Viaggio in Slovacchia: itinerario di 6 giorni da Bratislava a Košice in treno

Pubblicato il 16 Luglio 2018

Scritto da Eleonora

Mi sento tornata ai tempi d’oro dell’Interrail, quando la polizia mi svegliava nel cuore della notte nella stazioncina dell’ultima città tedesca sul confine danese, per chiedermi se andasse tutto bene. Aspettavo solo il primo regionale per qualche impronunciabile borgo dello Jutland, alle 5.17 di mattina. Non ho più 18 anni (soprattutto al fegato, ma questa è una storia per un altro post tragicomico) e non stavo circumnavigando il Baltico – ero solo al mio primo viaggio in Slovacchia in treno, bella occasione inventata all’ultimo per passare un po’ di tempo con Mima, mia compagna di dormitorio dell’Erasmus a Mosca, e fare una scampagnata insolita ed economica.

Ammetto che, ahimè, persino Pain de Route non aveva grandi aspettative su Bratislava e sulla Slovacchia in generale. Quei “il paese meno visitato dell’Unione Europea”, “Bratislava è una città inutile”, “a Bratislava non c’è niente da vedere” pronunciati dai vari Robinson Crusoe novelli che hanno attraversato la mia vita continuavano un po’ a martellarmi in testa. Sapevo già di sbagliarmi, ma i pregiudizi sono sempre duri a morire. Ho seguito l’instinto, vu vu vu raianer punto com, un clic e ho prenotato per due.

– Mima, arriviamo a Bratislava il 6 luglio!

Mi sono affidata alla mia amica Mima, economista poliglotta nata a Prešov da una famiglia di lontana origine ungherese, e abbiamo disegnato insieme un itinerario di viaggio un po’ culturale e un po’ naturalistico, privilegiando l’Est del paese, che lei e Jozef (il suo ragazzo) conoscono meglio.

Mima e Jozef vivono in un minuscolo monolocale nell’hinterland di Bratislava, un agglomerato di casermoni ben ristrutturati e dipinti a colori pastello circondati da boschi e colline, proprio sul confine con l’Austria. Paesini tranquilli e ben tenuti che ricordano la pulizia e l’efficienza germanica più che l’ammasso di stereotipi ai fumi d’alcol dei paesi dell’Est. Perché Est poi è sempre relativo. Per noi non ci piove che la Slovacchia sia un paese dell’Est. Est di chi o di cosa nessuno lo sa bene, ma basta lo spettro della cortina di ferro (che passava proprio dove abita Mima, lungo la Morava) per bollare tutto così, no?

Bratislava invece è a un’ora da Vienna. Gli slovacchi si sentono tremendamente occidentali, specialmente da quando sono entrati nell’Unione Europea (dal 2004). La Repubblica Ceca, la Polonia e l’Ungheria sono di casa, mentre l’Ucraina a loro sembra tremendamente esteuropea, lontana anni luce. Mi è scappato un sorriso quando l’hanno detto. Però è vero che i rapporti privilegiati col mondo tedescofono ed ex asburgico, la religione cattolica e gli interventi di riqualificazione promossi dall’UE hanno dato comunque un aspetto più familiare e meno esotico alle città e ai paesaggi.

Ma voi volevate sapere del mio viaggio in Slovacchia. Dividerò il post in tre parti: una organizzativa, una con l’itinerario e una più descrittiva sui posti che ho visitato. Non resta che partire. Dai!

Viaggio in Slovacchia: info pratiche

Viaggiare in Slovacchia è semplice come bere un bicchier d’acqua. Il lusso di trovarsi in Unione Europea, tra assicurazione sanitaria coperta e internet in roaming, unito al leggero brivido di stare viaggiando in uno dei paesi più ingiustamente ignorati del nostro continente. La vita costa abbastanza poco per noi (anche se Bratislava si è molto rincarata), ma occhio alle cantonate per turisti. Gli alloggi si prenotano comodamente online, le persone parlano inglese ma si scioglieranno se direte un dobrý deň, le infrastrutture sono buone e i treni frequenti e dalla pulizia e puntualità disarmanti – o forse siamo solo noi italiani ad avere un sistema ferroviario catastrofico.

Abbiamo girato tutta la Slovacchia in treno, facendo alcune piccole tratte in autobus dove non arrivavano i treni (intorno al castello di Spiš).

Per consultare gli orari dei treni potete cercare sul sito delle ferrovie slovacche o, se state facendo un Interrail su più nazioni, guardare la timetable generale dei treni di tutta Europa dal roboante sito delle ferrovie tedesche (quanto lo amo). Per i trenini di montagna degli Alti Carpazi consultate invece questa mappa.

