Nel dubbio viaggia? Anche no. Perché viaggiare di meno

Pubblicato il 11 Marzo 2016

Scritto da Eleonora

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Piccola lettera a chi, ogni tanto, è stanco di viaggiare, e vuole fermarsi. Soprattutto a me stessa.
E un grazie speciale ai consigli d’oro delle viaggiatrici di Viaggio da sola perché!

Nota1. I trasporti low cost sono una manna dal cielo e una vera rivoluzione. Nota2. Si parla di viaggi, non di vacanze.

Spesso mi ritrovo, sotto esame, sclerata o esaurita da mille altri problemi, impegni, scadenze a controllare compulsivamente i siti delle low-cost cercando di non farmi scappare nessuna offerta. Magari prendo anche i voli a un prezzo stracciato. Poi sento vari amici o leggo di altri blogger che li hanno comprati alla metà, o di chi va in destinazioni molto più esotiche e affascinanti delle mie. Mi assale un senso di fallimento ossessivo, come se avessi perso una gara. Una gara per cosa? A chi viaggia di più? A chi paga di meno i biglietti aerei? A chi visita più stati?

Due settimane fa ho perso il mio primo volo aereo. Ho sbagliato aeroporto. Non pensavo mi sarebbe mai successo, ma tutti falliscono… Avevo dormito tra le tre e le quattro ore nei giorni precedenti, dovevo preparare delle presentazioni da proiettare a centinaia di ragazzi nei licei milanesi, ero reduce da un esame spossante e da cinque mesi di Erasmus. Insomma, a stento sapevo come mi chiamavo.

Bergamo invece che Malpensa: il mio volo non c’è. Fulmine dal cielo. Troppo tardi, non si può arrivare a Malpensa in tempo nemmeno col teletrasporto… Si deve rimandare. Insomma, sono stata a casa a riposarmi e a meditare un po’ sui sentieri della vita invece che andarmene a spasso per la Romania senza cognizione di causa. E, ora ne sono più certa, meno male.

In realtà tutta questa smania collettiva ultraeuforica di viaggiare inizia a starmi un po’ stretta. Non fraintendetemi: viaggiare rimane ancora oggi la cosa che amo di più nella mia vita. Credo solo di aver capito che il valore vero non è viaggiare tanto, ma viaggiare più a fondo, più lentamente, rispondendo a una reale esigenza fisica e mentale.

A volte serve ammettere che si è stanchi, stufi, troppo pieni di cose, assuefatti. Ci si stupisce di meno, ci si esalta di meno: è normale. Serve curiosità vera, altrimenti sono tempo e soldi buttati. Mi capita spesso di vedere persone con una sfilza di paesi visitati da fare invidia agli inviati del National Geographic. Poi pian piano scopri che di molti paesi hanno visto o vissuto poco o niente, o che della lingua del posto visitato non si ricordano nemmeno più come si dice ‘buongiorno’ o ‘grazie’, e così via. Ma allora…?

“Nel dubbio viaggia”, titolava una foto con un incredibile paesaggio saturato pubblicata da qualche parte. Ma anche no.

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Se non sei convinto, lascia stare. Andare per andare non vuol dire proprio niente e non è scappando da una situazione che risolverai i tuoi problemi. E se anche perdi il volo a 1.99€ amen, ce ne saranno mille altri, davvero. Migliaia e migliaia di altri. Aspetta che ti salga nelle viscere un desiderio travolgente di scoprire, immergerti nella lingua, nei sapori, negli odori, nelle melodie e atmosfere di un Paese. Assapora piano, fai stratificare le impressioni e le emozioni con calma. Inizia a viaggiare prima col pensiero, arricchendoti e preparandoti con cura. 

E non è ripetendo il mantra del “sono un Viaggiatore, non un turista” che lo renderai il viaggio della tua vita. Si può essere un po’ viaggiatori e un po’ turisti, e nessuno ti verrà a infamare pubblicamente; basta essere sinceri con se stessi e rispondere alle esigenze del proprio corpo e della propria mente. Se non c’è la testa, non ha senso partire e lasciarsi tramortire dalle cose senza conservarne un’impressione profonda. Se non c’è il corpo, perché spossarsi senza avere le forze per apprezzare il mondo che ci circonda?

Fermati. Svuotati. Rallenta. Raduna le energie, pian piano, per partire un’altra volta.

Io i viaggi prima di tutto li “sento”. Seguo un filo infinito che si impiglia in storie, racconti, emozioni, conoscenze. Qualcuno mi mette una pulce nell’orecchio e tutto inizia a convergere verso una destinazione che si fa via via più nitida. E in cuor mio so che è il momento giusto per andare… Ne ho bisogno davvero, devo vedere com’è laggiù. In un certo senso mi sento incaricata di una piccola missione di osservatrice, testimone del nostro tempo, della storia. Devo andare, emozionarmi, tornare e raccontare. Ma questo processo non può essere indotto: è spontaneo. Viaggiare aiuta solo chi vuole guarire, non chi non vuole farlo: se il problema è nell’animo – stanco, esausto, pieno -, non è cambiando cielo che si risanerà (Seneca, Orazio).

