So già che con questo post spezzerò molti cuori, ma così è: mi sono finalmente decisa a prendere una posizione nell’annosa diatriba è più bella Porto o Lisbona, le due città principali del Portogallo. I marinai del Nord contro i sognatori del Sud. L’umido e la pioggia, le coste verdi e il vino Porto (o, per i più ciccioni, la francesinha) contro il sole e la luce abbagliante, la macchia secca e il bacalhau.
Un anno dopo la mia partenza per il Portogallo, ho ancora lo stomaco che si contrae un po’, il cuore che palpita, pensieri strani per la testa. Ma dire se è più bella Porto o Lisbona, in realtà, mi è molto difficile. Ci ho pensato per un sacco di tempo senza potermi decidere. A confondermi, ancora, sono stati il sapore forte del porto, e quei vicoli che nascono nuovi ogni notte nell’Alfama, e che ti si srotolano davanti solo quando sei pronta a vederli.
Ho pensato allora di sbriciolare questi pensieri in ricordi sensoriali: Porto o Lisbona nei suoni, nei colori, negli odori. Nelle persone che ho incontrato. Nella loro atmosfera, alla fine: perché Lisbona è chiaramente donna e passione. Mentre Porto ha una scorza battuta dai venti, ma un cuore caldissimo che non tarda ad aprirsi.
Buona lettura,
Ele
Porto
Colori
Omogenei, caldi e perfetti per brillare anche nei giorni di pioggia più freddi, che l’Atlantico porta, a volte, anche laggiù. Rosso, marrone, giallo, bianco, nero: ve ne innamorerete. Le cornici delle casette della Ribeira sono dello stesso colore dei ciottoli delle immense spiagge della Costa Verde, che è verde per davvero, e infinita.
Odori
Porto sa di vino, vino di tutti i tipi, che si appiccica sotto le suole delle scarpe mentre sali una delle sue scale che conducono chissà dove; sa di mare, di zuppe, di pesce. Di alghe, anche, di salsedine. Di ruggine, di umido. Ha un odore certo nostalgico, carico, ben definito, che non si dimentica facilmente e che schiaccia tutti gli abitanti sotto lo stesso cielo – e per cui, anche voi, non potete sfuggirgli.
Suoni
Porto è fatta di ferro e pietre scure. I suoni di porto sono gli annunci che riecheggiano nella stazione di São Bento, i tram che sferragliano sull’enorme ponte alla Eiffel. E ancora campane dei monasteri abbarbicati in collina, i canti degli ubriachi in notti bagnate.
Geografia
Sembra quasi che i portoghesi cercassero luoghi sempre simili per costruire le città: un fiume navigabile, colline scoscese perché le case, dal fiume, sembrino costruite una in testa all’altra; e ancora un castello o una rocca, e ponti immensi tra la città e il borgo di fronte. Porto è proprio così. Scale, casette colorate abbarbicatissime, ponti di ferri e bulloni, anse sinuose. Uno spettacolo di colori armoniosi, sereno, che cambia da ansa ad ansa, e non è mai uguale.
Persone
La cosa più speciale di Porto, ancora più che il su e giù di torri e finestre, è la gente di Porto. Calorosa, gentile senza motivo, ospitale, irriducibile festaiola. E’ l’autista di un autobus che saluta tutto gongolante con un bom dia, menina!, un poliziotto-controllore che ti risparmia una multa e che, contrito, tenta di spiegarti che hai sbagliato importo del biglietto (ehm…). Sembra che tutta quella piccola città risplenda di una leggerissima e immotivata allegria o spensieratezza, che si appoggia sui tetti sfondati e sulle case abbandonate e lascia che spicchino il volo; che corre nelle librerie, nei bar, nelle piazzette del centro e li pervade, riempiendo ogni spazio vuoto. E’ anche e soprattutto, per me, Raquel e il suo mondo brillante, immune anche al pioggiume di febbraio, e le nostre conversazioni senza tempo e senza spazi, che sono volate per ogni dove. E questo è uno dei punti più importanti per decidere se sia più bella Lisbona o Porto.
