Piccola guida: quali città visitare in Russia Europea

Pubblicato il 4 Settembre 2017

Scritto da Eleonora

La Russia non è solo Mosca e San Pietroburgo, e nemmeno solo l’Anello d’Oro. Certo, le due città sono dei veri colossi quanto a vitalità, cultura, siti d’interesse e varietà di tipi umani. È un peccato però che molte persone scarti a priori tutte le altre città della Russia Europea: giovani, interessanti, tutte diverse tra loro e soprattutto inesplorate, fuori da qualsiasi itinerario turistico preconfezionato. Sono talmente tante e talmente diverse che c’è solo l’imbarazzo della scelta.

In 6 mesi di Erasmus a Mosca e successivi viaggi in Russia (tra cui un mese di Transiberiana) sono riuscita a viaggiare tanto e a visitare molte città non troppo lontane da Mosca, spingendomi fino oltre gli Urali, nella gentile Ekaterinburg. In un raggio di uno o due giorni di treno, che è già di per sé un’esperienza unica e incredibile, si possono raggiungere piccoli centri dove la vita scorre molto più lenta che nelle capitali, la gente è affezionata alla natura che circonda i centri urbani e si gode i rapporti umani, le tazze di tè, la lettura, le passeggiate lungo il fiume e ha molte più storie da raccontare di quanto non possiate immaginare.

Questa è una piccola guida per scegliere quali città visitare in Russia Europea.
Se invece stai cercando una guida pratica all’organizzazione generale di un viaggio in Russia, leggi prima questo post.

  1. Kazan’ e il Tatarstan
  2. Nizhny Novgorod
  3. Ekaterinburg
  4. Vladimir
  5. Suzdal’
  6. Sergiev Posad
  7. Murmansk

Quali città visitare in Russia Europea

Kazan e il Tatarstan

tatarstan kazabn

Possibile che ci sia un popolo musulmano, turcofono e dall’antica storia pur rimanendo in Russia Europea? Ma certo: eblema della diversità etnica e religiosa della Russia, il Tatarstan è una repubblica della Federazione abitata in buona parte dai tatari, un popolo discendente dai bulgari del Volga e dai mongoli. Da sempre in guerra con gli zar, si sono sottomessi definitivamente all’Impero russo solo nel XVIII secolo. Molti tatari sono islamici sunniti: è per questo che, nella parte vecchia di Kazan’, vedrete tante bellissime moschee in legno dipinto e intagliato. Nel Cremlino dalle bianche mura costruito da Ivan il Terribile, c’è invece sia una chiesa ortodossa sia un’impressionante moschea, costruita in occasione dei mille anni di Kazan (2005). Sembra una navicella spaziale ed è sicuramente il monumento più famoso della Russia non convenzionale. Al vederla sotto il manto di neve di febbraio non ci si potrebbe aspettare altro che un cocchio trainato da enormi cavalli che slitta via tra squilli di tromba.

Avendo ospitato i mondiali di nuoto nel 2015, Kazan si è recentemente molto rinnovata e ha cercato di rilanciare il suo ruolo di capitale culturale dell’area del Volga e non solo del Tatarstan. Ha aperto una minuscola metro, in cui le fermate sono annunciate e scritte anche in tataro, una lingua dura e melodica insieme, deliziosamente incomprensibile; molti nuovi edifici dalle architetture fantasiose sono sorti nella parte vecchia della città e, a un tiro di schioppo, si può visitare l’incredibile complesso del Tempio di Tutte le Religioni, frutto delle idee un po’ new age di un visionario psicanalista.

Cosa vedere a Kazan, la capitale del Tatarstan

Kazan è una città ricca di storia e di cultura che si visita facilmente a piedi e in un paio di giorni, anche se, come ogni luogo, più tempo ci si dedica meglio è. Se non conoscete il russo e la storia russe è certo più difficile da apprezzare, ma l’atmosfera centroasiatica vi conquisterà ugualmente. La metro, i musei e le altre attrazioni sono tradotte in inglese, ma le persone, come nel resto della Russia, generalmente parlano solo russo e tataro.

