Parco delle Foreste Casentinesi: trekking al lago di Ridracoli

Pubblicato il 22 Maggio 2020
lago di ridracoli trekking foreste casentinesi

Scritto da Eleonora

Quando ho iniziato a studiare un percorso di trekking nel Parco delle Foreste Casentinesi, non sapevo nemmeno che in quella zona ci fosse un Parco Nazionale, né che cosa fossero le Foreste Casentinesi. Ma soprattutto che fosse così famoso, bello e incontaminato, ben raggiungibile sia dalla zona di Firenze, sia dall’Emilia e dalla Romagna. Il luogo più noto della zona è senza dubbio la diga di Ridracoli, da cui parte tra l’altro l’acquedotto che disseta la Romagna (!). Vi lascio il percorso che abbiamo elaborato noi sulla base delle nostre esigenze: un trekking al lago di Ridracoli, praticamente un giro ad anello.

È tanto che non scrivo di trekking e cammini in Italia e l’estate si prospetta tutta da passare sul nostro territorio. Se cercate un luogo non solo tra i più antichi e selvaggi d’Italia, ma addrittura d’Europa, le Foreste Casentinesi fanno per voi. Non possiamo andare in Siberia, ma possiamo trovare sentieri e percorsi meno noti e più defilati non lontano da casa.

Ben raggiungibile da: Firenze, Imola, Faenza, Forlì, Cesena e Rimini.

Un’alternativa alla ben più famosa e frequentata Via degli Dei, da Bologna a Firenze (che abbiamo percorso anche noi nel 2016).

Perché il Lago di Ridracoli è così speciale

trekking al lago di ridracoli
Vista sul Lago di Ridracoli dal Rifugio Ca’ di Sopra

Non solo è un lago artificiale dai colori quasi irreali, creato da una diga spaventosa, ma si affaccia sulla Riserva Integrale di Sasso Fratino. Sconosciuta ai più, è stata la prima riserva integrale (che significa che nessuno, mai, salvo ricercatori e addetti ai lavori, ci può entrare) ad essere istituita in Italia. Quella che dalla diga di Ridracoli si vede non è una semplice foresta, ma un territorio con faggi antichi fino a 5 secoli protetta ulteriormente dall’UNESCO nel 2017, tra le foreste antiche e primordiali di faggi nei Carpazi e in altre regioni europee.

La riserva ovviamente non si può attraversare: costituisce un illecito penale. Ci sono però molti sentieri che ne lambiscono i confini, e nessuno ci impedisce di ammirare da lontano il silenzio di una foresta così antica e intatta.

Tutta la zona è particolarmente ben attrezzata e segnalata, sia in termini di rifugi che di aree picnic, transenne, indicazioni e strade verso la Toscana e la Romagna. Certi tratti sono anche adatti da percorrere con i bambini, per esempio da Ridracoli diga a La Lama e ritorno.

Per giunta, il nostro anello include un tratto di sentiero 00 (o E1), il sentiero europeo che taglia l’Italia e l’Europa da Nord a Sud, in questo caso seguendo lo spartiacque appenninico lungo i crinali tra Toscana e Romagna. Mica male!

Trekking al lago di Ridracoli: il nostro percorso

trekking al lago di ridracoli
La diga di Ridracoli. Trekking nelle foreste casentinesi

Per prima cosa, consultate la mappa ultra-dettagliata del sito del Parco delle Foreste Casentinesi, su cui si può anche disegnare il proprio percorso e scaricarlo in .gpx. Raramente ho visto un sito di parco nazionale così completo e ben fatto.

Qui il link alla mia mappa del parco

Dallo stesso link invece potete scaricare le mie coordinate GPX o KML del trekking al lago di Ridracoli da aprire in Google Maps.

Noi abbiamo percorso un anello massacrante di 40.7km e 2231m di dislivello totale in salita in due giorni, ma ne siamo usciti devastati. Una persona con un po’ più di buon senso lo fa in tre giorni o anche in quattro.

