Ieri ero ad aspettare il tramonto sul fiume. Dario faceva rimbalzare i sassi increspando la superficie dell’acqua, non c’erano anatre e non passavano quasi più barche.
Mi ha detto di aver letto un post di Marina Nemat. Cominciava così:
I start every day with thinking about death.
I say good morning to it, and I tell it that I know I might not finish the day.
I find freedom and joy in accepting my mortality and I jump into the day with all I have.
Limpida e sconcertante.
Sconcertante perché con l’era della pace abbiamo ripudiato, eliminato la morte dalle nostre vite – accoglierla come parte di noi è considerata una malattia.
Limpida perché è vera. Ci si tuffa in fondo e si ritorna su con semplicità.
Abbiamo parlato dei rischi del viaggiare, dei si stava meglio quando si stava peggio, dei te la vai a cercare, dei di questi tempi…, del terrorismo grigio e sfocato dei nostri tempi. Sono tempi strani, ma certo né migliori né peggiori di molti altri: sono solo dei tempi.
Spesso ho letto e tanti mi hanno chiesto perché voglio rischiare. La mia risposta è semplice: conservarmi intatta e annoiata non è il mio obiettivo. Preferisco vivere serenamente correndo i rischi che vale la pena correre, accettando la mia mortalità.
CouchSurfing: quando vale la pena rischiare
Recentemente è riapparsa a galla la storia dell’americana uccisa dal suo host di CouchSurfing in Nepal.
Devo essere sincera? Per me CouchSurfing è un qualcosa per cui vale rischiare. Ma mi spiego meglio. Nella nostra vita sociale di umani inseriti in un quartiere di una città di un paese qualsiasi, che conoscono persone a feste, concerti, incontri, corsi, lavoro e quant’altro, trovare persone che abbiano (abbastanza e sorprendentemente) i nostri stessi interessi e la nostra filosofia di vita è un fatto più unico che raro.
Siate sinceri: i vostri veri amici, quelli che pensano proprio come voi e condividono i vostri stessi valori, si contano sulle dita di una mano. Pure i tipi super-social alla fine son sempre lì coi soliti quattro cani.
CouchSurfing è, prima di tutto il resto, un potente strumento di ricerca fine, selettiva, precisa. E’ un filtro che screma le persone e ti aiuta a trovare quelle che hanno così tanto in comune con te che non l’avresti mai detto – e a fidarti di loro. Anche la tua passione sfigata per il Medioevo o per Andrew Lloyd Webber (mi è successo, giuro!). Anche in paesi lontani dal tuo.
Il pazzo che ti ammazza è sempre lì, dietro l’angolo: ma io ho deciso di rischiare.
Devi cercare bene e avere pazienza di leggere a fondo i profili delle persone. L’incontro con altre persone nate in altri paesi ma alla fine come te, proprio come te, è forse la migliore esperienza mai fatta nella mia vita. Menti brillanti, conversazioni profonde, storie intriganti e animi che ispirano a fare, viaggiare, scoprire: molte persone su CouchSurfing sono proprio così. Donano con generosità una voglia di vivere che non ha prezzo.
Poi sì, dormi gratis (invece di pagare quanto? Dieci euro di ostello?), magari qualcuno ti porta in giro a mostrarti luoghi segreti della sua città, ma questo viene dopo, dopo, dopo.
Usate CouchSurfing per incontrare persone che non potreste mai altrimenti incontrare nella vostra vita normale.
Sceglietele con cura, leggete i loro profili, e alla fine mandate una richiesta sincera, su misura per lui. Farlo vi chiederà tempo: e anche se lo spirito è essere generosi gratuitamente, state sicuri che riceverete cento volte tanto.
Quindi rischio. Rischio anche quest’estate, rischio anche da sola (fai CouchSurfing da sola?? Ma 6 maTTah?!?1!1?!). Rischio perché voglio incontrare altre/i Raquel, Melinda, Maria, Jana, Matsatso, Liliya, Andrea, Sevak, Danae, Marina, Shushan e quelli che ho dimenticato. Dalle Azzorre all’Armenia.
E quando no
Ma CouchSurfing non è qualcosa che va fatto a tutti i costi. Da host, non sopporto le richieste strappalacrime da “ti prego non trovo nessun altro”: gli ostelli ci sono e hanno prezzi accessibili per chi ha deciso di viaggiare (e inevitabilmente di spendere dei soldi, tanti o pochi che siano). E’ chiaro che se mi scrivi così non sono la scelta numero uno ma quella numero quarantadue. In gergo: bella, bella merda.