Nel Cremlino: la Moschea Qol-Şärif (l’astronave bianca e blu, bella anche all’interno, con la giusta dose di kitsch), la chiesa ortodossa dalle cupole blu e oro, la sede del governo del Tatarstan, la torre pendente di Sjujumbike e il piccolo ma interessante museo di storia del Tatarstan.

In città: la Moschea Märcani, appena fuori dal Cremlino; l’Ufficio Statale, dall’architettura eclettica; la bella stazione dei treni in centro, tutta di mattoni; il campanile della Cattedrale dell’Epifania, in mattoni; la ulitsa Baumana, la via commerciale in stile russo, e le vie circostanti; il brutalistissimo edificio dell’Istituto di Fisica; i due lungofiume; l’area Zabulachnaya, vecchio quartiere tataro pieno di splendide case in legno e vecchie moschee ridipinte a colori fluo.

Fuori città: il Tempio di Tutte le Religioni, a pochi minuti di taxi dal centro, o raggiungibile con l’autobus 2.

Post di riferimento per approfondire: Il Tatarstan e Kazan’, la Gerusalemme delle Pianure

Come arrivare: in treno notturno (16 ore circa) fino a Kazan; con gli aerei low cost Pobeda da Mosca a Naberezhnye Chelny, la seconda città della Repubblica (ci sono stata perché ero ospite di una mia amica originaria di lì: è una città meno tatara esteriormente, ma più interiormente. Non ha grandi attrazioni se non ci andate per un motivo preciso). Kazan e Naberezhnye Chelny sono collegate solo in autobus o blablacar.

Nizhny Novgorod

Nizhny Novgorod significa “città nuova la bassa”, chiamata così per distinguerla dalla Veliky Novgorod. Sede di un’importante università, la città sorge in cima e alle pendici di una rocca situata sulla convergenza dei fiumi Volga e Okà, imponenti e ancora distinguibili anche dopo essersi uniti: il Volga rimane di un blu profondo, come il mare aperto, mentre l’Okà è più fangoso e grigio-marrone. Nizhny, come la chiamano i suoi abitanti, è una città giovane e vitale che conserva ancora molte splendide tradizionali case di legno intagliato, in cui a volta ancora manca l’acqua corrente o il riscaldamento.

Abitata da russi e tatari di lingua leggermente diversa dal tataro di Kazan, Nizhny è una città davvero piacevole che si gira a piedi o con un paio di fermate di metro. La gente passeggia per il corso principale e aspetta i tramonti dalle mura del suo bellissimo Cremlino. I turisti stranieri sono ancora molto pochi: sotto l’URSS, per motivi militari, la città era chiusa agli stranieri e chiamata Gorky, in onore del celebre scrittore russo Maksim Gorky (a cui sono sempre intitolati parchi, vie, istituti e non solo). Nizhny si distingue dalle altre città russe proprio per la sua posizione rialzata su una collina, da cui si ha una vista portentosa sulle pianure russe circostanti. Se si guarda bene, si può quasi intravedere un esercito che si avvicina minaccioso…

Cosa vedere a Nizhny Novgorod

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Una casetta di legno a Nizhny

La città bassa è in stile russo e costruita in mattoni, ma la sua luce e il calore dei colori pastello ricordano un porto sul Mar Nero, con l’aria fresca, il sole splendente e la luce blu di Odessa. Stupende le mura del Cremlino viste da sotto e l’immensa Scalinata dominata dalla statua dell’aviatore sovietico Chkalov, autore del leggendario volo sopra la calotta polare. La città alta è invece un po’ più abbandonata, ma se adorate le case in legno vi piacerà da morire. Si trova anche qualche bizzarra moschea un po’ trash, ma soprattutto l’ovovia che collega Nizhny con Bor, un sobborgo di case a schiera sovietiche tutte simili tra loro. Ovviamente si fa il viaggio in ovovia anche solo per godere di un panorama vertiginoso su (crediamoci) mezza Russia Europea e sulla maestosità dei due fiumi, che quando sono stata io erano puntellati dalle figure nere dei pescatori sul ghiaccio. Il biglietto singolo costa meno di 1.50€. La stazione di partenza è nascosta dietro delle lamiere, ma vi basterà seguire il flusso di persone dietro la piccola moschea rossa con le cupole grigie.

