Mtskheta: cosa vedere in mezza giornata nella “città santa” della Georgia

Pubblicato il 19 Marzo 2020

Scritto da Eleonora

In tempi di quarantena il pensiero torna indietro alla Georgia, terra dell’abbondanza e dell’accoglienza, su cui ogni volta penso di aver scritto troppo poco. Oggi parliamo della gita fuori porta più popolare da Tbilisi, cioè l’antica capitale del regno di Iberia: Mtskheta, cosa vedere e cosa fare in una mezza giornata.

Non faccio mistero che il tempo meglio speso in assoluto, specie se si sta solo pochi giorni in Georgia, è a Tbilisi: città d’atmosfera, dagli echi persiani, slanci europei e capolavori d’architettura modernista sovietica. Nella capitale georgiana, dove vive poco meno di un terzo di tutta la popolazione della Georgia, c‘è una vitalità incredibile che vi conquisterà. Un giorno in più è sempre un’ottima idea. Se invece volete fare una gita intramontabile e che vi prenda solo una mezza giornata (o di più!), l’idea perfetta è andare da Tbilisi a Mtskheta.

Se a Tbilisi convivono un’aria di libertà europea, il quotidiano sovietico e molti luoghi di culto di diverse religioni, Mtskheta è invece un’antichissima capitale santa e rispettata, meta di pellegrinaggio dei ferventi ortodossi georgiani. Andiamo?

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Come andare da Tbilisi a Mtskheta

Il panorama dal monastero di Jvari

La soluzione facile è andarci in taxi: Mtskheta è così vicina a Tbilisi e i taxi costano così poco (usando le app di taxi, mi raccomando non fatevi fregare!) che potete valutare questa opzione. Se invece volete viverla alla georgiana al 100% e spendere il miglior 1 lari della vostra vita (€ 0.30) potete andare in marshrutka, il pulmino a 20 posti super sovietico. Un’alternativa molto comoda è l’escursione a Mtskheta che offre Civitatis, con punto di ritrovo a Tblisi.

Da Tbilisi a Mtskheta in marshrutka

Dove parte: stazione delle marshrutki di Didube, metro rossa Didube
Dove arriva: Mtskheta città vecchia, scendete di fronte allo slargo con taxi parcheggiati di fronte al Liberty Bank ATM (coordinate GPS: 41.843095, 44.719282)

Le marshrutki partono ogni 10 minuti circa, il biglietto si compra dalla bigliettaia in un chioschetto con finestrella bianca situato esattamente dietro il primo blocco di edifici che ci si trova davanti quando si esce dal tunnel della metro di Didube. Basta seguire i cartelli per “Kazbegi” e poi chiedere a un commerciante, anche solo dicendo “Mtskheta” vi indicheranno il punto. Non chiedete ai tassisti o a gente in piedi a fare niente, di solito le donne sono più affidabili. Il viaggio dura nel migliore dei casi 20 minuti, ma dipende dal traffico in uscita o entrata a Tbilisi che negli ultimi anni è molto congestionata per via di lavori in corso su alcune strade principali.

Per il ritorno da Mtskheta a Tbilisi, la marshrutka si prende dall’altro lato del parchetto di fianco al punto dove siete scesi. C’è una pensilina sotto cui si fermano le marshrutki in arrivo.

Cosa vedere a Mtskheta

I georgiani vanno molto fieri della loro città santa e storica capitale del Regno di Iberia: molti tbilisini hanno la seconda casa a Mtskheta e i mezzi sono così frequenti perché tanti credenti ortodossi vanno a fare visita alle chiese sacre della città, che poi sono anche la sua più famosa attrattiva. Per apprezzare veramente la città, che non è “solo chiese”, un’ottima idea è prendere una guida: ma non la signora con la pelliccia, un po’ pazza e che sta sempre fuori dalla cattedrale di Svetitskhoveli ad ammorbare i turisti con un inglese e un russo catastrofici.

La Cattedrale di Svetitskhoveli

Capolavoro architettonico patrimonio UNESCO, la chiesa attuale risale per la maggiore al XIV-XV secolo, dopo che la cattedrale precedente (1029) fu distrutta dal sanguinario Tamerlano. La prima chiesa la tradizione vuole sia invece stata costruita in legno da Santa Nino, santa originaria della Cappadocia e cristianizzatrice della Georgia, vissuta nel IV secolo. Vari ampliamenti e modifiche sono state fatte nei secoli successivi e gli ultimi grossi restauri, dopo che il lato sinistro era crollato, sono stati condotti negli anni ’70.

