Questo articolo su cosa vedere ad Atene è opera di un amico e grande viaggiatore selvatico per terre dell’Est, d’Africa e di Medio Oriente, Riccardo Campanella. Da poche settimane Riccardo si fa chiamare Terre mai viste prima, come il suo nuovo sito e account Instagram. Niente di più vero: sono davvero terre mai viste né sentite, più vive che mai, e raccontate a cuore aperto.
Buona lettura!
Cose insolite da vedere ad Atene: quattro quartieri
Se siete alla ricerca di informazioni sulla grande Atene di Pericle che nel V secolo a.C. fece della città il fulcro egemonico dell’Attica e del Mar Egeo, favorendo arti e cultura e facendo erigere il Partenone, allora siete sulla pagina sbagliata. Troverete decine, anzi centinaia di pagine che ne parlano… ma questa no.
O forse siete anche voi vittime della narrativa tossica che circonda questa capitale europea ma, stoicamente, volete comunque darle una possibilità. Perché non credete come dicono molti che Atene sia «una città insicura e sporca» dove «non c’è altro da vedere che l’Acropoli».
Bene! In questo caso, l’articolo è proprio destinato a voi! E vi consiglio di leggerlo perché, se avete in tasca un biglietto per Atene, vi permetterà di andare a scoprire dei lati della città nascosti e poco pubblicizzati: alternativi, o semplicemente selvatici, e per giunta senza allontanarsi dal centro. Perché Atene non è solo siti archeologici e punto di partenza per imbarcarsi al Pireo per visitare le Cicladi. Atene è una porta e un ponte, Atene è contro-cultura e resistenza. E qui andremo a esplorare questo suo lato ai più sconosciuto.
Exarchia
Il quartiere delle proteste studentesche
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La prima volta che ho sentito parlare di Exarchia (traslitterato anche Exarcheia) è stato grazie al regista persiano Siamak Etemadi. Il suo film “Pari” racconta la storia di una donna iraniana che insieme al marito si reca ad Atene per cercare il figlio Babak misteriosamente scomparso e si ritrova per le strade di una Exarchia in fiamme durante le proteste studentesche. È un film che mi ha toccato molto e, a distanza di tempo, le immagini di quelle vie messe a ferro e fuoco e di quel mondo sommerso raccontato così bene mi hanno convinto che proprio questo quartiere dovesse essere il mio punto di partenza per scoprire il lato nascosto di Atene.
Exarchia si sviluppa a ridosso del centro cittadino alle spalle dell’università, a nord-est dell’asse che unisce Piazza Syntagma a Piazza Omonia. Da sempre riveste un ruolo fondamentale nella vita della città, in quanto da qui sono partite le più importanti proteste contro lo Stato. La prima rivolta fu quella contro la dittatura dei Colonnelli nel 1973, nata tra gli studenti del Politecnico, che ha sede proprio qui.
Da allora, Exarchia è considerato il quartier generale studentesco della rivolta e per questo è presidiato giorno e notte da poliziotti, in uniforme e in borghese. Non fatevi spaventare!
Il 6 Dicembre 2008 salì tristemente agli onori della cronaca. Un giovane studente, Alexandros Andréas Grigoroupoulos, di soli 15 anni, venne ucciso dalla polizia durante un pattugliamento notturno. Fu la miccia che diede inizio a proteste che misero sotto torchio la città, arrivando a minacciare il parlamento che ha sede nella poco lontana Piazza Syntagma. La rivolta greca ebbe un’eco internazionale e riverberò nei maggiori atenei e politecnici europei, come quelli di Torino, Londra e Berlino.
Al giovane studente è dedicata una lapide commemorativa che si trova nel punto in cui fu ucciso, in una stradina pedonale all’incrocio tra Koletti e Mesologgiou. Simbolicamente a fianco del ricordo di Alexandros è stata posta un’altra lapide che commemora il giovane studente curdo Berkin Elvan ucciso a Istanbul a soli 14 anni durante le proteste di Gezi Park del Marzo 2014. Sulla lapide si legge: «Alex and Berkin are symbols of the struggle. Their memory lives in our struggle!», e queste parole sintetizzano perfettamente l’anima di questo luogo.
