C’è un’isola, su nell’Atlantico a lambire il circolo polare Nord, dove tutto è surreale e incredibile – è la terra del ghiaccio, l’Islanda. Terra dal fascino primordiale in cui non si finisce mai di rimanere a bocca aperta per i paesaggi maestosi, ma non solo. Cara, sì, ma non poi tanto, in Islanda c’è molto da fare e da vedere e tutti i viaggiatori si scontrano con il condensare tante tappe in viaggi on the road in poco tempo, cercando di riempirsi gli occhi il più possibile di tutta la bellezza di cui l’Islanda è ricca. In questo post vi racconto il nostro itinerario e vi do qualche consiglio per approcciarsi a un primo viaggio in Islanda. Buona lettura!
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Quando andare
C’è poco da fare, in Islanda fa freddo tutto l’anno. Grazie alla corrente del Golfo in inverno non fa troppo freddo (temperature solo di poco sotto lo zero, incredibile ma vero), ma a Luglio, il mese più caldo, un giorno abbiamo trovato nevischio e +1° (giuro) e altri due con +25°. Il meteo è semplicemente imprevedibile. Lasciate pure a casa i pantaloncini (ma portate il costume da bagno per le sorgenti calde!) e portatevi senza esitare giaccone invernale e vestiti termici.
L’umidità, il piovischio perpetuo e il vento vi faranno (quasi) rimpiangere i 40° di Milano ad agosto. In sostanza, l’estate costa di più ma è anche il periodo nettamente migliore. Forse ancora ancora a inizio Settembre ce la si cava. In Inverno è tutto coperto di neve e, a meno che il vostro unico obiettivo non sia vedere le luci del Nord e l’Aurora Boreale, lo sconsiglierei. Magari troverete anche offerte da urlo coi voli, ma vi perdereste paesaggi incredibili.
Perché andare in Islanda

Perché se il vostro amico cinico a otto anni vi aveva detto che la magia, i folletti e i laghi incantati non esistono, non era ancora stato in Islanda.
Con grande probabilità in nessun altro paese al mondo trovate un concentrato di geologia spettacolare come lassù: ci posso giurare!
La particolarità è che la faglia tra le placche europea e americana la attraversa in diagonale da Thingvellir (sopra Reykjavìk) al lago Myvatn, a Nord: le conseguenze sono semplicemente incredibili. Non vi sentirete su questo pianeta.
Crateri di polveri immensi, campi lavici degni della terra di Mordor, vulcani attivi coperti da lingue di ghiaccio che scendono fino al mare creando laghi puntellati di iceberg blu, neri, grigi, bianchi… e ancora scogliere e faraglioni, valli verde brillante, fumarole, geyser, fanghi ribollenti, montagne aguzze di tutti i colori, laghi idilliaci, spazi senza fine, chiesette colorate nei posti più sperduti, il sole di mezzanotte che scende lentissimamente sulla linea dell’orizzonte, balene e delfini, pulcinelle di mare, fiordi innevati, cascate incredibili, torrenti d’acqua purissima e gelida e, come se non bastasse, una tradizione di saghe medievali e storie fantastiche da far invidia al resto del mondo.
I toponimi in Islanda sono la chiave

A un primo impatto la cartina dell’isola sembra illeggibile. Ma in Islanda tutto parla, soprattutto i nomi. La lingua ha subito variazioni minime dal XIII secolo (è una specie di latino delle lingue germaniche) e i toponimi sono degli splendidi fossili parlanti che vi aiuteranno a capire cosa è dove.
In ordine sparso:
vìk = baia (come bay – Reykja-vìk, baia del fumo)
fell = campo (come field)
jökull = ghiacciaio (come l’Ejafjalla-jökull, il vulcano + ghiacciaio che ha bloccato l’Europa nel 2009)
mörk = bosco (Thors-mörk, bosco di Thor)
vatn = lago (My-vatn, lago dei moscerini….)
nes = penisola (Snae-fells-jökull-nes)
foss = cascata (Skoga-foss, Detti-foss, Goda-foss – cascate degli dèi, Hunda-foss – cascate dei cani, Gull-foss – cascate d’oro…)
geysir = geyser (ok, qui ci eravate arrivati…)
fjördur = fiordo
Ci sono due lettere islandesi (bellissime) che non esistono nell’alfabeto latino: Þ þ (trascritto e letto come una specie di th inglese) e Ð ð (una specie di s sbausciata).
Il giro dell’Islanda
Durata: 9 giorni
Km percorsi: circa 1700
Farlo in senso orario o antiorario non cambia granché, se questo è il vostro dilemma. Ma personalmente l’averlo fatto in senso orario mi ha lasciato il Sud (la regione più spettacolare insieme a quella del lago Myvatn) per ultimo e mi ha permesso di apprezzare bene anche il resto dell’isola.
Itinerario di 9 giorni in Islanda. Le nostre tappe

