Prima di partire per il trekking sul Monte Olimpo in primavera avevamo cercato informazioni meteorologiche e pratiche ma con scarsi risultati, soprattutto per quanto riguarda la bassa stagione (ottobre-aprile). Ecco, in pillole, un po’ di dritte basate sulla nostra esperienza per non farvi divorare dai lupi di Artemide.
Scalare il monte Olimpo in primavera è, oltre che un degno coronamento per le vostre eroiche memorie da liceo classico, un’esperienza gratificante e insolita, che vi regalerà una botta di salute ai polmoni, una conoscenza enciclopedica di flora e fauna e viste mozzafiato su tutta la Macedonia. E se sarete fortunati, sentirete anche voi il suono incredibile della foresta che si sgela.
Equipaggiamento
Siamo partiti con solamente il bagaglio a mano Ryanair e ci abbiamo fatto stare scarponi da montagna estivi ma pesanti, pantaloni da Rambo milletasche presi al mercato, pile e giacca (in realtà abbastanza inutile perché faceva abbastanza caldo). Come al solito, i soldi spesi per l’abbigliamento tecnico non sono mai buttati. Era il nostro primo trekking all’estero e siamo partiti allo sbaraglio.
Certo, a confronto con i mille greci convintissimi che abbiamo incontrato sul sentiero sembravamo la compagine ardita e sprovveduta delle vacanzine oratorio, ma, guardando ai risultati, siamo arrivati su vivi tanto quanto loro.
Clima del Monte Olimpo
L’unica cosa che avevo capito prima di salire è che l’Olimpo ha un meteo casuale e completamente sconnesso con quello del resto della Grecia per tutto l’anno. Informatevi bene chiamando il centralino del parco e scegliete un giorno in cui perlomeno non nevichi.
L’unico momento in cui la condensa di nubi che arriva dal mare sgombera la fascia 1600-2900m è dal tramonto (matematico, giuro!) alle 9-10 di mattina circa. Poi preparatevi al solito, identico, maledetto nuvolone di Zeus. Dormire in alto vale assolutamente la pena per vedere i panorami notturni e il sole che sorge dall’Egeo settentrionale.
Fuori stagione effettivamente si va un po’ alla cieca, e devo ammettere che noi abbiamo avuto una botta di fortuna pazzesca. Il 29 marzo dai 1300 metri in poi c’era parecchia neve, ma fino ai 2000 il sentiero era ben segnalato e ben battuto, per cui si camminava solo molto più lentamente (e scivolava, come il nostro caro Elfo ha fatto per tutto il ritorno) e con più fatica, ma senza rischi o problemi particolari – poco meno di 4 ore per un sentiero che senza neve ne richiede 2.30 a salire; 2 ore per scendere. Oltre i 2000 la neve diventava davvero alta e il sentiero poco battuto, per cui camminare senza ciaspole voleva dire più che altro saltare da un buco profondo un metro all’altro.
Sentieri per scalare il Monte Olimpo in primavera
Ci sono due strade per arrivare a Mytikas, la vetta rocciosa nonché trono del signore degli dei. La prima è più corta ma più ripida, ed è quella che di solito percorrono gli escursionisti in giornata o i turisti standard, e parte dal rifugio di Prionia (1000m, nel cerchio blu più alto). In realtà questa strada (che non ho fatto, ho visto solo l’inizio) calca l’inizio di una valle, per cui deduco che per avere una buona vista si debba salire parecchio.
La seconda strada, che è l’unica sicura d’inverno, è quella che parte da Gortsia (700m, cerchio blu più basso). Più lunga ma, nei primi 2/3, decisamente tranquilla e poco impegnativa, attraverso una vegetazione lussureggiante e già a vista mare. L’ultimo tratto prima di Petrostrouga (riquadro blu) è ripido e più impegnativo in caso di neve. La linea nera ignorante che ho segnato è la strada asfaltata che collega Litohoro (il paese-nodo alla base del monte da cui dovrete per forza passare) a Gortsia e poi a Prionia.
Rifugi sul Monte Olimpo
Tutti i rifugi costano 12€ ma solo un paio hanno l’acqua corrente tutto l’anno. Il nostro (Petrostrouga, 2000m) ovviamente non ce l’aveva. In inverno sono praticamente tutti chiusi tranne Prionia e Petrostrouga, che solo saltuariamente è aperto: ma non ha un sito, e l’unico modo per sapere se quel giorno sarà operativo è chiamare il cellulare di Nektarios, il ragazzo che lo gestisce, e sperare che risponda.
In ogni caso, prendendo la strada da Litohoro, al centro informazioni del Parco dell’Olimpo c’era una ragazza gentilissima che chiamerà per voi per sapere quali rifugi sono aperti. Noi abbiamo chiesto anche all’ufficio della polizia dietro la piazzetta principale di Litohoro, e ci hanno dato un foglio con tutti i numeri di telefono di tutti i rifugi. Il cartello che dal paesone indica la strada per il monte indica anche in inglese quali sono i rifugi chiusi – quelli aperti saranno sempre un mistero, bisogna chiamare prima di partire.
Andare all’Olimpo senza macchina è fattibile ma dovrete camminare molto di più, oppure contrattare a Litohoro con un taxi che vi lasci a Gortsia o a Prionia, ma i costi potrebbero essere un po’ altini.
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