
Pubblico oggi il poeticissimo viaggio neerlandese di Martina Adinolfi – sognatrice, donna tostissima, letterata e brava speaker radiofonica per Easy Rider – Radio Statale, a cui una volta avevo anche raccontato un po’ di avventure e suggestioni dalla Turchia. Se vi interessa c’è qui il podcast, condotto da Maria Sara Ruggiero e ovviamente Martina.
Couchsurfing sfrenato, la poesia delle isole Frisoni, i disegni di Van Gogh, il brio di Jordaan, la tipicissima pioggia perpetuamente autunnale e molte altre tappe per città e paesini in Olanda occidentale: ecco l’itinerario in Olanda di 2 settimane di Martina.
Buona lettura, painderoutiani!
Itinerario in Olanda di 2 settimane
Giorni di viaggio: 16
Km percorsi: 500
Mezzi di percorrenza: treno, pullman, bici
“Chi guarda per la prima volta una grande carta dell’Olanda, si meraviglia che un paese così fatto possa esistere” scrive De Amicis.
Noi ne abbiamo seguito le linee per 16 giorni e abbiamo scoperto che l’Olanda così com’è esiste. Ed è incredibilmente bella.
Prima di partire avevamo una vaga idea di come si sarebbe snodato il nostro viaggio: abbiamo acquistato un biglietto interrail per viaggiare 6 giorni in un mese all’interno del Benelux, ben consapevoli che il tempo a disposizione non ci sarebbe bastato per visitare il Lussemburgo. Presi i voli (andata Orio-Bruxelles, ritorno Eindhoven-Orio) approfittando di offerte Ryanair, riempito lo zaino confidando in un clima mite (poveri illusi), il 20 luglio siamo partiti. Incantati dall’atmosfera fiabesca e inebriati dall’ottima birra, il 24 luglio abbiamo lasciato il Belgio e siamo entrati in Olanda, dove comincia l’avventura che sto per raccontare.
Olanda, prima tappa: Kinderdijk

Prima tappa olandese: Kinderdijk. Situata a 15 km da Rotterdam (facilmente raggiungibile con l’autobus 90 dalla stazione di Rotterdam Lombardijen), Kinderdijk significa “Diga dei bambini”. Secondo la leggenda, durante la rovinosa alluvione del 1420, una culla che ospitava un bambino e un gatto andò a depositarsi sulla diga, da cui il nome. Abbiamo noleggiato le biciclette e, da veri olandesi, abbiamo pedalato lungo i canali che costeggiano i 19 mulini, patrimonio dell’UNESCO dal 1997 e oggi funzionanti e visitabili. Ninfee, verdi prati e ponti alla Hansel e Gretel ci hanno stregato al primo sguardo.
Olanda, seconda tappa: Rotterdam
La sera siamo arrivati a Rotterdam, dove ci aspettava la nostra prima vera Couchsurfing experience: le 350 positive references del simpatico Hans non potevano che rassicurarci, quindi eccoci nella sua piccola fatiscente e affollatissima casa. La sera, insieme a una ventina di ragazzi provenienti da tutto il mondo (altrettanto sconvolti dalla generosità di Hans) che sbucavano inaspettatamente da ogni angolo della casa, abbiamo brindato alla più incredibile esperienza di CS mai vissuta. Purtroppo, Rotterdam non abbiamo potuto visitarla per davvero a causa di un temporale senza precedenti. Sarebbe stato materiale di conversazione per il resto del viaggio, data la forza e la durata di quella che per noi è stata quasi una catastrofe naturale.
Ne abbiamo approfittato per esplorare il Museum Boijmans Van Beuningen (ingresso: 10 euro), dimora di un’ampia collezione dei maestri di arte moderna europea: da Magritte a Van Gogh, passando per Rodin, Rembrandt e Degas.
Vista dall’Erasmus Bridge, dove ho temuto che il vento mi portasse via

Terza tappa: Haarlem
Il giorno della partenza, tuttavia, sotto un cielo blu ci siamo addentrati tra le vie di una città verde e giovane, pulita e sicura.
Ormai il treno era la nostra seconda casa, e quello del 26 luglio ci stava conducendo a Haarlem. Piccolo centro del Nord Holland, Haarlem porta su di sé le cicatrici di un passato difficile: assedi, incendi e lotte intestine hanno a più riprese devastato la città, che tuttavia nella seconda metà del ‘600 si afferma come primo centro culturale e di produzione di seta, lino, tulipani e birra. Al centro della bellissima Grote Markt, la piazza del mercato in cui abbiamo assaporato il nostro abituale pane e salame con un’altrettanto consueta brezza artica, si trova statua di Laurens Janszoon Coster, dai suoi concittadini considerato erroneamente l’ inventore della stampa.

