Libri sulla Georgia da leggere prima di partire

Pubblicato il 26 Marzo 2020

Scritto da Eleonora

Di libri sulla Georgia da leggere prima di partire ce ne sono molti, ma la maggior parte disponibili in traduzione in italiano non sono scritti da persone che vivono in Georgia. Questo è un fatto importante che dovete tenere a mente. Sono tutte letture interessanti, ricche e che vi apriranno il meraviglioso universo che abita la terra del Vello d’Oro, ma saranno pur sempre racconti fatti da stranieri su una terra che li ha affascinati, o da chi ha lasciato il Paese molti anni fa per cercare un’altra vita in Europa. In questa lista ho, per contro, dato più spazio possibile agli autori georgiani già tradotti in italiano.

Cercate di leggere libri diversi che coprano entrambi i punti di vista, ma soprattutto cercate di leggere libri di storia (importantissimi) che siano anche un po’ più di ampio respiro e non solo focalizzati sulla Georgia. Per quanto la storia di questo paese sia importante, è sbagliato scardinarla da quella dei suoi vicini di casa caucasici, con cui ha condiviso secoli e secoli di dominazioni straniere, pur mantenendo gelosamente intatti molti aspetti della sua cultura, della lingua e delle tradizioni. Salvate anche il post sui libri da leggere sul Caucaso.

Pain de Route in quarantena oggi vi consiglia un po’ di libri sulla Georgia. Andiamo?

Libri di autori georgiani contemporanei

Il campo delle pere, di Nana Ekvtimishvili [trad. R. Jorjoliani]

Nana Ekvtimishvili è regista prima ancora che scrittrice. Di lei avevo già apprezzato al Trieste Film Festival il meraviglioso In bloom (2013), ambientato in una Tbilisi anni ’90 dove ai cambiamenti dell’adolescenza delle due protagoniste fa da sfondo un Paese in preda all’anarchia. La Tbilisi di sfondo al Campo delle pere è la stessa di In bloom e i protagonisti sono i ragazzini abbandonati a se stessi dell’orfanotrofio di via Kerch, nel quartiere settentrionale pianificato di Gldani. Non ci sono balconi in legno, tralci di vite e chiese medievali in questo romanzo, ma i balconi senza protezioni dei piani alti di un edificio prefabbricato che non ci sono più i soldi per ristrutturare; mense scolastiche che i vicini affittano per organizzare pranzi di matrimonio; piccoli appartamenti sovietici dove si chiede con gentilezza ai vicini di poter fare una telefonata alla mamma emigrata in Grecia che si è dimenticata di avere un figlio.

Ne Il campo delle pere c’è la rassegnazione rabbiosa degli ultimi lasciati indietro dalla Shock Therapy difesa in tutto e per tutto per passare all’economia di mercato, dalle guerre territoriali e dagli odi interetnici. C’è una Tbilisi multiculturale e poliglotta che gli anni ’90 avrebbero inghiottito quasi per sempre. C’è il senso di famiglia e di appartenenza insegnato da chi una famiglia non l’ha mai avuta e appartiene solo a se stesso. La giovane Lela rappresenta una Georgia che ha sepolto le sue fragilità e che ha imparato a farsi strada nell’inferno. È l’immagine di una Georgia che la Georgia contemporanea finge di non aver mai vissuto, ma che le persone che c’erano custodiscono ancora gelosamente dentro di sé.

Meraviglioso e appassionante, il mio preferito in questa lista di libri sulla Georgia. Tradotto dalla penna immaginifica di Ruska Jorjoliani.

Su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store. 18€.

La santa tenebra, di Levan Berdzenishvili [trad. F. Peri]

Libri sulla Georgia da leggere prima di partire

L’unico libro sui GULAG sovietici che è impossibile leggere senza ridere

Memorie del GULAG sovietico degli anni ’80: il giovane Berdzenishvili del libro, militante antisovietico e studioso di lettere classiche, è oggi uno degli scrittori più acclamati e importanti della Georgia contemporanea. Il libro è ricco, di spessore, anche se non tratta propriamente di Georgia ma racconta la cattività siberiana di due giovani georgiani esiliati per aver pubblicato un giornaletto repubblicano. Da leggere per approfondire un periodo storico abbastanza trascurato, per ascoltare la parola diretta di un autore contemporaneo georgiano e per immergersi nella cultura georgiana che non scompare nemmeno in un GULAG siberiano.