Altro luogo simbolico è la piazza che dà il nome quartiere, ovvero Plateia Exarchia, ancora oggi usata come luogo di aggregazione e assembramento per le proteste. In questa piccola piazza triangolare alberata, troverete spesso picchetti di persone che manifestano contro il sistema capitalistico e contro il governo. In Pl. Exarchia inoltre ha sede una delle decine di librerie del quartiere, forse la più bella, che si chiama Bibliotheque, dove potrete indugiare tra libri, cartoline e giornali in un percorso attraverso la contro-cultura studentesca.
Esplorare le vene aperte di Exarchia partendo proprio dalla piazza e perdendovi nelle sue vie è un’esperienza che consiglio a tutti. Dovrete solo lasciarvi trasportare dal caso e scoprire gli angoli più nascosti, interamente coperti da murales che raccontano la vita di questi luoghi ma anche gli ideali che li hanno sempre animati. Uno dei murales più belli che non dovete assolutamente perdere si chiama No land for poor e si trova all’incrocio tra le vie Benaki e Arachovis. Rappresenta un giovane senzatetto steso mentre dorme per strada. A fianco una frase recita: «dedicated to the poor and homeless here and around the Globe», sulla parete di un edificio sventrato che ricorda Beit Beirut, la Casa Gialla di Beirut.
Ultima raccomandazione per vivere un’esperienza unica a Exarchia: se siete da queste parti nel fine settimana, non dovrete perdervi il mercato degli agricoltori di Kallidromiou. Si svolge tutti i sabati mattina, lungo una via che taglia longitudinalmente il quartiere. Decine di agricoltori si radunano sotto i tipici tendoni arancioni che colorano la strada dalle prime ore del mattino, per vendere i loro prodotti. Oltre a poter acquistare tantissime cose buone a km zero, sarete catapultati nella vita di quartiere e potrete osservare questa bellissima umanità, magari seduti al tavolino di un caffè in compagnia di qualche anziano greco che vi racconterà la sua storia, senza ovviamente capirci nulla – come è capitato a me!
Al mercato di Kallidromiou, non è raro trovare artisti di strada che suonano musica tradizionale. Ho passato ore ad ascoltare un gruppo cretese che si esibiva proprio tra le bancarelle del mercato suonando il rizitiko, un tipo di rebetiko che nacque e si sviluppò sulla più grande isola greca da cui questi musicisti provenivano. Se invece cercate locali dove ascoltare il rebetiko, due istituzioni del quartiere sono O Angelos in Zoodochou Pigis e Trichordo in Benaki. In questo genere di locali si deve prenotare un tavolo per cenare, e sarete accompagnati dalle note dei bouzouki che, soprattutto durante il fine settimana, andranno avanti fino a notte inoltrata.
Se cercate un posto dove mangiare un boccone attorno al mercato, non potete perdervi la taverna Ama Lachei, celebre in tutta la città per i suoi piatti tradizionali ma rivisitati con un tocco di modernità. Gustatevi per esempio il purè di legumi che qui chiamano fava (φάβα), arricchito da cipolle, capperi e una salsina a base di miele e senape, nel giardino ombroso del ristorante. Vi conquisterà!
Quando avrete finito di assaporare i piatti di Ama Lachei, vi consiglio di puntare alla collina del Licabetto, che costituisce il limite meridionale del quartiere e, per uno scherzo del destino, lo separa da Kolonaki, il quartiere posh e lussuoso di Atene. Dalla sua cima potrete osservare uno dei panorami più belli della città: l’Acropoli che si staglia come un masso gettato sulla vasta distesa cittadina e sullo sfondo il mare che luccica del riverbero del sole e l’isola di Salamina, così vicina alla costa.