Quarta tappa: Amsterdam
Poche ore dopo, dalla tranquillità di Haarlem veniamo catapultati nel caos della capitale olandese: Amsterdam. Stregati dal museo di Van Gogh (nonostante il prezzo d’ingresso folle: 17 euro!) e dai canali, preferiamo passeggiare nel bellissimo Jordaan piuttosto che unirci alla massa di turisti italiani che affolla il centro di questa fredda e affascinante metropoli.

Due parole sul Jordaan, sito nella parte nord del centro di Amsterdam, accanto alla casa di Anna Frank. Durante il secolo d’oro vi si stabilirono lavoratori olandesi e stranieri finché, sovrappopolata e dalle condizioni igieniche precarie, l’area fu progressivamente abbandonata. Nei 70’s, fu poi riscoperta dalla nuova generazione di artisti che, grazie agli affitti ancora bassi, qui trovarono terra fertile per aprire studi e gallerie. Il Jordaan che abbiamo attraversato noi è un aggroviglio di viuzze acciottolate che danno colore e brio al grigiume del centro con i suoi coffe shops. Mi ha ricordato molto il bellissimo Marais di Parigi.
Lasciata Amsterdam, rieccoci in treno, direzione Den Helder. Passiamo solo un paio d’ore in questo minuscola località, nata come base difensiva e sede del Museo della Marina Olandese e, dopo mille peripezie (da una tempesta che ha messo a rischio la vita nostra e dei nostri zaini a un dialogo non-sense con un cassiere del supermercato, nostro caldo riparo) arriviamo al porto e saltiamo sul traghetto (2.50 euro) per Texel.

Quinta tappa: Texel, isole Frisoni occidentali
A nord della terraferma olandese, lungo i confine tra il Waddenzee e il Mare del Nord ci sono cinque isole olandesi, conosciute come le Isole Frisoni Occidentali. Partendo da quella più vicina al continente, le isole sono Texel, Vlieland, Terschelling, Ameland e Schiermonnikoog e sono parte del patrimonio dell’UNESCO dal 2009.
Per esigenze di tempo abbiamo scelto di visitare che, con la sua superficie di 400 km₂ è meta turistica per famiglie e coppie olandesi.
Arriviamo un pomeriggio sotto la pioggia, ci risvegliamo col sole. Daan, falegname amante del riciclo e dell’isola in cui vive da qualche anno, ci offre il suo divano e un’ abbondante colazione. Noleggiamo le bici e partiamo alla scoperta della magica Texel. Da Den Burg, capoluogo e centro più popoloso, attraversiamo distese di campi fino a De Koog, nato come villaggio di pescatori e ora considerato l’unica vera e propria stazione balneare dell’isola, con negozietti e ristoranti.

Torniamo in sella alle nostre bici e, dopo aver visitato un altro piccolo centro, Den Hoorn, pedaliamo nel silenzio fino a Oudeschild, dove vediamo finalmente il mare. Dovremo aspettare la sera per ammirare il famoso faro di Texel: Daan ci dà un passaggio in auto fino a De Cocksdorp, nella penisola di Eierland, estremità nord-est dell’isola e sorseggiamo un bicchiere di vino nella sua graziosa Beach House, una delle tante sulla spiaggia, in compagnia di altre due couchsurfers. La luce del faro nel buio pesto, lo scrosciare delle onde e l’ululare del vento gelido, l’affondare delle scarpe nella sabbia bianca e lieve..è una poesia.