Nella puntata #8 di Cemento, “La Montagna delle Lingue”, abbiamo intervistato Francesco Peri, il brillante e simpaticissimo traduttore di questo romanzo e uno dei pochissimi madrelingua italiani a tradurre direttamente dal georgiano.

Su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store. Circa 13€.

La conta, di Tamta Melashvili [trad. F. Peri]

Vincitore del premio Saba in Georgia e del prestigioso Deutscher Jugendliteraturpreis in Germania, questo romanzo ambientato in Georgia breve racconta gli ultimi conflitti del 2008 vissuti dalle popolazioni della Georgia attraverso i corpi adolescenti di due ragazzine. Da mercoledì a sabato (questo il lasso di tempo coperto dal libro) Ninco e Topi, che hanno solo 13 anni, devono capire come funziona la guerra e crescere in fretta per sopravvivere a una realtà che non fa sconti per nessuno, dove il tuo fratellino rischia di morire di fame. In attesa che apra il corridoio umanitario attraverso il nuovo confine tra Georgia e Ossezia del Sud, le due ragazze si fanno spazio in un lembo di terra senza futuro, tra anziani, donne incinte e bambini, mentre gli uomini a volte ritornano solo scritti su foglietti di carta nella lista dei caduti.

Su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store. Circa 13€.

L’ottava vita (per Brilka), di Nino Haratischwili [trad. G. Agabio]

Nino Haratischwili, come tradisce la traslitterazione del cognome, è una scrittrice e drammaturga di origine georgiana emigrata da molti anni in Germania. Autrice di vari bestseller arrivati anche in Italia, tra cui ora anche La luce che manca (2022), ambientato negli anni ’90 in Georgia, e La gatta e il generale (2018), appena uscito in italiano, scrive in tedesco. L’ottava vita è un capolavoro di oltre mille pagine, che racconta la storia della Georgia e in parte della Russia attraverso le vite di sei generazioni e sette donne di un’unica famiglia, unite dalla ricetta quasi magica di un antenato cioccolataio.

Impossibile riassumere la trama complessa eppure scorrevole di questa appassionante saga familiare, che folgora fin dalle prime pagine e in cui i drammi personali delle sette protagoniste di annodano alle vicende politiche del Paese caucasico e ai suoi rapporti con la Pietroburgo russa e con l’Unione Sovietica. L’ottava vita è un romanzo talmente ricco e sfaccettato che ricorda i microcosmi che solo la letteratura russa riesce a ricreare.

Molto consigliato, anche se alcuni scrittori georgiani hanno da ridire sul fatto che Haratischwili viva in Germania da oltre vent’anni ormai e non scriva più in georgiano.

Su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store. 23€ circa.

Volare via dall’URSS, di Dato Turashvili [trad. K. Charkviani]

Dato Turashvili è uno scrittore molto amato in Georgia. Volare via dall’URSS è il brutto titolo che in originale reciterebbe La generazione dei blue jeans, decisamente più esplicativo del sentimento di frustrazione e oppressione che molti giovani di buona famiglia, oggi cinquantenni, provavano nel loro quotidiano della Georgia sovietica. Sette di questi giovani un giorno tentarono di dirottare un volo passeggeri verso un paese straniero per poi provare a chiedere asilo: un gesto sciocco eppure eclatante per scuotere le coscienze di milioni di cittadini, in patria e all’estero, e che finì col guadagnare a molti di loro una condanna a morte. Da questa storia vera Turashvili trae un bellissimo romanzo ambientato in Georgia, svilito purtroppo da una traduzione italiana scadente. Meglio leggerlo, se potete, in inglese.

