Di libri sulla Georgia da leggere prima di partire ce ne sono molti, e la maggior parte disponibili in traduzione in italiano non sono scritti da georgiani. Questo è un fatto importante che dovete tenere a mente. Sono tutte letture interessanti, ricche e che vi apriranno il meraviglioso universo che abita la terra del Vello d’Oro, ma saranno pur sempre racconti fatti da stranieri su una terra che li ha affascinati. In questa lista ho, per contro, dato più spazio possibile agli autori georgiani già tradotti in italiano.
Cercate di leggere libri diversi che coprano entrambi i punti di vista, ma soprattutto cercate di leggere libri di storia (importantissimi) che siano anche un po’ più di ampio respiro e non solo focalizzati sulla Georgia. Per quanto la storia di questo paese sia importante, è sbagliato scardinarla da quella dei suoi vicini di casa caucasici, con cui ha condiviso secoli e secoli di dominazioni straniere, pur mantenendo gelosamente intatti molti aspetti della sua cultura, della lingua e delle tradizioni.
Pain de Route in quarantena oggi vi consiglia un po’ di libri sulla Georgia. Andiamo?
L’unico libro sui GULAG sovietici che è impossibile leggere senza ridere
Memorie del GULAG sovietico degli anni ’80: il giovane Berdzenishvili del libro, militante antisovietico e studioso di lettere classiche, è oggi uno degli scrittori più acclamati e importanti della Georgia contemporanea. Il libro è ricco, di spessore, anche se non tratta propriamente di Georgia ma racconta la cattività siberiana di due giovani georgiani esiliati per aver pubblicato un giornaletto repubblicano. Da leggere per approfondire un periodo storico abbastanza trascurato, per ascoltare la parola diretta di un autore contemporaneo georgiano e per immergersi nella cultura georgiana che non scompare nemmeno in un GULAG siberiano.
Nella puntata #8 di Cemento, “La Montagna delle Lingue”, abbiamo intervistato Francesco Peri, il brillante e simpaticissimo traduttore di questo romanzo e uno dei pochissimi madrelingua italiani a tradurre direttamente dal georgiano.
Su Amazon: https://amzn.to/2WHmYki
Su Libraccio: http://tidd.ly/6b36b0d5
Vincitore del premio Saba in Georgia e del prestigioso Deutscher Jugendliteraturpreis in Germania, questo romanzo ambientato in Georgia breve racconta gli ultimi conflitti del 2008 vissuti dalle popolazioni della Georgia attraverso i corpi adolescenti di due ragazzine. Da mercoledì a sabato (questo il lasso di tempo coperto dal libro) Ninco e Topi, che hanno solo 13 anni, devono capire come funziona la guerra e crescere in fretta per sopravvivere a una realtà che non fa sconti per nessuno, dove il tuo fratellino rischia di morire di fame. In attesa che apra il corridoio umanitario attraverso il nuovo confine tra Georgia e Ossezia del Sud, le due ragazze si fanno spazio in un lembo di terra senza futuro, tra anziani, donne incinte e bambini, mentre gli uomini a volte ritornano solo scritti su foglietti di carta nella lista dei caduti.
Su Amazon: https://amzn.to/2WyKT5t
Su Libraccio: http://tidd.ly/d41b1005
Dato Turashvili è uno scrittore molto amato in Georgia. Volare via dall’URSS è il brutto titolo che in originale reciterebbe La generazione dei blue jeans, decisamente più esplicativo del sentimento di frustrazione e oppressione che molti giovani di buona famiglia, oggi cinquantenni, provavano nel loro quotidiano della Georgia sovietica. Sette di questi giovani un giorno tentarono di dirottare un volo passeggeri verso un paese straniero per poi provare a chiedere asilo: un gesto sciocco eppure eclatante per scuotere le coscienze di milioni di cittadini, in patria e all’estero, e che finì col guadagnare a molti di loro una condanna a morte. Da questa storia vera Turashvili trae un bellissimo romanzo ambientato in Georgia, svilito purtroppo da una traduzione italiana scadente. Meglio leggerlo, se potete, in inglese.