Atmosfera
A Porto si è un po’ tutti marinai in un giorno di pioggia, che scendono in cambusa a cercare una botte di vino con cui scaldarsi, o che tornano a casa per qualche notte in attesa che torni il sole e il buon vento. Il centro è sporco e decadente, trascurato; ma le anse del Douro e l’incredibile gusto estetico dei portoghesi declinato in tutte le insegne demodé, nelle forme delle finestre, nei chiostri e nelle scalinate lo perdona, lo compatisce. Città piccola ma con un animo grande e una cultura vivacissima, proiettato su tutti gli Oceani, pochi turisti, spiagge e montagne selvagge vicine: devo aggiungere altro?
Se cerchi una buona guida per Porto, ti consiglio con tutto il cuore la Routard. Essenziale, divertente, sincera.
Lisbona
Colori
Abbagliante. I colori sono chiari e riflettono quella luce assurda che abita il Portogallo, tersa, purissima, che fa risplendere ogni cosa. Su tutti, spicca il bianco puro di Belém, il giallo della Praça do Comércio e il blu del cielo.
Odori
Lisbona è macchia odorosissima, sabbia nei marciapiedi, vento secco, sole, pane fresco, pasteis de nata. Odore di birra appiccicata sulle piastrelle liscissime della Baixa, o sulle pietre dell’Alfama o del Bairro Alto. Ossigeno fresco nei giardini botanici che esplodono di piante tropicali, aria leggera e impalpabile all’aperto, umida e artificiale nelle fermate della metro, rivestite di piastrelle verdi o azzurre, come in un acquario. Lisbona è vento d’autunno impassibile, solo fresco, che si avvolge e incanala verso il Tejo a partire dal grande Snodo dei Venti e delle Strade che è Marques de Pombal.
Suoni
A Lisbona è silenzio e gabbiani, il rumore del cielo. Un aeroporto costruito troppo vicino alla città, e un rombo assordante fisso, ad ogni ora. Il vento tra le foglie di alberi che non sverdiscono mai, il gorgoglio dell’acqua dalle fontane. Lisbona ha tram con campanelli, rotaie che stridono, ma solo ogni tanto. Lisbona ha un grande silenzio, in realtà, a tratti interrotto da qualche incidentale vita d’uomo.
Geografia
Il Tejo è certo un fiume troppo grande, quasi un piccolo lago, e a Lisbona manca un borgo oltrefiume. Di là c’è invece un agglomerato di condomini in cemento dipinti con colori pallidi, e dominati da un surreale cristo a mani aperte, il Cristo di Almada. Dal lungofiume di questi improbabili villaggi, però, Lisbona è bella come un miraggio dalla prua di un veliero di ritorno dalle Americhe: la torre di Belém, i grandi ponti, i cantieri di Alcântara, i colori del Bairro Alto, la Baixa e poi lei, la misteriosissima Alfama sormontata dal castello. E per chi non ha legni con cui tentare le acque dell’Oceano, ci sono sempre i miradouros: quelli sì, sono davvero per tutti, e a tutte le ore… Un grande punto a favore per Lisbona, questo, che fa tremare la bilancia di “è più bella Lisbona o Porto”.
Persone
Forse il problema di Lisbona è che nessuno è di Lisbona. O forse i lisboeti sono tutti e alla fine nessuno. Maria è dell’Alentejo. Guilherme e Catarina pure. Raquel delle Azzorre. Mia è nata in Brasile. Anis è addirittura tunisino. Per non parlare del ghetto capoverdiano, angolano o mozambicano; dei brasiliani, delle centinaia di expat. Se cadi e ti spalmi a terra in metro la gente ti calpesta, e non uno si ferma a chiederti se va tutto bene. Insomma, pare che i lisbonesi (e qui serve un bel “?”) si impegnino per farsi odiare. Però un po’ li capisco: lo stress della capitale e la lentezza lisboeta generano mostri (come i 48 minuti d’attesa standard per un autobus qualsiasi la domenica), e le orde di turisti che intasano il tram 28 farebbero salire il crimine anche a madre Teresa di Calcutta. In questo senso non ho dubbi se sia meglio Porto o Lisbona.