Il nome Svetitskhoveli significa “pilastro (sveti) salvifico/vivifico (tskhoveli)”: la cattedrale è senz’ombra di dubbio il luogo più santo per i georgiani, nonché la chiesa più grande (ma non la più alta: quella è Alaverdi). Entrando noterete subito un grosso ciborio del XVII secolo, interamente affrescato, attorno a cui si radunano tutti i fedeli per pregare. È il luogo più santo della Cattedrale, sotto cui è sepolta una donna di nome Sidonia.

Nel I secolo, un ebreo di nome Elias tornato da Gerusalemme portò la tunica di Gesù in città, dopo averla comprata da un soldato romano. A Mtskheta c’era una delle più antiche comunità ebraiche diasporiche di tutto il Caucaso, già presente probabilmente fin dal IV secolo a.C. La sorella di Elias, Sidonia, appena toccò la tunica fu presa da sgomento e morì sul colpo, ma fu impossibile separarla dalla tunica, così furono sepolte insieme. Sulla sua tomba crebbe negli anni successivi un enorme cedro che fu tagliato solo nel IV secolo da Santa Nino.

Con il legno ricavato dal cedro Santa Nino costruì una chiesa intorno alla tomba di Sidonia, appoggiata su sette colonne. Una di queste però si sollevò da terra e rimase sospesa: Santa Nino pregò tutta la notte finché questa non tornò al suo posto. La colonna poi, vuole la tradizione, iniziò a piangere e curò tutti gli abitanti di Mtskheta dalle malattie.

Quando Santa Nino cristianizzava la Georgia governava re Mirian, un contemporaneo del’imperatore romano Costantino. Dopo la conversione dei sovrani anche il Regno di Iberia si convertì ufficialmente al cristianesimo (337). In realtà tradizionalmente si vuole che fosse stata per prima la regina Nana a convertirsi, guarendo da una grave malattia subito dopo; re Mirian rimase pagano e si convertì solo quando pregò “il dio di santa Nino” dopo essersi perso in una caccia al buio nel bosco.

Nella parete opposta alla tomba di Sidonia sono raffigurati proprio Mirian e Nana. Dietro la tomba, invece, c’è una cappella costruita a somiglianza (??) del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Oltre allo splendido Cristo in mandorla dell’abside, sulla parete destra c’è un’insolita e spettacolare rappresentazione dei segni zodiacali. I 12 segni zodiacali + Cristo rimandavano ovviamente alla simbologia degli apostoli. C’è anche una bellissima rappresentazione dell’inferno precristiano, con l’Acheronte e le anime con la moneta sulla bocca per pagare Caronte. In basso invece è rappresentata la famiglia del re. Sotto i vostri piedi avete invece le tombe di molti sovrani georgiani.

La pietra con cui è costruita la cattedrale cambia colore a seconda della luce e può apparire giallo oro, rosata o verdognola. Oltre alle solite decorazioni con foglie di vite e grappoli, all’esterno c’è molta simbologia interessantissima scolpita in piccoli bassorilievi da osservare con attenzione. Sul lato sinistro della chiesa, in alto, c’è la mano che si dice sia stata tagliata all’architetto della prima cattedrale (1029) perché non costruisse mai più una chiesa più bella.

Il Monastero di Jvari

La vista sul centro storico di Mtskheta, posto alla convergenza dell’Aragvi (che scende dritto dalla valle di Kazbegi ma nasce in Ossezia del Sud, in Russia) di un blu brillante e dalle acque pulite, e dello Mtkvari, il lunghissimo fiume del Caucaso che nasce in Turchia e sfocia nel Caspio con il nome di Kura, è una delle immagini più famose di tutta la Georgia.

La Cattedrale di Svetitskhoveli è talmente grande che sembra piovuta dal cielo e il centro storico dall’alto è davvero caratteristico (eccetto quell’orrore in pieno stile Saakashvili della stazione di polizia di Mtskheta, con finto prato sul tetto). Se non ci fosse una splendida chiesa del VI secolo, il Monastero di Jvari (il cui nome significa “la croce”) solo il panorama varrebbe la corsa in taxi. Unica pecca il rumore e l’horribile visu dell’autostrada che passa proprio sotto i piedi del colle su cui sorge la chiesa.