Come arrivare: in treno notturno a lunga percorrenza da Mosca (7 ore circa) e da SPB (16 ore) o in alta velocità, da Mosca e San Pietroburgo (4h da Mosca, 8h da SPB). Gli aerei sono di linea e hanno prezzi più alti.

Esperienze da fare: essere ospitati da un CouchSurfer e assaporare la leggerezza giovanile della città. Io sono stata ospitata da Zhanna, una giovane mamma di due bambini adorabili. Se siete amanti del genere, potreste anche provare a buttarvi in parapendio giù dalla scalinata di fianco al Cremlino come fanno gli sportivi di Nizhny 😉

Cheboksary e la Ciuvascia

La Ciuvascia è una delle tante repubbliche abitate da popolazioni non russe dell’area del Volga. E con una paricolarità: i ciuvasci sono un popolo di origine turco-mongola e turcofono, ma non musulmano, bensì ortodosso. Dettaglio di cui vanno molto fieri.

Cheboksary non si trova su linee ferroviarie principali: in particolare, non è sulla Transiberiana tragitto nord (via Yaroslavl) né sud (via Kazan’), ma dovrete prendere un treno apposta da Mosca che nel comodo tempo di una notte vi lascerà in città. L’unica fermata ben servita a livello ferroviario in Ciuvascia è Kanash, seconda città (molto più ciuvascia di Cheboksary, tra l’altro) ma comunque piccola, con belle case in legno. Si raggiunge in circa 2-2.30h di marshrutka da Cheboksary.

Cheboksary è una città piacevole, situata sull’immenso Volga all’altezza di una diga con centrale idroelettrica (GES) che lo rende così largo da sembrare letteralmente un mare con argini verdi e boscosi. In città ci sono molte statue carine, palazzi, una collinetta in riva al Volga fortificata e una grossa zona intorno a un lago urbano completamente riqualificata. Si visita Cheboksary più per il conoscere una cultura diversa da quella russa che non per le attrattive architettoniche, anche se la città è molto piacevole, verde e ordinata.

Da vedere: la grande statua della Madre Ciuvascia, la GES e il panorama che si gode dalle colline circostanti, il lungofiume pieno di ragazzi e famiglie che si godono il bel tempo.

Post di riferimento: una storia ciuvascia e una mari

Come arrivare: in aereo o in una notte di treno (13h) da Mosca.

Yoshkar-Ola e il Mari El

Lo chiamano l’ultimo popolo pagano d’Europa e in parte è vero: i mari, popolo di origine finnica del Volga, fuori dalle città pratica ancora un paganesimo autoctono, con sciamani locali, riti comunitari nei boschi, piccoli totem in legno. Le tradizioni dei mari sono straordinarie e il Mari El merita un viaggio apposta solo per conoscerle da vicino. Dopo il crollo dell’URSS, è stata creata la Nuova chiesa pagana mari, ma non tutti i mari ci si riconoscono.

Yoshkar-Ola, la capitale, che dista circa 1.30h di marshrutka da Cheboksary, in Ciuvascia, è come minimo la città più bizzarra del mondo. Non si capisce bene con quali finanziamenti, il sindaco della città ha ricostruito da zero il centro storico perché assomigliasse alla versione Disneyland di Venezia, Amsterdam e Bruges. I nomi delle naberezhnye, dei lungofiume, tradiscono l’intento. Gli edifici, che sembrano sagome di cartone alla Potemkin, sono casette di marzapane in stile olandese, piccole torri del Cremlino moscovita o palazzi del Doge provenienti direttamente da Venezia o da Padova.

L’orologio astronomico che fa spettacoli di statuette a ogni ora ricorda quello di Padova

Effetto straniante garantito. La città è piacevole e la cosa migliore da fare è sicuramente guardare i tratti somatici delle persone, che sono tra le più belle mai viste al mondo: incarnato olivastro, occhi grandissimi e verdi, capelli castano chiaro liscissimi. Una vera sorpresa. Merita una gita in giornata se siete a Cheboksary o a Kazan (anche se la strada è decisamente più lunga), ma potendo mi fermerei anche a dormire perché, kitsch a parte, è veramente un luogo surreale, che sicuramente ha molto più da offrire di quello che sembra.