Metaxourgio, Keramikos e Gazi
Tre quartieri, un’anima comune
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Quando nel 1834 Atene venne scelta come capitale dello Stato greco moderno a discapito di Nauplia, piccola città del Peloponneso, contava appena 10.000 abitanti. Niente di più che un borgo di case assiepate ai piedi dell’Acropoli in corrispondenza dell’attuale quartiere di Plaka. Fu solo nel Novecento che questa città, nei secoli caduta nel dimenticatoio, divenne quella che appare ai nostri occhi oggi. Il grande boom demografico avvenne nel 1922 a seguito dell’evento passato alla Storia come Catastrofe dell’Asia Minore, quando la disfatta della Grecia contro la Turchia nella guerra greco-turca comportò uno scambio di popolazione e l’arrivo dall’Asia Minore di oltre un milione di profughi ellenici che si accamparono attorno alla capitale (circa 400.000) e in varie zone della Grecia.
Per questo motivo la città crebbe a dismisura durante il secolo scorso e molti quartieri operai sorsero nelle immediate vicinanze del centro storico. È il caso dei tre quartieri che esploreremo qui di seguito: Metaxourgio, Keramikos e Gazi.
La storia di questi quartieri è una storia comune fatta di fabbriche, classe operaia e commercio: vi avevo detto che tra le cose da vedere ad Atene c’era da aspettarsi tantissimo. Tuttavia, i tre quartieri ai nostri giorni hanno avuto una sorte diversa all’interno del tessuto urbano della città. Vediamolo!
Metaxourgio
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Iniziamo il nostro itinerario insolito ad Atene da Metaxourgio, quartiere che sorge a sud-ovest di Piazza Omonia. Da qui, percorrendo il grande viale Panagi Tsaldari in direzione Pireo, ve lo troverete dopo poche centinaia di metri sul lato destro. Prima di svoltare nel quartiere, non perdetevi sulla facciata di un palazzo che si affaccia sul grande viale, il murales Praying for us ispirato all’opera Praying Hands di Albrecht Dürer. Le mani qui non sono rivolte verso l’alto come nella celebre opera del pittore tedesco, ma puntano verso il basso come a creare un’antitesi rispetto al messaggio originale dell’opera. È uno dei murales più famosi della città ed è stato creato nel contesto dell’azione pubblica denominata Arte e spazio pubblico, pittura su facciate cieche di edifici ad Atene.
Svoltando a destra entrerete nel cuore di Metaxourgio, quartiere nato a inizio Novecento e che ospitava la classe operaia ma anche artigiani, commercianti e piccoli imprenditori. Fiorito nel secondo dopoguerra, visse un lungo periodo di abbandono negli anni Settanta e Ottanta quando divenne un quartiere malfamato con pericolosi giri di droga e prostituzione. Fama per la quale purtroppo il quartiere continua ad essere riconosciuto nel sostrato cittadino. Se nominate Metaxourgio, la maggior parte degli ateniesi vi guarderà con raccapriccio, raccomandandovi di evitare di inoltrarvi da quelle parti.
Niente di più sbagliato: da alcuni anni grazie sia all’amministrazione comunale sia all’iniziativa di centinaia di abitanti del quartiere, l’area ha ricominciato a vivere e vasti spazi urbani sono stati riconquistati. Grazie all’apertura di svariate gallerie d’arte, musei, ristoranti e caffè, Metaxourgio sta acquisendo la fama di quartiere artistico e giovane, dove un nuovo modo di vivere la città in maniera comunitaria è possibile. Una sorta di fratello piccolo di Exarchia, ma con un’anima meno anarchica e più comunitaria!
Il fulcro della vita di quartiere è piazza Avdi (Plateia Avdi) dove dal 2010 si trova l’interessante Galleria Municipale di Atene. Intitolata a Leon Avdis, avvocato ateniese eletto in Parlamento nel 1996 nelle fila del partito comunista e grande sostenitore delle politiche di recupero delle periferie urbane, la piazza è stata oggetto di recupero nel 2008 con un intervento che prevedeva l’aumento degli spazi verdi e il miglioramento dell’illuminazione e pavimentazione. Da allora lo spazio è tornato nelle mani dei cittadini che ne hanno fatto la sede di interventi di guerrilla gardening, creazione di opere d’arte anonime e festival e manifestazioni che animano questo spazio durante le lunghe estati ateniesi.