Vi auguro viaggi al nocciolo delle cose, vostri fino in fondo.
Ele

Animus daebes mutare non caelum (Seneca, Epistole a Lucilio, XVIII)

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13 commenti

  • “Inizio a viaggiare prima con il pensiero”, come condivido questa frase!!! Si è veri viaggiatori se si viaggia prima di tutto per se e non per forza per raccontarlo agli altri

    • A

      Eh già 🙂 ecco perché ultimamente le fughe last minute a prezzi stracciati mi lasciano perplessa. Non fanno bene a noi, non fanno bene all’ambiente. Cioè, viaggiare non è una punizione, ma se non lo si desidera almeno un po’ è solo un passatempo come un altro, per giunta molto inquinante e non necessario. Credo tu mi abbia capita 🙂
      Grazie Benedetta!
      A presto
      Ele

  • Incredibilmente vero questo articolo! E non posso far altro che ringraziarti perché a volte anche io sono colpita da questa frenesia. Ho sbagliato viaggi ben due volte nel giro di tre mesi, due destinazioni che non avevano niente a che fare con i miei grandi sogni.. Solo per la smania di andare, vedere, non star ferma un mese o due in più.
    Però poi ho capito e adesso nelle tue parole mi ritrovo tanto, fra 4 giorni partiremo per Edimburgo ed è una meta che ho sognato per anni, ed eccola che si fa sempre più vicina e l’emozione è alle stelle, finalmente.
    Al diavolo i biglietti a 1,99€, bisogna saper scegliere per star bene con se stessi e con il luogo che si visita.
    Un bacione 🙂

    • A
      painderoute

      Ciao Lucrezia e Stefano, mi scogliete sempre con i vostri commenti dolcissimi 🙂 grazie di cuore.
      E’ un fatto molto difficile da accettare perché tutto e tutti ci spingono sempre a viaggiare “senza misura”. Ma chi sa viaggiare per davvero sa che solo i viaggi davvero desiderati sono quelli che lasciano un segno. E per cosa viaggiamo, se non per tornare diversi e “vissuti”? 😉
      Buona serata e un grande abbraccio,
      Ele

  • ottimo articolo, purtroppo sono una viaggiatrice di serie Z, ma concordo in pieno.
    Tra l’altro ottimi i soggetti delle foto! Sono dei modelli? Nel caso vorrei avere un loro recapito.
    Ti ringrazio in anticipo,

    Gaia, una simpaticona
    (ti voglio bene saccottini!)

    • A
      painderoute

      Certo, la ragazza si chiama Gaia e oltre ad essere molto carina è anche tremendamente dolce e intelligente.
      Ti lascio il suo numero per ogni evenienza: +39 3331112223

      Grazie Gaiots♥

  • TravelandMarvel

    Complimenti una bellissima riflessione! 🙂 “Io i viaggi prima di tutto li “sento”. Seguo un filo infinito che si impiglia in storie, racconti, emozioni, conoscenze.” Una delle frasi che mi ha colpito molto… e più lo rileggo più mi trovo d’accordo con te! 😉 Grazie! Martina

    • A
      painderoute

      Troppo gentile, Martina 🙂 grazie davvero e in bocca al lupo per tutto!
      Ele

  • Ele sta per Eleonora.
    Ecco.

    Come volevasi dimostrare…

    Complimenti comunque, Ele…

  • Viaggiare e scriverne.
    “Io sono stato lì”
    “Ma quanto è “in” quel luogo là”
    “Io ho visitato x paesi, y più di tutti gli altri…”
    Ho scritto per anni per un blog di viaggi, ho fotografato da professionista per un ventennio di tutto, ora ho un blog personale su cui scrivo quando voglio quello che mi frulla per la testa.
    Tutto questo “viaggiare” per scoprire chissà che e poi…
    …e poi non ci si accorge che le più strabilianti avventure ed emozioni si possono vivere a 3 chilometri da casa, o ancor meglio sarebbe bello tutto questo proliferare di voglia di divulgare la meraviglia partendo dal proprio paese, che al 99.99% NON CONOSCIAMO.
    Non ti conoscevo e sono sinceramente contento di averti incrociata oggi, Elena.
    Hai anche un nome che mi piace, perchè mi ricorda Amiche vere e persone meravigliose.
    A presto…

    • A
      painderoute

      Grazie, Ernesto! Mi hai rallegrato la serata, davvero. No problem per Elena, ormai è praticamente il mio secondo nome… 😉
      Tutto verissimo comunque. Quest’ansia da viaggiatori ossessionati mi fa impazzire. Eppure è così bello fare viaggi profondi, coi propri ritmi, anche girovagando per la propria città! A me per esempio essere stata via per cinque mesi da Milano ha aiutata a rivalutarla davvero davvero tanto. Adesso mi perdo tra vicoletti, porte medievali, canali che non conoscevo, prendo i tram tornando indietro di quasi cent’anni… Che meraviglia! 🙂
      Buona serata Ernesto, grazie ancora!

  • Wow! Quanto c’è di vero in questo tuo post che condivido in pieno!
    Non mi sento per nulla travel blogger, visto che ho viaggiato poco e per lavoro faccio viaggiare gli altri, ma in realtà la mia ricerca, a volte spasmodica, di voli a buon prezzo è sempre mirata verso destinazioni che voglio realmente conoscere o rivedere.
    Si il mondo è grande, e fa niente se mi perdo un volo a 10 euro per Manchester, io li non ho nessuno interesse. Ecco x me il viaggio nasce da un sogno, da un desiderio profondo, e non sono quel tipo di persona che schiaccia clic sul tasto del pc quando trova una ghiotta offerta per chissà dove.
    Forse è stato un segno del destino aver perso il tuo volo, con le pile cariche e una nuova energia secondo me si viaggia meglio 😉
    Buoni viaggi
    Monica

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