Su Amazon e Feltrinelli. Circa 20€.

La tua presenza è come una città, di Ruska Jorjoliani

Recensione a cura di Dario PrinceOfPersia Cottica

Avendo sperimentato in prima persona lo smisurato talento delle persone native del Caucaso per le lingue e le arti della comunicazione, non mi stupisce che una giovane georgiana abbia potuto imparare a scrivere in un italiano così cristallino ed espressivo come quello che tesse questo romanzo. Che non parla di Georgia, ma del vastissimo mondo di cui la Georgia ha per decenni fatto parte: quello russo del tardo impero zarista, poi della Rivoluzione, poi dell’Unione Sovietica. Tre epoche, attraversate da tre generazioni di uomini, osservate da tre luoghi geografici distinti: la fittizia cittadina di Miroslav, nella Russia del sud; Mosca, la metropoli degli affari e delle università; le isole Solovki, un lontanissimo spettro di gelo e morte.

Questo romanzo non si presta a letture superficiali, pur essendo scandito da capitoli brevi e scorrevoli: tutt’altro, è un libro che si sforza di sfuggire all’ovvietà, nella forma e nel contenuto. La narrazione è fitta di riferimenti culturali e letterari, la scrittura è asciutta e sferzante come il vento delle pianure russe, la forma è sperimentale e sempre sorprendente. Racconti, elenchi, criptiche descrizioni di partite di scacchi, lettere, supposizioni di lettere, ricostruzioni probabili, sono costantemente interconnessi e tenuamente tenuti insieme da Saša, la voce narrante, che perlopiù non si cura della coerenza temporale degli avvenimenti. La frase che riassume la filosofia di questo libro è, secondo me: “Sono religioso nel fare domande, nel chiedere spiegazioni, ma ateo nelle risposte” – commento di Saša a una sua lettera. Un mondo di contraddizioni, tradizioni, nostalgia, violenze ed entusiasmi fa da sfondo costante alle vicende personali delle generazioni di famiglie; viene osservato, ascoltato e annusato nel dettaglio, ma – a conti fatti – mai interpretato: non si discutono ideologie, non si idolatrano figure, non si condannano comportamenti.

La sfida che la Jorjoliani sembra lanciare è quella dell’empatia assoluta, dell’immersione allo stesso tempo viscerale ed equanime nell’intimità delle persone, nonché nello spirito dei luoghi e degli oggetti che popolano le sue pagine. I lettori, con spirito scientifico e sensibilità, sapranno andare a costruirsi un’idea concreta e vibrante di che cosa volesse dire essere russa e russo nella prima metà del Novecento.

La tua presenza è come una città non rientra propriamente nella lista di libri sulla Georgia, ma è un capolavoro dalle caratteristiche uniche che non potevamo ignorare.

Su Amazon, Libraccio e Feltrinelli. Circa 13€.

Letteratura georgiana classica

Lettere di un viaggiatore, di Ilia Chavchavadze

Finalmente fanno capolino anche in lingua italiana con traduzioni fresche e aggiornate i primi libri di grandi autori classici della letteratura georgiana. Manana Topadze Gäumann ha regalato nuova vita a un testo breve, ma incisivo e attuale, del grande scrittore, poeta e politico georgiano Ilia Chavchavadze.

Evocativo, poetico, questa brevissima raccolta di lettere con testo a fronte georgiano è un’istantanea della Georgia del 1861 dal valore altamente simbolico. Quando Chavchavadze ritorna in Georgia da Vladikavkaz vestendo abiti russi, il montanaro georgiano che lo accompagna a cavallo fino a Pasanauri, dove l’Aragvi bianco e nero si uniscono, non lo riconosce. Nell’entusiasmo incontenibile del rivedere la bellezza abbagliante delle sue montagne, la sua terra, i suoi fiumi e i suoi ghiacciai, sembra che nulla sia cambiato nell’animo georgiano dal 1861 ad oggi. Il tracciato che corrisponde alla strada militare georgiana percorso da Chavchavadze, i suoi monumenti e simboli, oggi frequentatissimi dai turisti, sono ancora oggi l’unico collegamento terrestre sicuro percorribile tutto l’anno tra la Russia e la Georgia (e di conseguenza tra Nord e Sud e Russia e Medio Oriente), e una via storica che assume molti e diversi significati ogni volta che viene attraversata. Ripercorrerla con gli occhi e i sentimenti risorgimentali di uno dei più grandi pensatori georgiani è straordinario.