È un piacere fermarsi in uno dei bar della piazza, sorseggiare un freddo (bevanda a base di nescafè shakerato con o senza latte che non può mai mancare sui banconi dei bar di tutta la Grecia) e osservare la vita che scorre tranquilla e pacifica sotto il cielo della capitale.
Da qui potete esplorare le strade del quartiere che sono ricche di street art e cortili a volte abbandonati in cui scoprire il volto di un’Atene lontana anni luce dagli scorci da cartolina di Plaka e piazza Monastiraki, ma non per questo meno interessante soprattutto se amate la storia recente del nostro continente.
Keramikos
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Da Metaxourgio, proseguite verso sud-est ed entrate nel confinante quartiere di Keramikos. Questo piccolo quartiere prende il nome dall’importantissimo sito archeologico omonimo che sorge sul lato sinistro del grande viale Tsaldari. Keramikos è la più antica necropoli cittadina ed è possibile visitarne le rovine e passeggiare attraverso le sue tombe millenarie.
Ma noi, come detto, siamo qui per fare un trekking urbano attraverso la vita odierna della città per cui rimaniamo nel quartiere e scopriamo cosa ha da offrire. Keramikos si sviluppa attorno ai suoi due assi principali: Keramikou e Plateon. Attorno a queste due strade, sorgono decine di piccoli ristorantini e locali in cui fermarsi a mangiare o semplicemente bersi qualcosa con gli amici, come fanno centinaia di ateniesi. Non c’è qualcosa di particolare da vedere, ma è piacevolissimo gironzolare per le sue vie. Un posto che non potete perdervi, soprattutto se siete affamati, è Kalamakia O Elvis, in Plateon 29, dove a ogni ora del giorno e della notte, vengono serviti i migliori souvlaki (spiedini) di pollo e maiale che io abbia mai mangiato, accompagnato da patatine artigianali che faranno gioire il vostro stomaco e placheranno la vostra voglia di street food.
Gazi
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Ora che avete la pancia piena, possiamo continuare il nostro trekking e dirigerci verso l’ultimo quartiere di questo trittico, ovvero Gazi. Gazi fa rima con night-life e qualsiasi giovane ateniese a cui chiederete, vi dirà che a Gazi si esce «a fare serata» e divertirsi perché, si sa, la città è un essere in continuo mutamento e i quartieri cambiano faccia e identità nel corso dei decenni. A Gazi è toccata la sorte di diventare il nuovo fulcro urbano della vita notturna ateniese, in una manciata di vie si concentrano decine, forse centinaia di locali e la sera diventa impossibile anche solo camminare. Seguite il mio consiglio, dal momento che ci sono stato sia di notte che di giorno: andateci prima del tramonto se volete godervi questo quartiere alternativo e pieno di cose interessanti da vedere!
Per prima cosa, venendo da Keramikos, passate a fianco del vecchio deposito di tram OSY, ora tramutato in venue per eventi e mostre alternative. Sulla parete del deposito che affaccia sull’ormai noto viale Tsaldari, vedrete due delle opere di street art più conosciute del noto e talentuoso artista INO. Le sue opere, che troverete anche a Psyrri e in altri quartieri della città, sono facilmente riconoscibili in quanto sono tutte in bianco e nero con un tocco di blu a creare un contrasto cromatico che diventa firma dell’artista. Sul muro del deposito OSY le due opere sono ispirate al genio di Leonardo da Vinci: a sinistra una Gioconda in chiave contemporanea nelle cui pupille si fronteggiano un manifestante con la maschera a gas e un poliziotto e, sul lato destro, un’ultima cena in cui gli apostoli sono sostituiti da dodici uomini di affari in giacca e cravatta che si scambiano soldi e mazzette mentre tante mani imploranti spuntano da sotto il tavolo. È un’opera d’arte incredibile, una delle cose che mi è piaciuta di più dell’intera visita di Atene.