Giorno 1: da Campigna al Rifugio Ca’ di Sopra

Verso San Paolo in Alpe

Lasciamo la macchina a Campigna di fianco alla chiesetta e scendiamo per il sentiero che conduce a San Paolo in Alpe, dove ci sono alcuni resti della seconda guerra mondiale. I sentieri seguiti sono il 243, 249 e infine 255 fino al pianoro. San Paolo in Alpe è un posto bellissimo dove c’è anche un rifugio, in caso voleste spezzare il percorso su 4 giorni; altrimenti, è il punto perfetto dove fermarsi a mangiare un panino.

Da San Paolo in Alpe si scende fino alla Diga di Ridracoli lungo il “Crinale della Vacca”. Sarete quasi arrivati quando inizierete a vedere le insegne dell’acquedotto della Romagna e dei piccoli tratti di stradina asfaltata.

La Diga di Ridracoli è strepitosa e il lago altrettanto, ma è piuttosto affollata d’estate. Il lago non è assolutamente balneabile, ma ci si può fare un giro in barca o in canoa. Superate la galleria e seguite il sentiero lungo il lago (l’unico percorribile, il 239) fino al Rifugio Ca’ di Sopra, gestito da due proprietari adorabili, dove si può dormire e mangiare a prezzi onesti. La cucina è indimenticabile, la vista sul lago e sulla Riserva di Sasso Fratino è uno dei panorami più emozionanti mai visti in Italia. Quando fa buio, da lì fa buio veramente. Non c’è un singolo villaggio o palo della luce o strada nei paraggi, solo un cielo stellato mozzafiato. E i caproli che si avvicinano nella penombra a salutarvi, ma non ditelo a nessuno!

Prenotate al rifugio con un po’ di anticipo, perché è piccolo e rischiate che sia pieno; di solito è aperto con la bella stagione e nei weekend. A noi hanno fatto dormire in tenda nei terreni vicino al rifugio perché era pieno.

Giorno 2: dal Rifugio Ca’ di Sopra a Camaldoli

A destra, la riserva di Sasso Fratino

Il secondo giorno è intensissimo, specialmente per il dislivello in salita esagerato, per cui vi consigliamo di spezzarlo in due. Potreste deviare dal percorso leggermente e trovare un alloggio a Camaldoli, dove c’è uno splendido eremo, oppure piantare una tenda con discrezione lungo il percorso.

Dal Rifugio Ca’ di Sopra il sentiero 237 che costeggia il lago è ancora scandalosamente chiuso per un crollo ridicolo di alcuni sostegni. Molti lo percorrono comunque perché è il tratto forse più bello dell’intero percorso – tra i lecci a picco sulle scogliere e con lo sfondo azzurro opaco del lago -, ma i cartelli ammoniscono bene di una multa di 500€ a persona. Il percorso alternativo (che trovate nel file GPX) è un po’ più lungo e non panoramico (sentieri 239 e poi 235).

Ci si ricongiunge in ogni caso al Fosso delle Moline, di solito molto fangoso e senza un ponte per attraversarlo. Da lì si risale attraverso foreste immense e spettacolari fino all’area attrezzata de La Lama, anch’essa molto popolare tra i romagnoli. Ottimo punto per fermarsi a mangiare i panini, ma occhio alle zanzare.

Da La Lama in poi si sale senza pietà, con pendenza estrema, ma costeggiando le foreste più emozionanti di tutto il percorso: quelle della riserva integrale di Sasso Fratino. Seguite il 229 fino a Gioghetto (1239), che è sul confine tra la provincia di Forlì-Cesena e quella di Arezzo, in Toscana. Da lì, se vi volete bene, deviate per Camaldoli e fermatevi a dormire lì, facendo un giro all’Eremo.