Le lettere sono da leggersi in chiave allegorica, come un’esortazione alla ribellione al dominio zarista sulla Georgia: il ritorno in patria di Chavchavadze, come un vento fresco e agitato da nord, segna la nascita del movimento di liberazione nazionale georgiano, di cui lo scrittore diventerà uno dei massimi esponenti, e per cui verrà assassinato nel 1907.

Molto interessante anche l’introduzione di Ivane Amirkhanashvili – cruciale per interpretare il testo a un livello più profondo, cogliendo l’allegoria e l’attualità del testo – e molto scorrevole la traduzione di Manana Topadze Gäumann. È davvero una rarità poter leggere i grandi autori georgiani in traduzione italiana e con testo a fronte. Consigliato!

Su Amazon.

Letteratura abcasa

L’energia della vergogna, di Fazil’ Iskander [trad. E. Guercetti]

Fazil’ Iskander è uno scrittore formidabile, senza dubbio il più famoso della piccola repubblica dell’Abkhazia, separatasi dalla Georgia unilateralmente nel 1992 e non riconosciuta dalla stragrande maggioranza dei paesi del mondo. Questo libro è un capolavoro sull’infanzia vissuta in Caucaso regalatomi dalla mia amica Laura. Il Caucaso in questo romanzo, come lo definisce Moni Ovadia nell’introduzione al libro, è “l’Atlantide sovietica lontana nel tempo e nello spazio” e gli adulti intorno al piccolo protagonista personaggi tagliati con l’accetta, falliti, imbronciati, sballati, quasi usciti da una scena teatrale.

Dello stesso autore sembra altrettanto bello Sandro di Cegem, più famoso in Occidente ma al momento più difficile da reperire in Italia.

L’energia della vergogna: su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store. 13€ circa.
Sandro di Cegem: su Amazon, Libraccio e Feltrinelli. 19€ circa.

Reportage di viaggio sulla Georgia

Georgia. In the mountains of poetry, di Peter Nasmyth

Questo libro, che a tratti sa un po’ di giovane rampollo inglese che apre gli occhi sul mondo, è in realtà abbastanza una pietra miliare, ricchissima di testimonianze e informazioni, sulla Georgia nella delicata fase di transizione tra Unione Sovietica e indipendenza. Nasmyth viaggia in Georgia da oltre trent’anni e questa raccolta di piccoli reportage sono di fatto la storia del suo amore per questo paese, la lenta scoperta della sua ricchissima cultura. Dal valico di montagna tra la Nord Ossezia-Alania e la Georgia, pieno di tensione ed emozione, seguendo il corso dei leggendari Terek e l’Aragvi, che scorrono sui due versanti opposti del Caucaso Maggiore, fino ai tumulti del 9 aprile freddati dai carri armati lungo il viale Rustaveli a Tbilisi. La poesia non manca mai, grazie a tanti, ricchi e bellissimi riferimenti a chi, come l’autore, ha sognato e romanzato il desiderio di esotico e di oriente che il Caucaso incarnava: i grandi poeti e scrittori russi.

Non c’è la traduzione italiana, ma la scrittura in inglese è semplice e chiara. Per me da leggere per avere qualche elemento base di storia contemporanea georgiana e per tanti aneddoti originali e ben documentati sulla splendida cultura georgiana.

Su Amazon e Mondadori Store. 15€ circa.

