Kotor durante il mese di maggio e devo dire che non mi sono sentito affogato da folle di turisti. Soprattutto a Kotor, che mi ha commosso tantissimo dato che assomiglia molto il paese dove è nato mio padre in Spagna… e sì, i 1355 gradini per salire fino alla fortezza di San Giovanni sono tosti, ma ne vale la pena! Maggio prossimo Ohrid 🙂
Bene, sei stato fortunato! Maggio non è ancora alta stagione. Facci sapere se ti piace Ohrid allora 🙂
Noto che sorvoli completamente Novi Sad, la Voivodina e in generale la Serbia, oltre Belgrado. Non ci sono località particolarmente degne di nota oppure non hai ancora potuto esplorare la zona?
Non ci siamo ancora stati, dobbiamo rimediare quanto prima 🙂