Da qui proseguendo lungo il viale intravedrete già la prossima tappa, che è anche il luogo che dà il nome all’intero quartiere ovvero l’antica fabbrica del gas, ora museo e centro per eventi denominato Technopolis (sito web qui), fondata nella seconda metà dell’Ottocento con l’obiettivo di illuminare la città e che impiegava migliaia di persone che qui lavoravano in condizioni di fatica estrema.
Dichiarato monumento storico da preservare nel 1986 dall’allora ministra della cultura, la famosa socialista Melina Mercuri, negli anni ’90 vede succedersi diversi progetti di riqualificazione che lo fanno diventare un centro di arte ed eventi che niente ha da invidiare agli spazi alternativi post-industriali di Berlino. Veramente un luogo sorprendente! Nel 2013, ha inaugurato il vero e proprio Museo del Gas che vi consiglio di non perdere: al prezzo di solo 1€ potrete fare un salto indietro nel tempo di oltre un secolo quando tra questi capannoni e all’interno dei gasometri veniva prodotta l’energia elettrica, partendo dalla preziosa materia prima – il carbone – che veniva portato a temperature altissime attraverso dei forni che sono tutt’ora preservati e sembrano delle opere d’arte per la loro geometria bislacca.
Nel museo è possibile anche vedere alcuni scatti risalenti agli anni Cinquanta che ritraggono gli operai completamente anneriti dal carbone che lavorano in condizioni estreme all’interno di questi luoghi. È veramente interessante, ma anche doloroso, vedere coi propri occhi come vivevano i nostri nonni e quali fatiche dovessero sopportare.
Dedicate almeno un paio di ore alla visita di Technopolis e indugiate nel cortile ascoltando un po’ di musica elettronica che sicuramente risuonerà nell’aria mentre i giovani ateniesi chiacchierano bevendosi una birra.
Quando sarete soddisfatti e vi sentirete davvero come se un buco spazio-temporale vi avesse proiettato in qualche città olandese o tedesca, uscite dal retro di Technopolis e vi ritroverete nel grande trapezio di piazza Persefoni e del parco Keramikos, fulcro della vita notturna di Gazi. Qui troverete alcuni dei bar e delle sale concerto e teatro più importanti del quartiere. Scopritene qualcuno e non perdetevi l’Archivio Cinematografico Greco, Ταινιοθήκη της Ελλάδος, nell’angolo tra Keleou e Meg. Alexandrou. Da grande appassionato di cinema indipendente, ho scoperto questo posto solo l’ultima sera in cui ero in città e non ho potuto partecipare a uno dei tanti festival del cinema che qui vengono organizzati. Molto vicino all’Archivio, c’è un teatro aperto nel 2012 all’interno degli spazi di una vecchia fonderia dove si può assistere a spettacoli sia all’aperto che al chiuso, un altro luogo della cultura nella vivacissima Gazi.
Insomma, a Gazi non ci si annoia e avrete veramente accesso a decine di luoghi interessanti che vi faranno venir voglia di restare e scoprire la vita culturale e sociale ateniese nella sua massima espressione.
Le cose da vedere ad Atene e il viaggio attraverso il suo lato nascosto si ferma qui: non è possibile esaurire con un articolo tutto quello che la città è in grado di offrire ma abbiamo voluto aprire una piccola finestra e lasciar entrare un po’ di luce su questa città così tanto bistrattata e mal raccontata. È stato scioccante e sorprendente anche per me, esperto viaggiatore che difficilmente cede alla fascinazione delle narrazioni mainstream, eppure in qualche modo mi rendo conto che per anni ero stato vittima di queste logiche anche io.
Date una chance a questa città, perché vi saprà sorprendere con le sue tante anime!
6 commenti
Fabrizio Sciandra
Leggendo, non riesco a non pensare a Ricky ❤️😢
Grazie Eleonora per avermi fatto imbattere in questo scritto stasera.
Eleonora
Manca a tutti tantissimo ♥ grazie a te per aver tenuto viva la sua memoria!
Eleonora
Chiara
Non vedo l’ora di percorrere queste vie urbane selvatiche! Grazie
Eleonora
grazie! ♥
Diana
Bellissimo articolo! Grazie Riky,
Eleonora
Grazie!