La terra del vello d’oro. Viaggi in Georgia, di Wojciech Górecki [trad. V. Verdiani]

Un libriccino che è semplicemente una garanzia, che sta finalmente uscendo in ristampa, ma che si trova di sicuro nelle biblioteche. Wojciech Górecki è un grandissimo esperto di Caucaso e scriveva le ultime pagine di questo reportage proprio mentre la Georgia compariva su tutti i giornali del mondo, dilaniata dalle guerre per la secessione delle piccole repubbliche tutt’ora non riconosciute di Abcasia e Ossezia del Sud. Tra i libri sulla Georgia questo è un piccolo punto di riferimento.

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Interno Pankisi. Nel Caucaso, dietro la trincea del fondamentalismo islamico, di Matteo Zola

Fondatore di EastJournal, Matteo Zola torna in Pankisi nelle vesti di un figlio bastardo e fuggiasco della valle, alla ricerca di non sa bene nemmeno lui cosa. Con una finzione letteraria, Zola racconta in maniera semplice ed efficace gli sconvolgimenti dei sei villaggi di una piccolissima valle delle montagne orientali della Georgia, tra Tianeti e Tusheti, abitate dalla minoranza kist della Georgia, fuggita a sud delle montagne Cecene a inizio Ottocento. I kist, fratelli di ceceni e ingusci, che abitano poche decine di chilometri più a nord, in Federazione russa, hanno preservato tradizioni culturali e religiose uniche, indissolubilmente legate al diritto consuetudinario dei popoli vainakh e al sufismo dell’islam caucasico. Un testo breve ma profondo, esaustivo, e che tocca tutti i nodi fondamentali di un popolo da troppi anni raccontato con pregiudizi e paura, e mai ascoltato. Dalle battaglie dei pastori contro una diga, alle ciabattate delle nonnine contro i radicalisti venuti da fuori, alla polvere dei musei di chi vuole salvare una cultura dall’oblio, a quel sentimento di privazione e invasione, proveniente da tutte le direzioni: russi, georgiani, barbe della penisola arabica, con macchine lussuose e tanti soldi.

Un testo essenziale, semplice e necessario, accessibile a tutti. Non è un libro sulla Georgia che ci si aspetti, perché racconta una Georgia sistematicamente ignorata dai grandi media, o stigmatizzata, e che invece va incoraggiata, ascoltata, accolta.

Da ascoltare: il podcast Cemento 03.02 Pankisi

Su Amazon.

Libri sulla Georgia, ambito storico

Breve storia del Caucaso, di Aldo Ferrari

libri sulla Georgia da leggere prima di partire

Libro sintetico, ma che non manca un punto. A volte si vorrebbe avere ancora più dettagli, ma è un punto di partenza per me essenziale per avere le coordinate minime della storia del Caucaso. Che è unitaria per molti secoli, strettamente interconnessa, inscindibile, nonostante le montagne aspre e invalicabili. Dal tumultuoso Caucaso del Nord, le cui popolazioni a tratti hanno valicato lo spartiacque e si sono riversate a Sud (come gli osseti, o i ceceni kist della valle di Pankisi), fino alla formazione di identità sfumate e inafferrabili come quella turco-persiana dell’Azerbaijan. Posto speciale, di rilievo come è giusto che sia, hanno le due culture plurimillenarie e fiere della Georgia e dell’Armenia, con una storia fatta di dominazioni che però non hanno cancellato le loro lingue e le loro culture. C’è tutta la storia essenziale della Georgia, degli altri popoli che abitano il suo territorio (come abcasi, osseti, ceceni, azeri, armeni e non solo) e degli altri, affascinantissimi popoli dell’area, quasi tutti rappresentati nel grande snodo multiculturale che era (e per certi versi ancora è) Tbilisi.

Per me una lettura fondamentale per iniziare a capirci qualcosa.

Su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store. 14€ circa.