Noi abbiamo beccato un’offerta strepitosa valida solo per i mesi estivi (1 giugno – 31 agosto): un abbonamento settimanale a tutti i treni in Slovacchia, inclusi i trenini di montagna degli Alti Tatry, al prezzo popolare di 29€. Si fa comodamente online dal sito delle ZSSK. Consigliatissimo, comodo e vantaggioso e si risparmia anche solo facendo Bratislava – Poprad (Alti Tatry) e ritorno.

Itinerario in Slovacchia di 6 giorni

Per questioni pratiche l’itinerario del nostro viaggio in Slovacchia si è concentrato solo sull’Est del paese, tralasciando le regioni vinicole intorno a Bratislava e i Bassi Carpazi occidentali. Abbiamo fatto andata e ritorno sempre sull’aeroporto di Bratislava.

1. Milano – Bratislava, giro a Bratislava il pomeriggio, notte a Bratislava
2. Bratislava – Alti Tatry, sveglia all’alba e 4h di treno fino a Poprad, da lì trenini di montagna e trekking fino ai laghi, notte a Veľký Slavkov (sopra Poprad).
3. Trekking negli Alti Tatry, poi pomeriggio a Levoča, poi in bus fino a Spišské Podhradie, passeggiata intorno al castello di Spiš e notte a Spišské Podhradie.
4. Bus e treni fino a Hrabušice, porta del Paradiso Slovacco (Slovenský Raj) e percorso nella gola Sucha Bela, pomeriggio e serata alcolica col nonno di Jozef a Prešov (non so come, ma siamo vivi).
5. Prešov – Košice, visita di Košice in mattinata, poi treno di ritorno a Bratislava (6h), notte a Bratislava.
6. Bratislava – Milano.

Cosa vedere in Slovacchia: città e natura

Nonostante sia piccola, la Slovacchia offre molto da vedere e con 6 giorni di tempo abbiamo dovuto concentrarci solo sull’Est del Paese, che è la parte più interessante almeno dal punto di vista naturalistico. Le città e i paesini hanno tutte centri storici molto graziosi in stile mitteleuropeo, ma spesso si girano bene già in mezza giornata. Su tutte quelle visitate, la più bella e ricca mi è sembrata Košice, seconda città del paese e capitale della cultura europea nel 2013: davvero una sorpresa inaspettata che merita tutto il lungo viaggio da Bratislava. La natura invece è poderosa in Slovacchia, paese in cui è legale il campeggio libero fuori dai parchi nazionali; i paesaggi sono a tratti gentili e agricoli, a tratti aspri e selvaggi, puntellati da piccoli paesini colorati dominati da campanili bianchi.

Cosa vedere in Slovacchia: Bratislava

Bratislava è una città piacevole che ha senso visitare come tappa di un itinerario alla scoperta di questa giovane repubblica, ma che forse non consiglierei per un weekend fuori porta e basta. Ci sono tante cose carine da fare e da vedere ma nel complesso non mi è sembrata particolarmente originale, anche se ha una storia di tutto rispetto e continua a migliorarsi alla velocità della luce. Sebbene non sia così tremenda come avevo sentito, non regge il confronto con città vicine come Praga, Budapest, Vienna, Cracovia o Leopoli. Il centro storico è piccino, abbellito da statue curiose e da bei palazzi dalla storia più lunga e importante di quello che appare. Il castello di Bratislava, attrazione più famosa e simbolo della città, è in realtà una ricostruzione che però fa la sua figura. Bel panorama sul Danubio e sull’Austria, da cui svettano eserciti di pale eoliche. Meritano: Slavin, il monumento ai caduti sovietici, dietro la collina del castello, se amate l’architettura stalinista e volete godere della vista sui vigneti che circondano la capitale; i giardini del palazzo del presidente, curatissimi e pieni di fiori, dove crescono alberi dedicati ai presidenti delle repubbliche di tanti altri paesi del mondo.

Alti Carpazi

Gli Alti Carpazi (in inglese High Tatras, in slovacco Vysoké Tatry) hanno una bellezza drammatica e sono gettonatissimi d’estate e d’inverno. I paesaggi sono così selvaggi che l’orso bruno ci vive serenamente (e capita spesso che vada a rovistare nei cassonetti dei centri abitati!), ma il turismo locale è ben sviluppato anche se non fastidioso. I turisti sono tutti sportivissimi, ben attrezzati e dalla camminata spedita. I paesaggi ricordano a tratti le Dolomiti, a tratti le Alpi Apuane, sono boscosi in bassa quota e rocciosi sulle cime, ricchissimi d’acqua. Noi da Poprad siamo arrivati con il trenino di montagna allo Štrbské pleso (pleso significa lago di montagna), da lì abbiamo fatto una camminata semplice di circa 1.15h fino al Popradské Pleso (molto più bello e selvaggio del primo), per poi spingerci fino ai quasi 2000m del Veľké Hincovo pleso, al confine con i Tatry polacchi (camminata di circa 3h molto ripida nella parte finale, nel complesso abbastanza impegnativa). Abbiamo dormito in un homestay cigano a Veľký Slavkov, sopra Poprad.