Da non perdere: lo spettacolo dell’orologio kitschissimo che a ogni ora fa danzare delle statuette e il centro tutto ricostruito a nuovo, ma anche il resto della città, con qualche edificio sovietico interessante e un bel mercato al coperto.

Consiglio: il reportage “Mari, a Pagan beauty” di Raffaele Petralla, che ha vissuto e documentato molti dei riti religiosi in remoti villaggi del Mari El. Foto sensazionali.

Come arrivare: in marshrutka da Cheboksary (1.30h) o da Kazan (2.30h).

Ekaterinburg

Prima tappa asiatica della Transiberiana, Ekaterinburg (ex Sverdlovsk) è una città gentile e cruda insieme, dai palazzi antichi e grandi grattacieli. Teatro della truculenta uccisione dei Romanov da parte dei bolscevichi e città natale di Boris El’tsin, il primo presidente della Federazione Russa dopo il crollo dell’URSS: questa città a cavallo tra Russia Europea e Asiatica è meno lontana di quello che si pensi. Oggi i suoi bei palazzi zaristi risplendono di colori sotto i metri di neve, la città sta venendo rivalutata anche per la sua abbondanza di splendidi esempi di costruttivismo di inizio Novecento; i giovani iniziano a viaggiare all’estero, i tassi di positività all’HIV ereditati dalla crisi sociale degli anni ’90 (per cui la città era tristemente famosa) finalmente sembrano non crescere più e l’Uralmash, il sobborgo operaio di macchinari pesanti, ha smesso di spaventare gli abitanti del centro con storie e leggende di fronte alle quali qualsiasi altro Bronx impallidirebbe.

Se siete appassionati di costruttivismo e non credete che Ekaterinburg possa in qualche modo assomigliare alla bianca Tel Aviv, vi consiglio questo bellissimo articolo.

Post di riferimento: Ekaterinburg, lungo la Transiberiana

Come arrivare: in aereo con Pobeda a prezzi low-cost, con S7 o con le compagnie di linea. In treno, lungo la Transiberiana (27h).

Esperienze da fare: visitare, subito fuori Ekaterinburg, il santuario di Ganina Yama, il luogo dove sono stati sepolti in fosse comuni gli ultimi Romanov. È un luogo di fortissima devozione per i russi e di enorme portata storica: è il punto esatto dove la storia del Novecento è cambiata per sempre, nella città intitolata alla Zarina Ekaterina. La mia CouchSurfer Xenia ha pianto molto visitando il piccolo museo commemorativo e le chiesette di legno nel mezzo della taigà. Ingresso gratuito. Un altro punto famoso per i turisti è la placca che segna la distinzione Europa | Asia, alcuni km prima di Ekaterinburg e raggiungibile in taxi o in autobus.

L’Anello d’Oro: Vladimir

Vladìmir è una vivacissima città non lontana da Mosca. Se vicino alla grande capitale può sembrare un paesino come molti altri, da dentro Vladìmir è una vera e propria città autonoma e fiera abitata da oltre 300.000 persone. Importante centro culturale e giovanile, ospita un’università e un numero esorbitante di chiese antiche, musei, monumenti. I prezzi sono dimezzati rispetto a Mosca ma la vita e l’offerta culturale si difendono alla grande. Sarà per la fantastica compagnia e guida di Roman e Valentina, i miei due host CouchSurfing, ma a me Vladimir ha veramente colpito. Vale una gita anche solo in giornata da Mosca.

Cosa vedere a Vladimir

La Porta d’Oro, Золотые ворота, è tra i monumenti più famosi di tutta la Russia Europea: è un portale medievale sormontato da una chiesetta analogo ad altri costruiti nelle città sacre ortodosse di Gerusalemme, Costantinopoli e Kiev, sopravvissuto all’invasione mongola del 1237. Le placche d’oro che la rivestivano non ci sono più e la porta è rimasta di un bianco cangiante. Ma c’è di più: al tramonto passa dall’oro all’arancio al rosa… Proprio di fianco sorgono i resti delle mura della città, rivestite d’erba.