Su Amazon: https://amzn.to/3divcFL
Su Libraccio: http://tidd.ly/944d0731
Recensione a cura di Dario PrinceOfPersia Cottica
Avendo sperimentato in prima persona lo smisurato talento delle persone native del Caucaso per le lingue e le arti della comunicazione, non mi stupisce che una giovane georgiana abbia potuto imparare a scrivere in un italiano così cristallino ed espressivo come quello che tesse questo romanzo. Che non parla di Georgia, ma del vastissimo mondo di cui la Georgia ha per decenni fatto parte: quello russo del tardo impero zarista, poi della Rivoluzione, poi dell’Unione Sovietica. Tre epoche, attraversate da tre generazioni di uomini, osservate da tre luoghi geografici distinti: la fittizia cittadina di Miroslav, nella Russia del sud; Mosca, la metropoli degli affari e delle università; le isole Solovki, un lontanissimo spettro di gelo e morte.
Questo romanzo non si presta a letture superficiali, pur essendo scandito da capitoli brevi e scorrevoli: tutt’altro, è un libro che si sforza di sfuggire all’ovvietà, nella forma e nel contenuto. La narrazione è fitta di riferimenti culturali e letterari, la scrittura è asciutta e sferzante come il vento delle pianure russe, la forma è sperimentale e sempre sorprendente. Racconti, elenchi, criptiche descrizioni di partite di scacchi, lettere, supposizioni di lettere, ricostruzioni probabili, sono costantemente interconnessi e tenuamente tenuti insieme da Saša, la voce narrante, che perlopiù non si cura della coerenza temporale degli avvenimenti. La frase che riassume la filosofia di questo libro è, secondo me: “Sono religioso nel fare domande, nel chiedere spiegazioni, ma ateo nelle risposte” – commento di Saša a una sua lettera. Un mondo di contraddizioni, tradizioni, nostalgia, violenze ed entusiasmi fa da sfondo costante alle vicende personali delle generazioni di famiglie; viene osservato, ascoltato e annusato nel dettaglio, ma – a conti fatti – mai interpretato: non si discutono ideologie, non si idolatrano figure, non si condannano comportamenti.
La sfida che la Jorjoliani sembra lanciare è quella dell’empatia assoluta, dell’immersione allo stesso tempo viscerale ed equanime nell’intimità delle persone, nonché nello spirito dei luoghi e degli oggetti che popolano le sue pagine. I lettori, con spirito scientifico e sensibilità, sapranno andare a costruirsi un’idea concreta e vibrante di che cosa volesse dire essere russa e russo nella prima metà del Novecento.
La tua presenza è come una città non rientra propriamente nella lista di libri sulla Georgia, ma è un capolavoro dalle caratteristiche uniche che non potevamo ignorare.
Su Amazon: https://amzn.to/2UGQLaz
Su Libraccio: http://tidd.ly/980a35f4
Fazil’ Iskander è uno scrittore formidabile, senza dubbio il più famoso della piccola repubblica dell’Abkhazia, separatasi dalla Georgia unilateralmente nel 1992. Questo libro è un capolavoro sull’infanzia vissuta in Caucaso regalatomi dalla mia amica Laura. Il Caucaso in questo romanzo, come lo definisce Moni Ovadia nell’introduzione al libro, è “l’Atlantide sovietica lontana nel tempo e nello spazio” e gli adulti intorno al piccolo protagonista personaggi tagliati con l’accetta, falliti, imbronciati, sballati, quasi usciti da una scena teatrale.
Dello stesso autore sembra altrettanto bello Sandro di Cegem, più famoso in Occidente ma al momento più difficile da reperire in Italia.