Da surfer, se non trovate nessun profilo interessante (a volte succede, specialmente in centri piccoli e molto turistici) o nessuno vi risponde (a volte succede nelle grandi capitali in alta stagione), lasciate perdere.
CouchSurfing vuol dire anche investire tempo e andare sempre un po’ alla cieca: raggiungere case a volte in pieno centro, altre in periferia o alcuni km fuori dalle città, rispettare le regole della casa e gli orari dei vostri host. Avventuroso, emozionante, imprevedibile, certo: ma solo se dall’altra parte c’è qualcuno che vi interessa davvero.
Altrimenti ci sono sempre gli ostelli: in un clic prenoti e disdici, scegli la posizione migliore per le tue esigenze (specialmente se hai poco tempo), puoi dedicare tutto il tuo tempo del viaggio a fare o vedere le cose che ti interessano e puoi saltare quella serie di convenevoli che alla lunga può stancare o che non vanno sprecati con persone che non li meritano (presentazioni, cene insieme, lunghe chiacchierate, classiche domande/risposte etc.).
Ma quindi?
Rischiate, painderoutiani.
Sta a voi capire quando ne vale la pena e quando no, ma non abbiate paura: tutta la vita è un’onda di probabilità e rischi che possiamo influenzare solo in parte.
CouchSurfing a me ha cambiato la vita, aprendomi infiniti mondi e arricchendola di persone buone. Animi puri, spiriti liberi, menti profonde: persone che stimo e che nel mio cuore non lascerò mai sbiadire.
Al prossimo post per sapere qualche indiscrezione sui prossimi viaggi!
Un abbraccio grande, non smettete di viaggiare.
Grazie ♥
Ele
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4 commenti
Edoardo
Ciao Eleonora e complimenti per il blog perché si tratta del blog di viaggio più interessante che mi sia capitato di leggere.
Ho scritto questo commento perchè non potevo non farlo dopo avere letto le frasi in verde… anzi no, in realtà perchè mi trovo quasi sempre d’accordo con i tuoi racconti sulle esperienze in molti paesi che anch’io ho visitato, pur in modo un po’ differente ed avendo io un carattere ben diverso dal tuo e volevo farti i complimenti per aver colto l’essenza delle cose: spesso una tal profondità di argomenti ed attenzione ai dettagli l’ho riscontrata solo in scrittori di viaggio più che affermati.
PS: se il messaggio è doppio è perchè quando ho premuto invio è sparito tutto e non ho ben capito se l’invio è andato a buon fine o no.
Edoardo
Ciao Eleonora e complimenti per il blog perché si tratta del blog di viaggio più interessante che mi sia capitato di leggere.
Ho scritto questo commento perchè non potevo non farlo dopo avere letto le frasi in verde… anzi no, in realtà perchè mi trovo quasi sempre d’accordo con i tuoi racconti sulle esperienze in molti paesi che anch’io ho visitato, pur in modo un po’ differente ed avendo io un carattere ben diverso dal tuo e volevo farti i complimenti per aver colto l’essenza delle cose: spesso una tal profondità di argomenti ed attenzione ai dettagli l’ho riscontrata solo in scrittori di viaggio più che affermati.
Consuelo
Cara Eleonora,
che bel post. Hai descritto perfettamente lo spirito del Couchsurfing e non potevi farlo con parole migliori.
Si tratta di una filosofia di vita che una volta sposata ti cambia per sempre. Mi piace guardare all’altro senza diffidenza, con le dovute precauzioni ovviamente, perché a nulla serve costruirsi barriere e vivere nella paura. Il confronto è la parte più bella ed emozionante del viaggio.
Mi piacerebbe invitarti a un evento di Couchsurfing che stiamo organizzando qui a Saragozza dove vivo da qualche tempo. Scrivimi in pvt e ti racconto 🙂
Eleonora
Ciao Consuelo,
Il tuo commento mi ha scaldato il cuore, grazie 🙂 è proprio vero, CouchSurfing se fatto bene ti cambia davero per sempre. Sono curiosa! Che evento organizzate? Ora sarò un pochetto in giro e non pensavo di passare dalla Spagna, ma… chissà? 😉
Un abbraccio,
Ele