Se invece siete stacanovisti come noi, proseguite senza dormire lungo il leggendario sentiero 00 europeo, che taglia l’Italia da Nord a Sud, con direzione Passo della Calla. Il sentiero è su un crinale coperto da faggi immensi. È spettacolare e abbastanza in piano, con leggere salite, ma la strada per il passo è ancora lunga. Ogni tanto si apre la vista sul lago di Ridracoli e su tutta la Romagna: se c’è buona visibilità, da lassù potete vedere persino il mar Adriatico.

Una volta arrivati al Passo de La Calla, se avete ancora i piedi, scendete per un’altra mezz’oretta fino a Campigna, a recuperare la macchina e concludete il percorso.

Consigli su come suddividere l’anello

In tenda nelle Foreste Casentinesi

Per il trekking al lago di Ridracoli, in quattro giorni, farei: Passo de La Calla – San Paolo in Alpe – Rifugio Ca’ di Sopra – Camaldoli – La Calla

In tre giorni, farei: Campigna – Rifugio Ca’ di Sopra – Camaldoli – Campigna

In due giorni dovete essere davvero molto allenati e viaggiare leggerissimi o è una tortura.

Attrezzatura necessaria: consigli

Panorama fino all’Adriatico dal sentiero E1 sopra Camaldoli

Chiaro che tutto si può fare anche in ciabatte, ma con gli scarponi è meglio. Il sentiero è in gran parte all’ombra, per cui non preoccupatevi troppo del caldo (ma un cappello è sempre una buona idea), anche quelli autunnali vanno bene. Se avete una tenda leggera, sono i posti giusti dove campeggiare.

Anche se farete solo una piccola parte di questo trekking nelle Foreste Casentinesi, ci tengo comunque a consigliarvi due oggetti importanti da avere sempre con sé in montagna.

  • Una camel bag, cioè la sacca d’acqua con cannuccia chiudibile che vi permette di bere con costanza durante lo sforzo, rimanere sempre idratati e ridurre la formazione di acido lattico. Per me è stata una rivoluzione. Consiglio questa, 2lt per le donne, 3lt per gli uomini.
  • Delle racchette da trekking (da Decathlon o su Amazon). So che c’è molta reticenza, ma i vantaggi del camminare con le racchette sono infiniti. Oltre a far sentire meno la fatica, vi aiutano ad attutire i colpi sulle ginocchia in discesa e a proseguire più velocemente in salita, oltre che a muovere in maniera più armonica tutto il corpo. Queste qui vanno bene.
  • Infine gli scarponi: io uso quelli invernali tutto l’anno. Prima avevo i Tecnica di Decathlon, ora sono passata ai Lowa e lo scarto è notevole, il modello che ho ora è eccezionale. Sono traspiranti nonostante siano di cuoio. Approvatissimi.

Lungo l’anello trekking al lago di Ridracoli ci sono molti punti d’acqua o di ristoro, per cui organizzatevi bene e portate tutto il necessario. Prima di Le Lame c’è una fonte solforosa, raggiungibile con una deviazione di 10′.

Fatemi sapere se riuscirete a fare questo trekking così bello e incontaminato.

A presto,
Ele

Prodotti consigliati in questo articolo

Scarponi: su Amazon o Decathlon
Cappello: da Decathlon
Tenda leggera: da Decathlon
Camel Bag: da Decathlon, 3lt e 2lt
Racchette da Trekking: da Decathlon o su Amazon

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3 commenti

  • ciao Eleonora,
    scusa ma non riesco a scaricare mappa con tuo percorso nel sito e non riesco a nemmeno a ricostruirla.
    sarei molto interessata specialmente alla prima parte del percorso Campigna – san Paolo – Ca di Sotto.
    riesci ad aiutarmi e a darmi qualche info in più?
    Grazie

  • Ciao, scusa ma il file gpx dell’anello c’è da scaricare? o non trovo io il link…
    strano ma bel posto comunque!

    • A

      Ciao Matteo! Dovresti poterlo fare dalla mappa stessa del parco (l’ho personalizzata col mio percorso) , sennò vedo di metterlo scaricabile direttamente dal Blog!

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