Patrimonio UNESCO e famose in tutta la Russia sono anche la Cattedrale della Dormizione, del XII secolo, e la splendida Cattedrale di San Demetrio (fine XII sec), entrambe iscritte alla lista dei Monumenti Bianchi di Vladimir e Suzdal. Girare per il centro, tra le sue mille chiesette colorate, bastioni e bei palazzi è un vero piacere. Sorgendo su colline, si hanno belle viste sulla pianura circostante e sulle altre parti della città, a tratti ricoperte di ciliegi. La città si gira perfettamente a piedi: anche la stazione dei treni e degli autobus è vicina al centro.

Come arrivare: in treno regionale (3h) o alta velocità (1h) da Mosca, oppure in pullman.

Esperienze da fare: essere ospitati da un abitante del posto che vi guidi in giro per la città e vi porti fuori la sera. Alcune birrerie artigianali sono veramente fantastiche e frequentate da gente molto amichevole con cui fare belle chiacchierate! Essendo una città molto giovane, è più probabile trovare qualcuno che parli inglese.

L’Anello d’Oro: Suzdal

Suzdal è il sogno bucolico-medievale di ogni innamorato della campagna russa. Delizioso paesino rurale puntellato da centinaia di piccole cupole antiche come questo piccolo paese, tra i più antichi di tutta la Russia Europea e ricchissimo di storia. Piccolissimo eppure decisamente il più ricco e scenografico paesino dell’Anello d’Oro intorno a Mosca, Suzdal si è recentemente molto turisticizzato e tanti russi hanno iniziato a costruirsi belle e costose dacie nei suoi paraggi. La popolazione vive solo di turismo e questo, devo ammettere, smorza un po’ il fascino autenticamente medievale di questo borgo.

I turisti stranieri sono ancora pochi, ma il turismo di massa russo e religioso impera indisturbato. In ogni caso una gita in giornata da Vladimir è un must, in qualsiasi stagione (anche col freddo tremendo e il cielo tetro che ho trovato io a fine marzo). Essendo un centro turistico primario, tutto si paga e pure abbastanza caro: l’ingresso in tutte le chiese principali e cremlini è a pagamento.

Come arrivare: solo in pullman o marshrutka (40 min) da Vladimir (vedi sopra), dalla stazione degli autobus (di fronte alla stazione dei treni). Biglietti molto economici, si fanno al momento e non c’è bisogno di comprarli in anticipo: ci sono corse frequentissime. Suzdal si gira a piedi, ma le distanze sono russe e le varie chiese non sono troppo vicine tra di loro: tenetene conto! C’è anche qualche navetta economica che collega la stazione degli autobus con il centro.

Esperienze da fare: camminare sulle antichissime mura di terra della città, rialzate di qualche metro sulla campagna circostante, e ammirare la meraviglia di chiese tutte intorno; salire in cima all’altissima torre campanaria abbandonata del monastero femminile Rizopolozhenskiy, da cui si gode di una vista impareggiata: per salire bisogna chiamare il custode al telefono scritto all’ingresso, chiedergli le chiavi e pagargli 100rub (2€) a persona. Se non parlate russo è difficile che riusciate a farlo.

L’Anello d’Oro: Sergiev Posad

Ve lo dirò sinceramente: Sergeyev Posad non mi è piaciuta granché. Celebratissima in quanto sede di un importantissimo Lavra, cioè grande monastero e centro spirituale dell’ortodossia (ce ne sono pochi in tutto il mondo ortodosso: uno molto bello di cui vi ho parlato è quello di Kiev, costruito su cunicoli sotterranei), è una gettonata meta di pellegrinaggio. Se non avete mai visto i devoti pellegrini ortodossi, certamente è un’esperienza.