Reportage più ampi sull’URSS ed ex URSS

Imperium, di Ryszard Kapuściński [trad. V. Verdiani]

Reportage splendido, di altissimo livello, che passa dalle lande siberiane sul confine mongolo tagliate a bordo di Transiberiana alla storia dell’annessione sovietica della cittadina natale di Kapuscinski, Brest – storicamente polacca, oggi si trova in Bielorussia. Dalle miniere battute ai venti artici a Vorkuta, fino ai viaggi caucasici del reporter, che rimase profondamente colpito dalla fierezza e dalla storia che ancora abita le tre repubbliche della Transcaucasia.

“Vi scoprii un tappeto orientale steso al sole che in molti punti conservava ancora gli antichi colori e attirava l’attenzione con la varietà dei disegni originali

Il Caucaso compare solo negli ultimi capitoli e questo non è propriamente un libro sulla Georgia, ma è un libro che vi consiglio di cuore a prescindere che siate in procinto di partire o no. Scritto in maniera magistrale, profondo, delicato, da un vero conoscitore di quel mondo.

Su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store. 11€ circa.

Buonanotte signor Lenin, di Tiziano Terzani

Libro che non mi è piaciuto e che dedica solo tre capitoli risicatissimi alle tre repubbliche della Transcaucasia. Terzani si limita praticamente a visitare solo le tre capitali, Tbilisi, Erevan e Baku, e a descrivere in maniera fin troppo impressionistica la vita nei giorni travagliati dell’indipendenza da Mosca. Il libro in sé è interessante, ma lento, un po’ ripetitivo e secondo me un po’ prevenuto, come se in fondo Terzani non fosse riuscito a vedere oltre lo strato superficiale delle cose, complice anche l’ostacolo della lingua. Decisamente non dei suoi migliori e direi neanche un libro di riferimento per l’Est Europa: Kapuściński vola decisamente più in alto e ci sono molti altri esempi migliori. Inserisco questa voce perché in Italia Terzani è molto amato ed è a volte citato tra i libri sulla Georgia, cosa secondo me smaccatamente falsa. Leggerlo non vi farà male, ma inizierei da altro.

Su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store. 15€ circa.

Libri sulla Georgia in lista da leggere

Vorrei innanzitutto recuperare Diario russo di Steinbeck, che odora di capolavoro, e include anche la Georgia tra le varie tappe del suo viaggio sovietico con Robert Capa.
Su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store. 20€ circa.

Poi tra i vari libri sulla Georgia pubblicati di recente c’è un altro romanzo contemporaneo molto interessante, che con brevi racconti descrive la storia più recente della Georgia. È La città nella neve di Beka Kurkhuli, di cui potete leggere una bella recensione sul blog di Claudia.
Su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store. 13€ circa.

Segnalo anche La discarica di Iva Pezuashvili, trad. sempre di Ruska Jorjoliani, ed. Voland (2024). Un romanzo ambientato in sole ventiquattr’ore, in una Georgia più vera del vero e assolutamente contemporanea.

Per oggi è tutto!

Non dimenticate di dare un occhio alla categoria Caucaso e a quella Georgia, piena zeppa di articoli e spunti per i vostri viaggi caucasici.

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A presto, come sempre su Instagram e Telegram.
Ele

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1 commento

  • “La tua presenza è come una città” credo che entrerà nella mia collezione molto presto. Eleonora il tuo blog è sempre una garanzia: spunti originali e mai banali. Avevo quasi paura che questo periodo ti avrebbe dato del filo da torcere in fatto di idee, invece sono rimasta piacevolmente sorpresa, sei proprio una gemma. Sai, ho solo un anno in meno di te però in un certo senso mi sembri avanti anni luce, la ricchezza che porti dentro si riflette nelle tue parole. Io sto qui in cameretta con una certa sana invidia nei tuoi confronti. Quando tutto questo sarà finito ho una voglia matta di fare come fai tu, ma non voglio copiare quello che fai o chi sei, voglio smettere di procrastinare, uscire, esplorare, e, come dice il tuo babbo, sentire le cose col ginocchio sinistro.

    Ps- ahah ho seguito la tua dritta e son salita al 38° piano del grattacielo della regione, però scendendo ho vomitato in ascensore, mi hanno odiato tutti ahahaha

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