La chiesa di Jvari sorge sul punto in cui Santa Nino aveva fatto erigere un’enorme croce, di cui oggi rimane solo il basamento, al centro della chiesa che ha la forma di una croce greca. La chiesa è di nuda pietra, molto spoglia e ascetica, custodita dallo stesso monaco. Molto belli i bassorilievi all’esterno. Notate anche come l’arenaria sia più erosa sul lato nord e sul lato est, da cui arriva solitamente il vento.

Come raggiungere Jvari da Mtskheta

Mtskheta cosa vedere
Con uno dei miei gruppi di viaggio in Georgia

L’unica opzione percorribile è una breve corsa in taxi. Prendete il taxi nello slargo dove ferma la marshrutka in arrivo da Tbilisi e trattate sul prezzo.

L’opzione hardcore che abbiamo percorso la prima volta io e PrinceOfPersia è stato raggiungere il monastero di Jvari a piedi. Una bellissima camminata interrotta da un solo, piccolo inconveniente: l’autostrada. Che va attraversata in corsa, fermandosi in piedi sullo spartitraffico prima di proseguire per il senso opposto. Un vero peccato che non ci siano né soprapassaggi né sottopassaggi, da nessuna parte. Come mi ha detto la mia amica georgiana, “nessun georgiano penserebbe mai di farsela a piedi”, eppure basterebbe così poco, anche perché il sentiero c’è già. Passata la stazione di polizia si prosegue lungo l’Aragvi verso nord, si attraversa su un ponticello pedonale utilizzato dai pescatori e si prosegue affiancando l’autostrada verso sud. Se riuscirete ad attraversare (non ve lo consiglio!) poi basta tagliare i campi e risalire il versante della montagna da nord verso sud, dove è più dolce, con una mulattiera ben tracciata che conduce fino al monastero.

Mtskheta, cosa vedere: il Monastero di Samtavro

Mtskheta, cosa vedere: il monastero di Samtavro

Se non siete già in overdose da santità, monasteri e bellezza, fate un salto a questo monastero femminile. Più recente e più spoglio, ospita le tombe di re Mirian e della regina Nana. Nelle cappelle laterali ci sono begli affreschi contemporanei, quasi in stile art déco, con cui potrete esercitarvi nella lettura dei tre alfabeti georgiani (scherzo!). All’ingresso della chiesa, sulla sinistra, trovate anche l’icona più famosa del miracolo della colonna salvifica di Santa Nino.

Altre cose da vedere a Mtskheta

Il monastero di Jvari visto dal ponticello dei pescatori sull’Aragvi

Tra le cose da vedere a Mtskheta ci sono decine di altre chiese nei dintorni della città (come Shio-Mgvime), dei monasteri rupestri come quello di Zedazeni; una piccola diga e qualche sito archeologico completamente ignorato dal turismo di giornata. Per esempio c’è la necropoli di Samtavro, i cui strati più antichi risalgono alla prima età del Bronzo; il sito archeologico dei palazzi dei re georgiani di Armaztsikhe-Bargineti, raggiungibile a piedi; resti di fortezze (Armazi Fortress, Bebristsikhe), come un po’ dovunque in Georgia, e il villaggio di Dzalisi, con siti archeologici di 4 palazzi romani con terme e mosaici del IV secolo d.C.

Il paesino un tempo forse era suggestivo, ma le ristrutturazioni aggressive dell’era Saakashvili hanno snaturato un po’ il tutto, che ora sembra un po’ troppo “rifatto” e turistico. Di musei c’è il Mtskheta State Archaeological Museum-Reserve e quello dedicato ad Ilia Chavchavadze, che a noi può sembrare l’ennesimo scrittore georgiano, ma che per questo popolo ha un ruolo davvero molto speciale: “padre della nazione”, canonizzato santo (!) dalla chiesa ortodossa georgiana, fu assassinato non lontano da Mtskheta. Studioso e protettore della lingua georgiana, pensatore liberale, giornalista e promotore del movimento nazionalista georgiano di fine ‘800.

E questo era la mia lista di cosa vedere a Mtskheta. Un’ottima gita di mezza giornata a Tbilisi (vi lascio qui il link per l’escursione con Civitatis) , ma anche di un giorno intero se volete gironzolare un po’ di più per musei, monasteri e siti archeologici.

A presto,
Eleonora

Link consigliati in questo articolo:

Escursione a Mtskheta da Tbilisi con Civitatis

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