Gli affreschi della chiesa principale dentro il Cremlino non sono più belli di Novodevichy a Mosca, e in generale l’atmosfera ha quel tocco di pacchiano delle grandi mete di pellegrinaggio. Onestamente non mi ha impressionato così tanto, ma se volete fare una gita fuori porta con poco tempo a disposizione, sicuramente Sergiev Posad è l’opzione più fattibile.

Come arrivare: in pullman dalla metro di VDNKh o in treno dalla Jaroslavsky Vokzal (1.30/2h circa, a seconda del treno). Biglietti molto economici.

Murmansk

Murmansk non è certo una destinazione turistica a portata di mano: sta a oltre 39 ore di treno da Mosca. Il più grande porto al mondo sull’Artico, abitata da 300.000 persone, è stata per me uno shock vero e proprio durante il mio primo viaggio in Russia. È la fine della ferrovia e insieme ad essa del mondo civilizzato abitato dagli uomini, un enorme porto che accoglie sommergibili che riaffiorano nel fiordo, grandi navi, rompighiaccio, conteiner colorati, sabbie bituminose. Murmansk è una città che ci fa ancora un po’ paura, dove ci si sente degli intrusi. Nonostante sia a un passo dalla Norvegia, è molto più russa e sovietica di tantissime altre città che ho visitato.

Guardare la gente vivere con dieci gradi e il cappotto anche in piena estate, vedere il tramonto all’una di notte e l’alba alle due, e toccare la piccola vegetazione di muschi e licheni della tundra è un qualcosa di unico. Unico soprattutto perché le zone oltre il circolo polare russo (Murmansk è tra il 68° e il 69° parallelo) sono praticamente inaccessibili e disabitate, mentre a Murmansk non solo c’è la ferrovia, ma la Norvegia e la Finlandia sono a un tiro di schioppo: la città è remota ma solo in relativo alla nostra percezione italocentrica.

Se mai ci andrete davvero non mancate di visitare il vecchio faro e la possente statua di Alyosha, il soldato sovietico a guardia della città. I monti della penisola di Kola devono essere incredibili e così pure Teriberka, il villaggio semiabbandonato in riva al Mar Glaciale dove è stato girato Leviathan, a oltre 2h di macchina su strada accidentata, verso nord-est.

Post di riferimento: Dove finisce il mondo. Da sola oltre il Circolo Polare a Murmansk, Russia

Come arrivare a Murmansk: in aereo di linea o in treno da Mosca (39h) o San Pietroburgo (30h circa).

Città della Russia Europea che vorrei visitare

Volgograd, per vedere la città del leggendario assedio di Stalingrado e l’enorme statua della Madre Russia (Mamaev Kurgan).
Tver, un’antica e bella città sul Volga, non lontana da Mosca.
Veliky Novgorod, sede di un famoso Cremlino e antica città commerciale lungo la strada tra Mosca e San Pietroburgo.
Yaroslavl, una città antica e santa, dalle splendide chiese.
Arkhangelsk, il secondo porto della Russia Artica, affacciato sul Mar Bianco e non troppo lontano dalle misteriose Isole Solovky (che ho visitato nel 2015), di importanza cruciale nella Seconda Guerra Mondiale.
Tula, patria del pryanik (una specie di pan pepato) russo che adoro e di cui ho fatto grandi abbuffate quando vivevo a Mosca.
Perm, grande città industriale, vicino a cui si trova uno dei gulag meglio conservati, il Perm-36.
Petrozavodsk, come base di partenza per esplorare la regione dei laghi Ladoga e Onega.
Le altre repubbliche etniche della regione del Volga: l’Udmurtia, Mordovia e Bashkortostan.
Samara, che molti descrivono come una bella città.
Togliatti, per visitare le fabbriche della Lada costruite dagli operai FIAT dopo il cosiddetto “accordo del secolo” tra gli Agnelli e l’Unione Sovietica. Ne abbiamo parlato in Cemento podcast, puntata sulla Lada.
Il Caucaso russo, che è una regione di una tale complessità e varietà che non può essere considerato solo “Russia europea”, ma è davvero molto di più.

Leggi anche i 18 libri sulla Russia di oggi da leggere prima di partire

Grazie e alla prossima!
Ele

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