Atmosfera
Forse avevano ragione: Lisbona è uscita da un film di spionaggio anni ’40. Corse sui tram, bettole fumose e sporche dove sorseggiare un amaro, viuzze perfette per inseguimenti tra uomini con vistosi cappelli, sigari importati e ventiquattr’ore. Le orde di turisti stanno però facendo lievitare i prezzi in maniera insensata e diradare quell’aria suadente e vecchio stile. Un vero peccato. Per fortuna esiste ancora il mattino presto o la notte fonda, per lasciare che Lisbona ci si conceda. Siate cacciatori. Cercatela nell’Alfama dove i turisti non arrivano, o nelle ultime tracce di Bairro Alto, dove forse già lo chiamano Estrela, Lapa, Madragoa, o addirittura Alcântara. Andate nei moltissimi musei, pieni degli ori del passato (e non solo). Insomma, la speranza è l’ultima a morire (così come il Fado, che è tutt’altro che morto!), e a Lisbona sta ancora nascosta da qualche parte. Peccato che la cultura lisbonese si sia dispersa tra stereotipi e ricordi, e reinterpretata senza un’unica direzione dai nuovi residenti della città della saudade.
La guida cartacea che mi ha accompagnata per tutta Lisbona è la Routard, e io te la consiglio con tutto il cuore.
Ma quindi? È più bella Porto o Lisbona?
Il fatto è che a Lisbona ho passato cinque mesi della mia vita, in Erasmus. Che mi sia piaciuto o meno, ce li ho passati. E per quelle stradine insensibili e sempre pulitine pastellate ci sono dovuta passare cinquecentomila volte. Quei tram tutti lucidati e imbellettati li ho aspettati anch’io, per ore, sperando mi riportassero a casa. E sul Golden Gate lisbonese mi ci hanno addirittura portata in moto, per quanto continui a pensare che quello di San Francisco sia tutta un’altra storia.
È chiaro che sono entrambe due città bellissime, che rispecchiano due diverse filosofie di vita e due caratteri quasi opposti. Porto autentica, un po’ burbera e introversa; Lisbona gioiosa, civettuola, luminosa.
Non ha senso dire se è meglio Porto o Lisbona in assoluto, perché si entra nel campo del soggettivo. Quanto a me Porto mi ha dato, in soli quattro giorni, una grande serenità e un senso di liberazione.
In più, Lisbona è una capitale, mentre Porto è una città. E a Lisbona le boutiques di grandi firme e le facciate ripulite per far spazio ai fastfood internazionali scimmiottano frivolamente l’aria delle grandi capitali, mentre i borseggiatori lavorano indisturbati e la gente dorme sui cartoni lungo tutta l’Avenida. Porto invece, forse, non mente. Insomma, devo proprio? Volete davvero che alla fine scelga un vincitore di “è più bella Porto o Lisbona”?
Lo dico? Porto.
Per concludere voglio consigliarti un libro che mi è stato regalato e che mi ha ispirato molti dei percorsi sensoriali di questo post, mentre lo leggevo in riva al Douro: Viaggio in Portogallo di José Saramago, premio Nobel portoghese.
Manca qualcosa? Che ne pensate? Aspetto i vostri commenti e le vostre esperienze!
Grazie!
Ele
Libri consigliati in questo articolo
Viaggio in Portogallo di José Saramago, premio Nobel portoghese: su Amazon, Libraccio, Feltrinelli e Mondadori Store.
Guida del Portogallo, Routard: Amazon, Feltrinelli e Mondadori Store.
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4 commenti
Paolo Penso
Be la tua carriera di scrittrice di romanzi e’ certa, mi sono divertito a leggerti. Per il soggetto ossia l’argomento in questione, resto nel dubbio. Debbo andare e scegliere chi dei 2 , ma credo che restero’ nel dubbio, perche andando i primi di novembre, il freddo sara’ un altro punto sensoriale e io odio il freddo pungente, quello per intenderci che entra nel bavero o dalle maniche dei maglioni, e si insinua dalle scarpe fino alla punta dei piedi, congelandoli. No credo che scegliero’ Lisbona, almeno per il periodo. poi mi pentiro’, lo so, ma almeno sara’ colpa mia
Eleonora
Ahahah bene, grazie!
Fammi sapere poi se ti penti o no, Lisbona è comunque una città incantevole 🙂
Tamara
Sono stata a Lisbona solo 3 giorni e a Porto sono arrivata solo 5 ore fa, d’accordo con te:)