Levoča

Piccolo paesino dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO, ben conservato e dagli edifici curiosi, servito dal treno. È famoso per ospitare l’altare scolpito nel legno più alto d’Europa nella grande cattedrale gotica. Protetto da mura, è un paesino grazioso ma non c’è molto altro da fare, merita una sosta veloce.

Viaggio in Slovacchia: Spišsky Hrad, il castello di Spiš

Nessuna foto rende la bellezza, la maestosità ma soprattutto le dimensioni di questo castello diroccato del XII secolo e dichiarato patrimonio UNESCO. Se all’interno non c’è molto, il panorama dal Castello sulla campagna circostante è impareggiabile. Merita assolutamente una tappa se siete di passaggio nell’est slovacco: non riuscirete a togliergli gli occhi di dosso. Il paesino intorno (Spišské Podhradie) è piccolo e carino, non troppo turistico, abitato da una simpatica minoranza rom. Tappa imprescindibile in qualsiasi viaggio in Slovacchia.

Slovenský Raj, il Paradiso Slovacco

Parte dei Bassi Carpazi, questo parco nazionale offre sentieri naturalistici incredibili, tra cui uno che risale il letto di un torrente attraverso il suo canyon, fino ad arrivare a quota 900m circa. Sucha Bela (sucha significa ‘secca’) è un percorso attrezzato con scalette di legno o di acciaio e piattaforme di ferro, ma non è esattamente una via ferrata. È abbastanza sicuro perché si possa fare senza essere assicurati alla montagna. Dagli slovacchi è considerato un percorso semplice adatto ad anziani e bambini: abbiamo visto bambini di 4 anni arrampicarsi sugli strapiombi e anziani saltellare da una pietra all’altra guadando il torrente. È evidente che hanno standard ben diversi da quelli italiani e, pur essendo un percorso che non presenta grosse difficoltà, sono comunque 2.30h di arrampicata semi-libera dentro delle gole non adatto a chi soffre di vertigini e in cui è realmente possibile farsi molto male.

L’ingresso costa 1.50€ ed è possibile acquistare un’assicurazione extra di 0.50€ per avere il rimborso spese del soccorso montagna in caso vi facciate male. Non è un percorso troppo difficile o pericoloso, ma per quello che costa vale la pena farla.

Per me bellissimo, l’esperienza più originale e entusiasmante che ho fatto in Slovacchia.

Slovacchia orientale: Prešov e Košice

Terza e seconda città della Slovacchia dai centri storici ricchi e interessanti: Prešov è piccina e si gira in un attimo (segnalo la chiesa ortodossa Alexandr Nevsky e la bella cattedrale di San Michele), Košice (si legge kòshitse) invece è un vero centro culturale ricco e interessante, con bei palazzi, castelli, parchi nuovi di pacca e una cattedrale immensa sul cui tetto vale davvero la pena salire. Non lontana dall’Ungheria, a Košice capita di vedere qualche vecchia insegna in ungherese. Anche se il centro storico non è molto grosso, i monumenti e i palazzi sono davvero notevoli.

Per oggi è tutto. A presto,
Ele

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3 commenti

  • Mi hai fatto tornare in mente Rumiz quando scrive che il concetto di est si sposta man mano che ci si muove a oriente!
    Bellissimo viaggio e, che dire, nemmeno io ho visitato la Slovacchia (una sosta in un autogrill di Brno non credo conti). Penso lo farò, ma anche se amo il trekking quel percorso a strapiombo senza essere agganciato ad alcunché mi atterrisce 😀

    • Brno comunque è in Repubblica Ceca… :)))

    • A

      Ahahaha per tutto il tempo a Sucha Bela abbiamo continuato a pensare a quanto sarebbe illegale una cosa simile in Italia, e soprattutto quanto NON ci vedresti anziani e bambini piccoli! 😀
      Il concetto di Est che si sposta è tremendamente vero, ma più che altro perché viene percepito come un epiteto negativo che implica tante altre caratteristiche per cui non c’è niente di cui vantarsi: chi può disfarsene se ne disfa il prima possibile. Tranne i russi, che sembrano essere gli unici ‘fieri’ di esserlo… Sorrido se penso che noi saremo sempre così neutrali su queste questioni 😉

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