1. Arrivo all’aeroporto della penisola di Keflavik, vicina a Reykjavìk, la capitale.
2. Il campo lavico e sito UNESCO intorno alla bellissima laguna di Thingvellir, dove si è riunito il primo parlamento d’Europa: un’assemblea di tribù vichinghe nell’anno 930!
3. Sulla strada fino alla penisola dello Snaefellsjokull, che chiamano il concentrato d’Islanda, fino a Grundarfjordur; giro della penisola in senso antiorario fino ai faraglioni di Djupalonssandur e alle pendici del vulcano Snaefells (quello di Viaggio al Centro della Terra di Jules Verne), poi su fino a Stykkisholmur a vedere le isole coperte di ciuffi d’erba che si allungano fino ai leggendari fiordi occidentali.
4. Le strade secondarie che portano al Nord, a Blonduos; un giro verso gli spettacolari fiordi del Nord a Siglufjordur, poi giù fino ad Akureyri, la seconda città del paese, e tre notti in una fattoria-guesthouse in mezzo alla campagna tra il lago Myvatn e Hùsavìk.
5. Nell’area del lago Myvatn, indubbiamente tra le più spettacolari dell’isola, escursioni sul cratere di polvere Hverfjall, uno stop alle spettacolari cascate Godafoss, un giro in barca per vedere le balene e i delfini (le abbiamo viste ma… se siete deboli di stomaco lasciate perdere, il mar glaciale artico è micidiale) e l’immancabile bagno nelle sorgenti termali calde. Al lago Myvatn abbiamo passato 3 notti perché l’area è veramente ricchissima di cose da fare e da vedere: come le escursioni alle solfatare colorate di Hverir, ai campi lavici e alla centrale geotermica vicino al vulcano Krafla, che ha un cratere, Vìti, riempito d’un lago azzurro.

6. Poi ancora la lunga strada fino all’est (la zona meno interessante dell’isola insieme alla penisola di Keflavik) con deviazione alle cascate Dettifoss, quelle con la maggiore portata d’acqua in Europa; notte a Djupivogur, circondata di isole nere a perdita d’occhio.
7. Tutta la strada numero 1 che percorre il Sud, con tappa alle lagune di Jokullsarlon e una bella escursione a Skaftafell, circa un’ora di camminata sui detriti vecchi 5 milioni di anni lasciati da una lingua di ghiaccio che si sta ritirando per via del surriscaldamento globale… fino a toccarla e a salirci su. Impressionante. Ne parlo più dettagliatamente in questo post.
8. E ancora le spettacolari cascate Skogafoss e la verdissima baia di Vìk, abitata dalle pulcinella di mare.
9. Il penultimo giorno il giro classico a Geysir e alle cascate Gullfoss e l’ultimo a Reykjavìk, molto carina e tranquilla, con la spettacolare Opera House appena costruita.
Vi lascio il link Civitatis affiliato, dateci un occhio nel caso ci siano tour interessanti, come quello per vedere l’aurora boreale.
Un altro link (affiliato) che potrebbe tornarvi utile se vi serve una macchina per girare è DiscoverCars.
A presto!
Ele
Link consigliati in questo articolo
Tour organizzati: su Civitatis
Noleggio auto: DiscoverCars
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3 commenti
Eleonora
Grandissima Eleonora, articolo ben scritto con tutte le informazioni necessarie. Io il giro l’ho fatto in senso antiorario (non so perché in realtà), ma forse conveniva farlo in senso orario, come ben hai detto tu, per vedere al meglio il sud dell’Isola. Quando ci tornerò, seguirò il tuo consiglio ????
Alex,Meva,Laura
La classe d’italiano dell’Ecole Moser di Ginevra ha letto il tuo blog e ora, al posto di seguire le lezioni, vorremmo partire in viaggio….portaci con te !!!!
Siamo curiosi di conoscerti giovedí!
Eleonora
Bene così 😉
A presto! Anche io non vedo l’ora di conoscervi giovedì!
Eleonora