Su Amazon: https://amzn.to/3af8zjA
Su Libraccio: http://tidd.ly/ee985b30
Questo libro, che a tratti sa un po’ di giovane rampollo inglese che apre gli occhi sul mondo, è in realtà abbastanza una pietra miliare, ricchissima di testimonianze e informazioni, sulla Georgia nella delicata fase di transizione tra Unione Sovietica e indipendenza. Nasmyth viaggia in Georgia da oltre trent’anni e questa raccolta di piccoli reportage sono di fatto la storia del suo amore per questo paese, la lenta scoperta della sua ricchissima cultura. Dal valico di montagna tra la Nord Ossezia-Alania e la Georgia, pieno di tensione ed emozione, seguendo il corso dei leggendari Terek e l’Aragvi, che scorrono sui due versanti opposti del Caucaso Maggiore, fino ai tumulti del 9 aprile freddati dai carri armati lungo il viale Rustaveli a Tbilisi. La poesia non manca mai, grazie a tanti, ricchi e bellissimi riferimenti a chi, come l’autore, ha sognato e romanzato il desiderio di esotico e di oriente che il Caucaso incarnava: i grandi poeti e scrittori russi.
Non c’è la traduzione italiana, ma la scrittura in inglese è semplice e chiara. Per me da leggere per avere qualche elemento base di storia contemporanea georgiana e per tanti aneddoti originali (e non la solita roba trita e ritrita) e ben documentati sulla splendida cultura georgiana.
Su Amazon: https://amzn.to/3anB66F
Un libriccino che è semplicemente una garanzia, un po’ difficile da reperire online di questi tempi, ma che si trova di sicuro nelle biblioteche. Wojciech Górecki è un grandissimo esperto di Caucaso e scriveva le ultime pagine di questo reportage proprio mentre la Georgia compariva su tutti i giornali del mondo, dilaniata dalle guerre per la secessione delle piccole repubbliche tutt’ora non riconosciute di Abcasia e Ossezia del Sud. Tra i libri sulla Georgia questo è un piccolo punto di riferimento.
Su Amazon: https://amzn.to/2UsudKl
Libro sintetico, ma che non manca un punto. A volte si vorrebbe avere ancora più dettagli, ma è un punto di partenza per me essenziale per avere le coordinate minime della storia del Caucaso. Che è unitaria per molti secoli, strettamente interconnessa, inscindibile, nonostante le montagne aspre e invalicabili. Dal tumultuoso Caucaso del Nord, le cui popolazioni a tratti hanno valicato lo spartiacque e si sono riversate a Sud (come gli osseti, o i ceceni kist della valle di Pankisi), fino alla formazione di identità sfumate e inafferrabili come quella turco-persiana dell’Azerbaijan. Posto speciale, di rilievo come è giusto che sia, hanno le due culture plurimillenarie e fiere della Georgia e dell’Armenia, con una storia fatta di dominazioni che però non hanno cancellato le loro lingue e le loro culture. C’è tutta la storia essenziale della Georgia, degli altri popoli che abitano il suo territorio (come abcasi, osseti, ceceni, azeri, armeni e non solo) e degli altri, affascinantissimi popoli dell’area, quasi tutti rappresentati nel grande snodo multiculturale che era (e per certi versi ancora è) Tbilisi.
Per me una lettura fondamentale per iniziare a capirci qualcosa.
Su Amazon: https://amzn.to/2wiMbah
Su Libraccio: http://tidd.ly/500b4d7f
Reportage splendido, di altissimo livello, che passa dalle lande siberiane sul confine mongolo tagliate a bordo di Transiberiana alla storia dell’annessione sovietica della cittadina natale di Kapuscinski, Brest – storicamente polacca, oggi si trova in Bielorussia. Dalle miniere battute ai venti artici a Vorkuta, fino ai viaggi caucasici del reporter, che rimase profondamente colpito dalla fierezza e dalla storia che ancora abita le tre repubbliche della Transcaucasia.