Olanda, sesta tappa: Utrecht
Il giorno dopo lasciamo un pezzo di cuore sull’isola e torniamo sulla terraferma, direzione Utrecht! Visitiamo il centro di questo importante polo turistico, città universitaria e sede della torre campanaria più alta del paese (112 m).
Settima tappa: Arnhem e l’Hoge Veluwe National park

Verso sera arriviamo a Arnhem, capoluogo della provincia della Gheldria. Inge e Joost ci aprono la porta di casa loro e ci prestano le biciclette con cui l’indomani visitiamo l’Hoge Veluwe National Park.
Lungo il tragitto scopriamo che la topografia di Arnhem è ben lontana dalle consueta pianura olandese: dopo un’ora di su e giù, usciti da un’interminabile boscaglia con il fango fino alle caviglie, arriviamo all’incantevole Hoge Veluwe National Park.
Paghiamo l’ingresso (13 euro comprensivi di ingresso e museo) e imbocchiamo i sentieri ciclabili: ci lasciamo alle spalle dune sabbiose, prati in fiore e fitti sempreverdi, in un paesaggio variegato e mutevole fino al Kroller Muller Museum. Il Museo, nato nel 1909 in seguito a una donazione di Anton Kroller e Helene Kroller-Muller, ospita la seconda maggiore collezione di Van Gogh al mondo, con circa 90 quadri e 180 disegni.

La sera stessa, con la pancia piena dopo un barbecue con i nostri host friends e quei dolci tratti vanghoghiani in testa, ci addormentiamo.
A pochi giorni dal ritorno, sentiamo già la nostalgia per la vita randagia e la bellezza dei luoghi e degli amici che stiamo incontrando; per fortuna Inge e Joost ci consigliano di fare una piccola deviazione sulla tabella di marcia, così ci fermiamo a ‘s-Hertogenbosch, per gli amici Den Bosch.
Ottava tappa: Eindhoven
La sera, tuttavia, siamo già a Eindhoven, nostra ultima tappa.
Ci concediamo un giorno per visitare la città che, in seguito all’inarrestabile sviluppo industriale dei primi del ‘900, è oggi centro tecnologico dei Paesi Bassi, sede della Eindhoven University of technology e della Design Academy. Davanti alla Witte Dame, si trova l’edificio che ospitava la vecchia fabbrica delle lampadine Philips che è adesso sede del museo della storia Philips. Simbolo della città è, inoltre, la struttura chiamata Evoluon, imponente edificio dalla forma avveniristica di navicella spaziale che è sede permanente di esposizioni sulla tecnica e lo sviluppo.
Il nostro viaggio si è concluso sotto la tipica pioggia olandese; ci mancherà anche quella, in fondo. Zaino in spalla e torniamo a casa.
Tot weerziens Olanda!
Qualche consiglio per chi è già pronto per partire
Piccoli accorgimenti economici: l’uso intelligente del biglietto interrail ci ha salvato da folli spese di trasporto. In Olanda una tratta di 30 km, su treni profumati e puntualissimi, si intenda, costa 12 euro!
Il supermercato, in particolare la catena Jumbo (la più economica) era un luogo meraviglioso, soprattutto a Amsterdam, dove persino i negozietti apparentemente alla mano avevano prezzi inavvicinabili.
Couchsurfing nuovo stile di vita e un ostello prenotato prima di partire.
Le condizioni climatiche del nostro fine luglio-inizio agosto olandese sono state decisamente disastrose. Che si sia la prassi o meno, è bene essere pronti: cappello di lana per chi come me soffre di sinusite, maglioncione della nonna e irrinunciabile key-way.
Se avessimo avuto più tempo… dicono che l’Olanda orientale sia incantevole. Arnhem ne è stata solo un assaggio ma, con più tempo a disposizione avremmo allungato il nostro viaggio: da Texel avremmo preso un traghetto fino a Terschelling, nota per le sue bellezze naturali e per il suo turismo giovanile. Visitata l’isola, saremmo tornati sulla terraferma attraccando al porto di Harlingen. Da lì ci saremmo spostati in treno per visitare Zwolle, Deventer e Giethoorn, una piccola Venezia olandese.
Poco male: sarà per la prossima!
Martina Adinolfi
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