“Vi scoprii un tappeto orientale steso al sole che in molti punti conservava ancora gli antichi colori e attirava l’attenzione con la varietà dei disegni originali“
Il Caucaso compare solo negli ultimi capitoli e questo non è propriamente un libro sulla Georgia, ma è un libro che vi consiglio di cuore a prescindere che siate in procinto di partire o no. Scritto in maniera magistrale, profondo, delicato, da un vero conoscitore di quel mondo.
Su Amazon: Imperium, di Riszard Kapuscinski
Su Libraccio: http://tidd.ly/ef1303fe
Libro che non mi è piaciuto e che dedica solo tre capitoli risicatissimi alle tre repubbliche della Transcaucasia. Terzani si limita praticamente a visitare solo le tre capitali, Tbilisi, Erevan e Baku, e a descrivere in maniera fin troppo impressionistica la vita nei giorni travagliati dell’indipendenza da Mosca. Il libro in sé è interessante, ma lento, un po’ ripetitivo e secondo me un po’ prevenuto, come se in fondo Terzani non fosse riuscito a vedere oltre lo strato superficiale delle cose, complice anche l’ostacolo della lingua. Decisamente non dei suoi migliori e direi neanche un libro di riferimento per l’Est Europa: Kapuściński vola decisamente più in alto e ci sono molti altri esempi migliori. Inserisco questa voce perché in Italia Terzani è molto amato ed è a volte citato tra i libri sulla Georgia, cosa secondo me smaccatamente falsa. Leggerlo non vi farà male, ma inizierei da altro.
Su Amazon: http://amzn.to/2wDOPVq
Su Libraccio (nuovo e usato): http://tidd.ly/78cce08a
Ultima, straordinaria uscita, forse il più adatto tra tutti i libri sulla Georgia di questa lista, è L’ottava vita di Nino Haratischwili, edito da Marsilio. Un capolavoro di oltre mille pagine, che racconta la Georgia attraverso il susseguirsi delle generazioni in un’unica famiglia. Dopo il grande successo ottenuto in Germania (da qui la traslitterazione alla tedesca del nome) è finalmente arrivato in Italia.
Vorrei innanzitutto recuperare Diario russo di Steinbeck, che odora di capolavoro, e include anche la Georgia tra le varie tappe del suo viaggio sovietico con Robert Capa.
Poi tra i vari libri sulla Georgia pubblicati di recente c’è un altro romanzo contemporaneo molto interessante, che con brevi racconti descrive la storia più recente della Georgia. È La città nella neve di Beka Kurkhuli, di cui potete leggere una bella recensione sul blog di Claudia.
Per oggi è tutto!
Non dimenticate di dare un occhio alla categoria Caucaso e a quella Georgia, piena zeppa di articoli e spunti per i vostri viaggi caucasici.
Se vi stuzzica l’idea di fare un viaggio in Georgia con me, iscrivetevi alla newsletter viaggi!
A presto, come sempre su Instagram.
Ele
1 Comment
“La tua presenza è come una città” credo che entrerà nella mia collezione molto presto. Eleonora il tuo blog è sempre una garanzia: spunti originali e mai banali. Avevo quasi paura che questo periodo ti avrebbe dato del filo da torcere in fatto di idee, invece sono rimasta piacevolmente sorpresa, sei proprio una gemma. Sai, ho solo un anno in meno di te però in un certo senso mi sembri avanti anni luce, la ricchezza che porti dentro si riflette nelle tue parole. Io sto qui in cameretta con una certa sana invidia nei tuoi confronti. Quando tutto questo sarà finito ho una voglia matta di fare come fai tu, ma non voglio copiare quello che fai o chi sei, voglio smettere di procrastinare, uscire, esplorare, e, come dice il tuo babbo, sentire le cose col ginocchio sinistro.
Ps- ahah ho seguito la tua dritta e son salita al 38° piano del grattacielo della regione, però scendendo ho vomitato in ascensore, mi hanno odiato tutti ahahaha